Chi è Tetsuya Yamagami, “cittadino-guerriero” che ha sparato. L’arma rudimentale  e gli esplosivi in casa

di Guido Olimpio

Le prime immagini che arrivano dal Giappone mostrano che il 41enne, un ex militare , aveva una sorta di «tracolla» nera: si tratterebbe di due canne tenute insieme e avvolte da nastro isolante nero

Un ex militare, un’arma rudimentale, un bersaglio di alto livello. L’attacco contro l’ex premier giapponese Shinzo Abe, morto oggi a 67 anni, ha chiuso in questo triangolo. Provvisorio. In attesa che gli investigatori ricostruiscano la trama di un evento traumatico e dall’impatto globale. Il responsabile dell’attentato è Tetsuya Yamagami, 41 anni, ha prestato servizio nella fanteria di Marina dal 2002 al 2005, residente nella stessa cittadina – Nara – dove è avvenuta l’aggressione. Una volta arrestato ha sostenuto di aver agito non per un movente ideologico, ma piuttosto per l’avversione personale nei confronti della figura prestigiosa. Ossia, risentimento e rabbia. Affermazioni che andranno ovviamente verificate e filtrate.

Se fosse vera la versione data da Yagamani potremmo trovarci davanti a un individuo in guerra con la società e il mondo, il cittadino-guerriero, un profilo sempre più frequente in molte società. E che si organizza per sferrare la sua sfida con i mezzi a disposizione, anche rustici. Gli inquirenti comunque avrebbero trovato nell’abitazione di Yamagani degli esplosivi, ulteriore segnale di un elemento in grado di maneggiare sostanze pericolose. L’attentatore ha usato un’arma rudimentale. Le immagini mostrano che il 41enne aveva una sorta di «tracolla» nera: si tratterebbe di due canne tenute insieme e avvolte da nastro isolante nero, quindi un’impugnatura. Una sorta di «doppietta», con l’assalitore che ha cercato di mimetizzarla in qualche modo. Sul web sono disponibili informazioni dettagliate su come trasformare dei semplici tubi e materiale reperibile da un ferramenta in una sorta di fucile. Capiremo meglio quando avremo maggiori dettagli, tuttavia è ipotizzabile che l’uomo abbia studiato con cura il piano: ha pensato al modus operandi, ha messo a punto lo «strumento», forse avrà seguito il bersaglio in altre occasioni. Quindi ha escogitato il trucco per avvicinarsi il più possibile al politico e cogliere di sorpresa il servizio di sicurezza. E purtroppo è riuscito nel suo intento a dimostrazione di un gesto di terrore a basso costo ma dall’alto impatto.

— Giappone attentato Shinzo Abe, le ipotesi: l’ombra lunga delle società segrete e dell’estremismo politico-religioso.

C’è una lunga tradizione di armi fai-da-te impiegate da guerriglieri, ma anche da militanti e gang di strada. A volte semplici tubi con molla e percussore, in altre situazioni qualcosa di più sofisticato. Nel 2019 nell’attacco alla sinagoga di Halle, Germania, un neonazista ha utilizzato una mitraglietta e un fucile a pompa realizzati da lui stesso. Insorti birmani ne hanno sviluppato di diverse, stessa cosa per gruppi criminali che agiscono nelle favelas brasiliane. Nei territori palestinesi in dozzine di episodi è apparso «Carlo», una mitraglietta artigianale che prende il nome dalla svedese Karl Gustav. Famosa poi la vicenda di Phil Luty, estremista di destra britannico che si è specializzato nella progettazione di queste bocche da fuoco rudimentali ed è diventato una fonte di ispirazione per elementi che hanno poi colpito. Alcune, per quanto rudimentali, hanno fatto danni. La qualità dei pezzi cambia ovviamente a seconda delle aree geografiche. Celebri le produzioni nelle zone di confine Afghanistan-Pakistan, ma non vanno sottovalutate le iniziative dei singoli e c’è un crescente timore per il ricorso alle stampanti 3D.

In Giappone è estremamente complesso ottenere un’arma da fuoco. Il Guardian ha ricostruito la procedura necessaria, tredici passaggi in tutto: per prima cosa, i potenziali possessori di arma da fuoco devono iscriversi a un club di caccia o di tiro al bersaglio, poi superare un esame scritto e sottoporsi a una perizia mentale e a un controllo su eventuali precedenti penali. Dopodiché devono seguire un giorno di lezioni su come utilizzare e custodire un’arma in modo sicuro. Poi il potenziale possessore è sottoposto alle domande della polizia, che verifica condizioni di lavoro, condizioni economiche ed eventuali precedenti dei familiari. Superati questi step, prima di acquistare l’arma devono dotarsi di una cassaforte sicura, che viene ispezionata dalla polizia. Nel 2013, l’anno con il maggior numero di crimini legati all’utilizzo di armi da fuoco: 40 in tutto.

8 luglio 2022 (modifica il 8 luglio 2022 | 14:14)

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