Cera una volta il signor maestro

Una volta quando per le strade dei paesi della Sicilia passava il signor maestro la gente si toglieva il cappello e salutava con affetto.

Oggi nelle scuole è diventato sempre più difficile incontrare un maestro, una bella figura che ha fatto crescere intere generazioni nel rispetto degli altri, assumendosi sempre tutte le responsabilità. Nella scuola oltre alla presenza femminile occorre quella dei maestri soprattutto nelle scuole di periferia, nelle scuole difficili e dimenticate da Dio e dai Santi.

Per oltre quarant’anni ho svolto il difficile mestiere di maestro nelle scuole pubbliche. Nel 1968 nella città di San Francesco ho fatto un voto, ho deciso di scegliere questo lavoro che presenta molte difficoltà. Non è stato un percorso facile per me che sono nato in un paese difficile ed amaro e che per certi versi ha segnato la mia infanzia.

Favara, in provincia di Agrigento, è il paese più bizzarro del mondo, un paese esagerato in tutto, mi ha aiutato a crescere, a capire le difficoltà della vita, mi ha aiutato a comprendere soprattutto la povertà. Fare il maestro non è facile per nessuno, non è un mestiere che possono fare tutti.

Un maestro è per sempre e rimane nel cuore dei bambini per tutti i giorni della loro vita. Credo in Dio e nei bambini. Ho scelto di fare il maestro per migliorare la società e me stesso. Ho seguito l’esempio di Don Milani per il quale l’ubbidienza non è una virtù. Come Martin Luther King anch’io ho un sogno: vorrei che la società mettesse l’infanzia al primo posto! Sulla scuola di oggi avrei molte cose da dire: le classi con più spazio, con più luce, i bagni costruiti in maniera moderna e sicura a misura di bambino. Ogni scuola dovrebbe avere un teatro, una sala cinema, un’aula informatica, una biblioteca. Il personale che lavora a contatto con i bambini dovrebbe essere formato in maniera completamente diversa.

E qualsiasi Ministro della pubblica istruzione deve aver fatto prima l’esperienza di maestro elementare e deve conoscere il mondo dei bambini. Alle dirigenti consiglio un giorno la settimana di sedersi con i bambini e lasciar perdere le cartacce che arrivano da Roma. Con la speranza che nel futuro i bambini delle elementari possano avere dei libri veri sulla Sicilia in cui c’è la nostra storia e gli scrittori che hanno fatto grande la letteratura nel mondo: per conoscere Verga, Pirandello, Capuana, Sciascia, Vittorini, De Roberto, Bufalino, Russello, Danilo Dolci, Bonaviri, Ferlita ed altri scrittori che una indegna ministra della pubblica istruzione ha fatto togliere ingiustamente dai libri.  

A tutti i maestri, ai professori ai genitori del mondo dico: lasciate leggere i vostri ragazzi. Riempite le loro stanze di libri, tanti, colorati, vecchi antichi, moderni, contemporanei pieni di disegni e uno con la copertina senza titolo e le pagine bianche. Regalate loro il mondo e i bambini ve lo restituiranno migliore.

Giuseppe Maurizio Piscopo

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