di Valeria Vignale
L’attore viennese, che ha vinto due Oscar con i film di Tarantino, in tv un consulente di multinazionali senza scrupoli: In tanti cos, sono dei sadici rovina-vite
L’effetto Tarantino si sente ancora. Anche se indossa un completo blu, impossibile guardare Christoph Waltz senza avere almeno un flashback del suo sorriso feroce in Bastardi senza gloria e della divisa delle SS del colonnello Hans Landa. Sono passati 14 anni dal film che l’ha fatto volare, 53enne, da Vienna a Hollywood portandolo al primo Oscar e dieci da quando ha fatto il bis della statuetta per Django Unchained, sempre diretto da Quentin Tarantino. Il mio incontro con lui stato una grande fortuna, e anche vivere il successo in et matura perch non fuorviante. Ma con tutta l’ammirazione e la riverenza che ho per Quentin, esistevo prima di lui precisa Waltz, austriaco, figlio di due scenografi tedeschi (difatti ha la doppia nazionalit), una carriera divisa fra teatro e film tv prima di approdare al cinema. Grazie anche all’ironia che fece colpo su Tarantino, insieme alla capacit di parlare fluentemente anche inglese e francese.
La parola ironia ricorre spesso nell’intervista, sembra il metro col quale misura l’ammirazione per qualcuno e perfino la propria autostima. L’attore, 66 anni, ce l’ha stampata in faccia, e ne va fiero. La televisione un mezzo che normalmente mi irrita ma questa serie cos brillante che non potevo dire di no: ironia pura, dalla “a” alla “zeta” dice parlando di The Consultant, che mescola thriller e commedia in otto episodi, da oggi su Amazon Prime. Tratta dall’omonimo romanzo di Bentley Little adattato alla tv da Tony Basgallop, segue le mosse di un consulente (Waltz) arrivato a capo di un’azienda di giochi su app, dopo l’assassinio del fondatore. Con crudelt beffarda semina il terrore tra i dipendenti, creativi e smanettoni che hanno la met dei suoi anni. Il 13 marzo, poi, torner anche in un film d’azione Dead for a Dollar, in uscita sulle maggiori piattaforme a pagamento (tra cui Amazon e Sky): un western sui generis diretto da Walter Hill con Rachel Brosnahan nel ruolo di una donna ribelle in fuga dal marito e Waltz in quello del cacciatore di taglie incaricato di riportarla indietro.
Se vero che non ama il mezzo televisivo, cosa l’ha portata a interpretare e pure produrre The Consultant ?
L’ho trovato interessante e divertente. Rispecchia il mondo del lavoro, le relazioni tra le persone in ufficio, l’uso del potere da parte di un capo. un thriller per la suspence e una commedia nei toni: il mio misterioso “consulente”, Regus Patoff, uno che spiazza, disinformato sull’azienda che dirige, sadico e contraddittorio. Sembra scritto per lei e per il suo sorriso a doppio taglio. Grazie. Del resto la contraddittoriet fa parte della vita reale.
Elon Musk ha agito esattamente come il protagonista della serie, quando ha acquisito Twitter, licenziando molti dipendenti e creando stress. The Consultant stato profetico?
La fiction non ha inventato nulla e questa solo una coincidenza utile al marketing della serie. Sono cose che succedono. I consulenti strategici di molte grandi multinazionali prendono decisioni che rovinano le vite di migliaia di persone. Non so dire se la cultura della leadership stia lentamente cambiando o no, ma sicuramente interessante osservarne le dinamiche.
Lei fa parte di una generazione che si ribellata al conformismo e ai poteri forti. Come vede i giovani e la realt di oggi?
Sono stupefatto dal vedere quanto siano conformisti i millennial nel mondo del lavoro. Cos obbedienti… Sembra un gregge anche se apparentemente supercool, e per farne parte devi essere innanzitutto una pecora. C’ un posto a Venezia, vicino alla sede di Google, dove molti vanno a pranzo: la gente che vedi l somiglia ai giovani della serie, molto fichi ma tutti uguali. Stessa cosa a Berlino o altrove: sono come pecore anche nel parlare.
Non le pare una generalizzazione?
Non sono tutti cos, ma l’atteggiamento comune quello: se li conosci meglio puoi scoprire individui interessanti, oltre le apparenze, che non si prendono troppo sul serio.
L’ironia sovversiva?
S, molte persone non la capiscono e la temono, perch non accettano il confronto e mettono paletti al loro pensiero: io non voglio avere paletti, chi vive si muove anche mentalmente, forse proprio per questo amo la parola inglese movies .
L’ironia l’affinit elettiva tra lei e Tarantino.
sicuramente un punto d’incontro. Per me essenziale alla sopravvivenza eppure ovunque nel mondo trovi persone che non sanno cosa sia, prendono tutto alla lettera, e io non riesco a parlarci. Sar che sono cresciuto a Vienna, fin da bambino ho imparato a comunicare in modo diverso e ho insegnato lo stesso ai miei figli (ne ha avuti tre dalla prima moglie e una dalla seconda, la costumista Judith Holste; ndr). Il cervello umano affascinante perch sa considerare cose opposte: se neghi questa potenzialit non fai che violare le sue funzioni.
Lei gira anche film d’azione e ora western: come si calato nel personaggio di Max Borlund, il cacciatore di taglie di Dead fora Dollar ?
Sono molto pragmatico quando affronto i personaggi, seguo le indicazioni del copione. Nel caso del western facile: se previsto un fucile Winchester imparo a usarlo, se devo cavalcare vado ad allenarmi. Questo genere per mi piace solo se non fedele al clich: tutto ci che prevedibile diventa noioso. Solo chi ha molta esperienza, come Walter Hill, riesce a reinventarlo senza forzature ed effetti speciali superflui.
I bad guys , i cattivi ragazzi, la attirano come attore?
Non giudico mai il mio personaggio: sono un attore, non un moralista che deve stabilire cos’ “buono” e cosa “cattivo”. Guardo se il ruolo mi diverte o mi annoia.
Qual l’aspetto del mestiere che le piace di pi?
La fine delle riprese, perch hai la sensazione di aver portato a termine qualcosa. Non mi faccio prendere dalla passione, perch a volte non aiuta a essere precisi e professionali. Nei periodi in cui il successo non arrivava stata la perseveranza, non la passione, a farmi andare avanti.
Ha diretto alcune opere liriche, tra cui il Falstaff di Verdi. Dirigerebbe anche un film?
Vorrei, chiss. Per ora non posso e non voglio parlarne.
Come immagina, o sogna, il suo futuro?
Che dire…. nel lusso pi sfrenato? Se guardo a quanto succede nel mondo, spero solo che lo avremo, un futuro.
28 febbraio 2023 (modifica il 28 febbraio 2023 | 22:24)
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