Il monologo di Chiara Francini a Sanremo 2023: Non sono madre: a noi donne il senso di colpa rimbomba dentro

di Redazione Online

L’attrice Chiara Francini porta il suo monologo sul palco dell’Ariston nel corso della quarta serata del Festival di Sanremo, quella dedicata ai duetti

L’attrice Chiara Francini porta il suo monologo sul palco dell’Ariston nel corso della quarta serata del Festival di Sanremo, quella dedicata ai duetti.

Cercher innanzitutto di divertirmi e di portare tutta la Chiara che ho. Sono molto felice, molto riconoscente ad Amadeus di essere qui. Mi sento fortunata. L’argomento sar un qualcosa che riguarda strettamente il mio percorso umano. un monologo che ho scritto con grande verit e cercher di portare tutte quelle che sono le mie sfaccettature. Ci saranno dei momenti ironici e delle altre tinte di questo arcobaleno ha anticipato Francini in conferenza stampa, che non ha iniziato il suo Festival scendendo la scalinata, ma siccome sono una ragazza umile, di provincia, preferisco guardare Sanremo dalla platea. Chiara Francini, 43 anni, attrice toscana con accento al quadrato che usa come arma spargi simpatia, ha voluto fin da subito lasciare la sua firma. Monologo compreso. Molto personale. Arriva un momento della vita in cui chiaro che sei diventato grande: quando hai un figlio — ha esordito l’attrice —. Ora, io, Chiara, un figlio non ce l’ho, per credo sia una cosa dopo la quale chiaro non potrai pi essere pi giovane come lo eri a sedici anni, col motorino, la discoteca e il liceo. E c’ un momento, nella vita, in cui tutti intorno a te cominciano a figliare. una valanga. Ma… inizia sempre da una che lo sapevi sarebbe diventata mamma prima di tutte. Nel mio caso, la Lucia. C’ stato un giorno, qualche anno dopo il liceo, che la Lucia mi ha chiesto di vederci. Eravamo sedute al bar della piscina, lei mi guardava tutta emozionata… e a un certo punto, con una faccia che non le avevo mai visto mi fa: “ODDIOOOOO!!! Finalmente posso dirtelo! Sono incinta!”. Incinta. Quando qualcuno ti dice che incinta e tu non lo sei mai stata, non sai mai che faccia fare.

E ancora: Quando qualcuna ti dice che incinta e tu non lo sei mai stata c’ come qualcosa che ti esplode dentro. Una specie di buco che ti si apre, in mezzo agli organi vitali, una specie di paura, stordimento, e, mentre accade tutto questo, tu devi festeggiare, perch la gente incinta violenta e vuole solo essere festeggiata. E non c’ spazio per il tuo dolore, per la tua solitudine. Tu devi festeggiare. Come l’albero di Natale che tengo acceso tutto l’anno in salotto, un albero di Natale assolutamente insensato che continua ad accendere le sue lucine, anche a luglio, fuori tempo massimo. Una festa continua senza nessuna nativit. E io ho festeggiato. “Ma Lucia, ma stupendo!” … E poi, non sapere pi cosa dire. Ed era solo l’inizio, perch di l a poco mi sembrava che tutti intorno a me avessero avuto, stessero avendo, avrebbero avuto un figlio. Passeggini, passeggini ovunque. Un esercito di donne coi capelli corti e di maschi stempiati con la panza che spingono passeggini con dentro neonati mostruosi e pieni di amore. E io, io che continuavo a fare le mie cose sempre meglio, con sempre pi persone che mi guardavano e mi amavano.

E poi. E poi a un certo punto io mi sono accorta che il tempo passava e che se non mi sbrigavo io, forse, un figlio non lo avrei mai avuto. E se anche mi sbrigavo, poi, non era mica detto. Perch anche quando ti decidi che il momento giusto poi, magari, il corpo ti fa il dito medio e tu, allora, rimani col dubbio di aver aspettato troppo, di essere una fallita. La parte pi difficile di fare un figlio immaginarlo. Immaginarsi come sar. E se poi non condivido niente di quello che fa nella sua vita? E se viene troppo diverso da me? Nel mio caso di sicuro verr diverso da me! Ma io vorrei sapere come faccio con te, bambino? Ancora non sei nato e gi non ci capiamo. Essere figlio di una madre come me ti causer solo dei problemi. Se sarai maschio io so e, quasi spero, che sarai gay e t’amer cos tanto. Per forse preferirei non lo fossi, perch sar pi difficile e io vorrei che per te fosse facile. Ti prego vienimi su brillante, con la battuta pronta. Odia, odia, odia ci che si deve odiare, il male, l’ingiustizia, perch con quell’odio che si fanno le cose. Non vero che si fa con l’amore. S, con l’amore si fanno delle cose, ma il grosso si fa con quell’odio l. Profondo, viscerale, instancabile. Ti prego non essere una di quelle creature indifese, troppo buone. Perch poi dovrei cercare di difenderti tutto il tempo. E c’ il rischio che tu venga su meno capace di guardare, di camminare. Io vorrei fare come mia madre che non mi ha mai preso nel suo lettone. Piangerai nel tuo letto. Devo essere abbastanza forte da lasciarti piangere. Non devo essere debole.

Quindi l’introspezione proseguita: Ma lo vedi come parlo? Sembra che tutto dipenda da me, come se tu non esistessi gi da prima di esistere. Io da qualche parte penso di essere una donna di merda perch non so cucinare, perch non mi sono sposata e perch non ho avuto figli. Razionalmente so che non cos, ma da qualche parte, dentro di me, c’ questa voce, esiste, e io, alla fine, penso che abbia ragione lei, che io sia sbagliata. E io gi lo so, bambino, tu mi porterai via tutta la creativit, tutta la luce, ci sarai solo tu al centro della scena e io sar una semplice comparsa e poi diventer grande e poi vecchia e non potr pi fare finta che il tempo non stia passando, perch ci sarai sempre tu, l, a ricordarmi in ogni momento che la mia giovent finita. E io penso che mi farai cos felice, che poi non mi farai davvero cos felice, perch cos che funzionano le cose della vita: non sono mai come te le eri aspettate. E io ti aspetto e ti desidero cos tanto che sarai per forza una delusione. Ma come parlo…? Ma che mamma sono? Non ancora non sono una mamma… Ma quanto mi costato diventare come sono? Quanto coster a te? E in mezzo a tutto questo bisogno di arrivare, in mezzo a tutta questa rabbia, a questo amore, io, ora, non so dove metterti. O, forse, sei proprio tu che non vuoi venire da me, perch credi che io mi sia dimenticata di te, che io mi sia dimenticata della vita. Ma io volevo solo essere brava, io volevo solo essere preparata, io volevo che tu fossi fiero di me. Anche se ancora non ci sei. Forse, perch ci sei sempre stato.

10 febbraio 2023 (modifica il 11 febbraio 2023 | 02:01)

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