Non solo chat: la battaglia dell’intelligenza artificiale (ChatGpt è la punta delliceberg)

di Massimo Gaggi

Lo strumento Ai solo la punta dell’iceberg: big tech in fermento per la corsa ai generatori di testi, musica, arte. Tra possibilit, timori e rischi

ChatGPT sulla bocca di tutti. Suscita meraviglia per le sue sterminate capacit ma anche apprensione per i modi nei quali pu cambiare la societ e il lavoro da quando, il 30 novembre scorso, OpenAI ha messo a disposizione di tutti il suo ultimo strumento di intelligenza artificiale generativa. Ma ChatGPT, 100 milioni di utenti in appena due mesi, solo la punta dell’iceberg di una battaglia per lo sviluppo di tecnologie intelligenti sempre pi penetranti che ci obbligheranno a ripensare il modo di organizzare molte attivit umane.

Concorrenza

Lo hanno scoperto di recente scuole e universit, visto come questo chatbot stato rapidamente adottato dagli studenti per creare composizioni liceali o, addirittura, pezzi di saggi accademici, ma gi da tempo il mondo dell’arte alle prese con le capacit di riprodurre immagini di Dall-E 2, altro strumento di artificial intelligence (AI) di OpenAI, messo sul mercato dieci mesi fa. Ora superato da Stable Diffusion: un prodotto creato da un’altra start up, Stability AI, che utilizza tecnologie simili a quelle di Dall-E 2, ma senza i limiti e i vincoli imposti da OpenAI per ridurre il rischio di abusi.

E i gruppi di big tech non stanno di certo a guardare: Microsoft, entrata in ChatGPT con un investimento di 10 miliardi di dollari, gi nell’autogenerazione di graphic design e arte con la sua GitHub e nella generazione di codici informatici con Copilot. Mentre Google, che ha dichiarato un’emergenza codice rosso per il timore che da ChatGPT possa venire una minaccia al suo quasi monopolio nei motori di ricerca, sta sviluppato tecnologie AI altrettanto potenti attraverso DeepMind, la sua societ di intelligenza artificiale. Intanto con MusicLM gi in grado di generare brani musicali da un testo.

Molto attiva anche Meta-Facebook: il suo BlenderBot, lanciato la scorsa estate, non ha avuto successo, ma a settembre la societ di Mark Zuckerberg ha annunciato Make-a-Video, un generatore di filmati, e a novembre ha offerto alla ricerca scientifica l’AI di Galactica: ritirata dopo soli tre giorni per la scarsa accuratezza delle sue risposte.

Insomma, c’ tutto un mondo della tecnologia in fermento anche se i riflettori sono tutti per il chatbot di OpenAI. Del resto ChatGPT pi un’operazione di marketing che un progresso davvero strabiliante: OpenAI sta gi sviluppando il pi avanzato GPT4 (arriver entro il 2023). Il New York Times racconta che quando, a met dello scorso novembre, il capo dell’azienda, Sam Altman, chiese di preparare entro due settimane un generatore di testi basato sulla versione del bot in uso da tempo, GPT3.5, gli ingegneri della societ di San Francisco rimasero increduli.

Temevano di offrire un prodotto vecchio e invece stato un trionfo. Eccessivo. Tanto che Altman, che probabilmente uscito allo scoperto con un prodotto non ancora perfezionato nel timore di essere scavalcato da altri operatori pi spregiudicati, ora frena: blocca i comunicati stampa trionfali della sua societ e su Twitter definisce ChatGPT incredibilmente limitato. Comprensibile la sua accelerazione: indispettito dai corsari di Stable Diffusion che lo copiano, mentre in Cina Baidu lancer un sistema simile a quello di OpenAI e Anthropic, societ creata da ex dipendenti di Altman, ha raccolto investimenti per 300 milioni di dollari. E comprensibile anche la sua successiva frenata: il timore di suscitare illusioni eccessive ma, soprattutto, di risvegliare la politica che fin qui non ha imposto regole al settore.

Nessun limite

E proprio questo un nodo cruciale: in assenza di leggi sull’uso dell’AI (in America, col Congresso semiparalizzato, non si va oltre le raccomandazioni diffuse quattro mesi fa dalla Casa Bianca nel suo Blueprint for an AI Bill of Rights, mentre in Europa l’AI Regulation Act all’esame del Parlamento Ue) il rischio che, com’ avvenuto vent’anni fa con le reti sociali, in Silicon Valley prevalga di nuovo la logica build fast and ask questions later (cio vai avanti a oltranza e fatti delle domande solo quando scoppiano i problemi): prima l’entusiasmo per le potenzialit delle nuove tecnologie, poi i tardivi pentimenti per i danni arrecati.

Intanto, dalla generazione di testi e immagini, alla videosorveglianza, al riconoscimento facciale e ai sistemi predittivi, l’intelligenza artificiale sta arrivando ovunque, dalla politica (sistemi che analizzano idee, fede e capacit economiche dei singoli elettori), alla giustizia (i sistemi smart court dei tribunali cinesi) fino alla pornografia.

5 febbraio 2023 (modifica il 5 febbraio 2023 | 07:50)

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