Chiuse tutte le sale Lan ed eSport in Italia: perché lo Stato sequestra i luoghi dove si gioca ai videogiochi

di Alessio Lana

L’Agenzia delle dogane e dei monopoli ha bloccato tutte le realtà italiane di questo tipo che potranno quindi continuare a funzionare come negozi o bar

Per le sale Lan ed eSport sembra finita. L’Agenzia delle dogane e dei monopoli ha messo sotto sequestro tutte le realtà italiane di questo tipo che potranno quindi continuare a funzionare come negozi o bar ma non per la loro ragion d’essere, i videogiochi.

Sale Lan, cosa sono

Nate una trentina di anni fa, le sale Lan noleggiano postazioni con Pc e console per giocare agli ultimi titoli videoludici e nel tempo sono evolute parecchio. Una volta, quando navigavamo ancora a 56K, erano un mondo parallelo. Da una parte permettevano di pagare poche migliaia di lire l’ora per avere a disposizione macchine potenti (e dai prezzi proibitivi) con cui divertirsi. In più però i computer erano connessi tra loro tramite rete Lan, da cui il nome, così da organizzare sfide con gli amici. Trasformavano quindi un divertimento (allora) solitario come il videogioco in qualcosa da condividere con amici e sconosciuti tutti chiusi nella stessa stanza. Da lì sono nati i Lan party, sfide che duravano ore a giocare a titoli come Quake o Duke Nukem 3D. Oggi che tutti hanno una connessione potente e che i PC da gaming, per quanto costosi, sono comunque abbordabili, le sale Lan sono diventate il tempio degli eSports, i luoghi in cui gli atleti digitali si allenano. C’è però una zona oscura ed è soprattutto fiscale.

I motivi della chiusura

La chiusura totale è arrivata in seguito a un esposto di Sergio Milesi, amministratore delegato di Led S.r.l. e titolare di sale giochi, sale slot, biliardi e della catena Joyvillage. Nel documento il manager nota la somiglianza tra le apparecchiature installate presso i suoi esercizi e quelle offerte dalle sale Lan o eSports, allegando anche le foto di un simulatore di guida.

Le macchine da gioco

Da qui nota tre aspetti. Il primo è che le sale giochi propriamente dette sono «sottoposte a normative stringenti per evitare che apparecchi installati in locali pubblici possano essere utilizzati per l’esercizio illegale di gioco d’azzardo» mentre nelle sale Lan «risultano installati dei semplici pc e consolle collegati on line, dove anche utilizzatori minorenni possono utilizzare tali attrezzature senza nessun controllo e regolamentazione».
La seconda è che prodotti per «l’home entertainment» vengono «messi a disposizione in locali aperti al pubblico a pagamento agli utenti, mascherando il costo di tale servizio nel puro noleggio dell’attrezzatura e non nell’uso del gioco».
La terza differenza è «tali simulatori di guida sono molto simili ad apparecchi che la nostra società, sostenendo onerosi costi, nel rispetto delle norme è obbligata a omologare tramite gli enti preposti per poi permetterne l’installazione e l’uso in locali dediti al gioco lecito». Tutto ciò porterebbe quindi a «un’elusione delle normative vigenti».

La risposta

Da qui ecco i sigilli a tutte le apparecchiature delle sale Lan ed eSport italiane che però rispondono sui social. Dall’eSport Palace di Bergamo, una delle maggiori realtà italiane, sottolineano come le norme di oggi «sono di trent’anni fa» e quindi vedono un «Pc a liquido customizzato come un cabinato di Pac-Man». In più, prosegue il titolare in un video su TikTok, i vecchi cabinati avevano il gioco installato mentre ora «i videogiochi sono gestiti online su server dei publisher e vengono solo riprodotti sui Pc». Quindi è impossibile omologarli tanto più che si aggiornano ogni «tre secondi» (E si riferisce in particolare ai simulatori di guida citati nell’esposto). Da ultimo si fa notare come gli eSport, gli sport digitali, siano riconosciuti dal Coni al pari delle altre discipline sportive.

«Noi lo ringraziamo per aver pensato a noi per primi… Nel suo esposto… Lo ringraziamo per averci fatto ribaltare i locali… Ma lo ringraziamo ancora di più per quello che ne seguirà», scrive su Instagram la Pc Teklab Gaming di Milano riferendosi a Milesi, «Adesso che ci hanno sequestrato a noi in primis tutte le postazioni… Spero vi si apra un mondo… Del tutto nuovo… Un mondo che a noi è molto familiare….». Poi hanno postato anche una foto in cui giocano con un iMac in un Apple Store.

Il punto di vista di Adm

Il problema comunque è soprattutto fiscale. L’Adm ha ribadito in aprile una sostanziale equiparazione tra tutte le macchine da gioco («la messa a disposizione a titolo gratuito in locali aperti al pubblico degli apparecchi di cui all’art. 110, comma 7, del TULPS non esime dall’obbligo di osservanza delle disposizioni vigenti e dal pagamento della relativa imposta») e quindi anche le sale Lan o eSport devono essere autorizzate e sono soggette all’omologazione, alla certificazione e al pagamento dell’Imposta sugli intrattenimenti (Isi).

Cosa succederà

Insomma, ci sono tanti nodi da chiarire e l’Adm ha 90 giorni per chiarire una situazione complessa, fatta di norme ormai superate, definizioni da rivedere e una tecnologia che corre più veloce della legge. Ciò poi accade proprio mentre le sale giochi si svuotano sempre più (accade da anni) mentre le loro controparti sono sulla cresta dell’onda. Ci sono Paesi, come la Francia, che investono sugli eSport al pari delle discipline tradizionali e Macron stesso li vorrebbe alle Olimpiadi di Parigi del 2024. Sotto questo punto di vista quindi chiudere una sala eSport sarebbe come mettere i sigilli a un campo da calcio o da rugby, un altro punto che l’Adm dovrà chiarire.

2 maggio 2022 (modifica il 2 maggio 2022 | 11:48)

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, 2022-05-02 11:16:00, L’Agenzia delle dogane e dei monopoli ha bloccato tutte le realtà italiane di questo tipo che potranno quindi continuare a funzionare come negozi o bar, Alessio Lana

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