Centrodestra, Meloni lancia FdI: «Noi, classe dirigente». Ma c’è un caso in Sicilia

di Marco Cremonesi e Paola Di CaroVia alla Kermesse di Milano. Nell’Isola lite con gli alleati Giurano che non sarà un tema centrale, che l’obiettivo della tre giorni che si apre oggi a Milano sarà quello di dimostrare che esiste già «una nostra classe dirigente pronta a governare», che «abbiamo un programma completo e all’altezza delle sfide che ci attendono» e che «vogliamo rappresentare il centrodestra, sperando che lo vogliano anche gli altri». E però, nonostante le dichiarazioni di intenti di Giorgia Meloni e i suoi, sulla conferenza programmatica di Fratelli d’Italia — che inizia oggi con la relazione della leader — non può non pesare il pesante clima che caratterizza ormai, dal post elezione di Mattarella, i rapporti nel centrodestra. Ultimo casus belli è quello delle candidature in Sicilia, sia per le Comunali di giugno sia per le Regionali d’autunno. Ieri infatti la rottura si è formalmente sancita dopo giorni in cui si erano tentati approcci e trattative con l’ipotesi di un vertice dei leader che era stato annunciato ma che non si è mai svolto, secondo FdI per l’indisponibilità degli alleati, secondo Matteo Salvini perché non è un gran problema, si potrà fare «presto, quando vogliono, siamo sempre disponibili e contiamo di trovare un’intesa per arrivare a un candidato unico, come nel 99% delle città», anche con Giovanni Toti e la sua Italia al Centro che presenterà liste con il proprio simbolo in molte realtà. Intesa che ad oggi sembra quasi impossibile. Infatti si è tentato fino a ieri mattina di arrivare a un candidato unico per Palermo, quel Roberto Lagalla lanciato dall’Udc e apprezzato da tutti. Ma la trattativa è fallita. Secondo fonti FdI, Micciché per ritirare il «suo» azzurro Cascio (già ufficializzato e col sostegno della Lega) pretendeva l’esclusione del partito della Meloni, secondo Micciché invece è stata FdI a far saltare tutto perché chiedeva in cambio l’assicurazione che alle Regionali si sarebbe dovuto sostenere il presidente uscente Nello Musumeci (richiesta peraltro ufficiale). Alla fine, FdI ha rotto gli indugi: ha fatto ritirare la propria candidata Varchi e ha dichiarato l’appoggio a Lagalla. Fine dei giochi e, per ora, della possibile alleanza. «Non c’è problema — dice La Russa — anche a Messina noi appoggiamo assieme a FI un candidato e la Lega un altro. Non peserà sulla convention, ci vedremo in seguito». Sicuramente Meloni non si farà condizionare più di tanto e accenderà i riflettori sul suo partito, le sue parole d’ordine tematiche e, davanti a 4.600 delegati a tutti i livelli di FdI, metterà in mostra ospiti di peso che saranno in futuro, tutti o quasi, impegnati nel partito. Tra loro, spiccano Marcello Pera, Giulio Tremonti, Carlo Nordio — «potrebbero essere ministri delle Riforme, dell’Economia e della Giustizia», ragionano in FdI — ma anche giornalisti come Paolo Petrecca, Paolo Del Debbio, Vittorio Feltri, l’industriale Matteo Zoppas, il professor Luca Ricolfi, il filosofo Stefano Zecchi, l’ambasciatore Stefano Pontecorvo. Per gli alleati saranno presenti i capigruppo di tutto il centrodestra di governo, quelli che ieri negli uffici al Senato di Salvini hanno tenuto una riunione inizialmente presentata come un vertice sui temi della delega fiscale e del catasto. Di fatto, è stato un «appuntamento di cortesia» perché mercoledì Salvini e Berlusconi si erano già riuniti via streaming, senza i centristi. Salvini si è mostrato fiducioso: «Siamo a buon punto, per evitare un’ipotesi di aumento delle tasse sulla casa, sui titoli di stato, sui risparmi degli italiani». Con Draghi «ci vedremo a breve». 28 aprile 2022 (modifica il 28 aprile 2022 | 22:02) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-28 20:02:00, Via alla Kermesse di Milano. Nell’Isola lite con gli alleati, Marco Cremonesi e Paola Di Caro

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