Chi è il bambino? La risposta alla domanda di Maria Montessori in un libro – Tuttoscuola,

Lorenzetti, pedagogista, psicologo, psicoterapeuta, già docente universitario di Psicologia cerca di rispondere alla domanda di Maria Montessori: “Chi è il bambino?”. Un interrogativo che sembra risuonare, nella contemporaneità, più che mai attuale. Ne esce uno strumento pratico-teorico prezioso in aiuto a genitori, educatori e chiunque operi con bambini e adolescenti secondo i principi montessoriani.

Loredano Matteo Lorenzetti ha messo assieme alcune riflessioni che possono risultare utili a far risaltare il proposito montessoriano racchiuso in tale domanda. Poiché il bambino, spesso, è ancora reputato l’altro me, al quale dare indicazioni, suggerire propositi, valori, scelte, per orientarlo e fare in modo che segua il più possibile il me che può esserci in lui o che mi aspetto da lui. O che pretendo di stimolare in lui, affinché quell’irrealizzato di me possa incarnarlo lui. Il bambino montessoriano è sia progetto della famiglia, sia intento educativo-formativo scolastico, sia evento sociale, sia patrimonio della collettività, sia realtà in divenire del processo cosmico, sia persona con pari diritti e dignità dell’adulto. Ma un individuo libero di progettare se stesso. Un individuo che possiede ed esprime la propria scienza e filosofia del pensare, conoscere, fare, essere. Soprattutto, egli, va tenuto in particolare considerazione come dono all’umanità e portatore di novità e cambiamento»

Il chi non è il bambino può riassumersi nell’incapacità di cogliere quanto di meglio e migliore c’è in qualsiasi altra persona, compreso il bambino. Dignità e stima, attenzione e rispetto, valori spirituali ed etici, se non sono ben radicati in se stessi non si riescono a vedere, e farli accrescere, negli altri. Albert Einstein, in Come io vedo il mondo, ha
scritto che il valore di un uomo, per la comunità in cui vive, dipende anzitutto dalla misura in cui i suoi sentimenti, i suoi pensieri e le sue azioni contribuiscono allo sviluppo dell’esistenza degli altri individui. Montessori a questo valore non ha mai rinunciato. E ha voluto renderlo saldo principio ispirante il suo metodo: contribuire, in ogni modo, a un libero sviluppo del bambino. Così come ha inteso rendere tale principio condivisibile e fonte d’ispirazione per qualsiasi figura s’occupi del bambino.

Papa Francesco ha detto che bisogna ascoltare, con apertura mentale, i bambini. Apprendendo da loro la visione che hanno del mondo, per migliorarlo. Secondo Montessori nessun miglioramento può verificarsi senza una visione, un atteggiamento, un comportarsi mirante alla pace e ai valori che essa contiene. Montessori ha messo in pratica la visuale di un mondo nuovo rinnovato dal bambino. Invitando a mantenere viva, utile, fertile, adeguata a ogni tempo, la domanda chi sia il bambino. Affinché essa scuota le coscienze nelle vicende della presente e futura contemporaneità. Ecco allora che “La pagina bianca” diventa lo spazio individuale – non solo mentale, psicologico, relazionale, ma anche valoriale, estetico, etico, spirituale, interpersonale – su cui l’adulto può riportare tutti i modi che sceglie per rispondere alla domanda: chi è, per lui, realmente, il bambino.

Colui che può tutto. Sulla tomba di Maria Montessori, a Noordwijk, una città dei Paesi Bassi nella provincia dell’Olanda Meridionale, sembra si possa leggere la probabile risposta al quesito: colui che può tutto. Su di essa c’è un invito accorato: “Io prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo”. Un appello che mai può tramontare, rivolto a tutti. E una proposta dedicata ai bambini, che hanno il potere di modificare il mondo. 

La scienza della pace. Auspicando l’impegno – portato avanti di generazione in generazione – a rendere la vita sempre migliorabile, sempre più umanizzata, sempre più innovata dal tutto che a loro è possibile. La Dottoressa era dell’avviso che ci fosse urgente necessità d’una scienza che studiasse il nostro tempo e che quella più idonea e feconda fosse la scienza della pace, (Educazione e pace, p. 90). Scienza che stenta a essere presa in considerazione dall’adulto, ma che è naturalmente presente nel bambino, quale artista di tenerezze, promotore di amicizia, operaio di pace e raffinato intenditore di libertà nella pluralità delle sue espressioni e declinazioni, poeta d’affetti incline al bello, al buono, al giusto. E scienza, cultura, civiltà che Montessori riteneva foriera del vero progresso.

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