di Guido Santevecchi
La Commissione sanitaria centrale non registra decessi: il numero dei morti in tre anni di pandemia sarebbe fermo a 5.235. In realt, tutte le proiezioni pubblicate in queste giorni da istituti scientifici cinesi o internazionali indicano che i decessi potrebbero essere tra i 600 mila e i 2,1 milioni
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE A PECHINO — La propaganda del Partito-Stato in piena attivit per rassicurare i cinesi che la vittoria alla fine sorrider all’eroismo del popolo (lo scrive oggi il Quotidiano del Popolo). Il tg della sera aggiunge che il picco dei contagi previsto in un mese e siamo sulla strada della fine della crisi sanitaria. Ma le strade del centro di Pechino sono semideserte, nonostante non sia in corso alcuna restrizione: l’ondata di Covid-19 ha colpito centinaia di migliaia di persone nella capitale e la gente si chiusa in casa.
Dopo il ritiro improvviso e drammatico dalla trincea del Covid Zero, il 7 dicembre, le autorit promettono una corsa alla vaccinazione degli anziani. E intanto non contano di fatto pi i contagi. A chi ha sintomi lievi stato detto di restare a casa per non intasare gli ospedali che sono gi sotto pressione, con medici e infermieri costretti a restare in corsia anche quando sono contagiati. La Commissione sanitaria centrale non registra decessi: il numero dei morti in questi tre anni di pandemia in Cina sarebbe fermo a 5.235. Il Partito sostiene che stata la politica Covid Zero a risparmiare lutti ai cinesi.
Inutile ormai discutere sull’attendibilit del dato, sono i nuovi studi epidemiologici che allarmano. La scorsa primavera l’Universit Fudan di Shanghai aveva avvertito che riaprire la Cina avrebbe potuto causare fino a 1,6 milioni di morti in sei mesi: il monito serviva a dare forza scientifica al rigore di lockdown, quarantene e tamponi obbligatori. Ma non era un’esagerazione: tutte le proiezioni pubblicate in queste giorni da istituti scientifici cinesi o internazionali indicano che i decessi potrebbero essere tra i 600 mila e i 2,1 milioni. Gli epidemiologi osservano che la scarsa circolazione del coronavirus in Cina nei tre anni di pandemia rende ancora pi pericolosa questa fase di riapertura incontrollata: la stragrande maggioranza dei cinesi non stata esposta al Covid-19 e alle sue molte varianti e ora pi fragile. Il tasso di mortalit pi elevato previsto nella fascia degli ultraottantenni, dei quali il 60 per cento non ha ricevuto pi di una dose di vaccino.
Uno studio commissionato da Pechino agli scienziati della University of Hong Kong prevede che la Cina soffrir tra i 448 e i 530 decessi per milione di abitanti. Su una popolazione di 1,4 miliardi questo scenario implicherebbe tra i 627.000 e i 742.000 morti. Lo studio elaborato a Hong Kong significativo, perch l’ex colonia britannica tra fine gennaio e inizio marzo fu aggredita da Omicron e cont 9 mila morti tra i suoi 7,2 milioni di cittadini. Il modello Hong Kong ancor pi allarmante perch nella City il sistema ospedaliero pi avanzato rispetto alla Cina continentale. Il problema pi grave a Hong Kong fu identificato nella bassa percentuale di vaccinazione tra gli anziani.
Il suggerimento degli scienziati hongkonghesi di spingere al massimo della velocit la vaccinazione, portando la diffusione della quarta dose almeno all’85 per cento e facendo subito ricorso ai farmaci antivirali per le cure. Si tratta di un compito immane, anche per il Partito comunista che secondo il Quotidiano del Popolo guider le masse alla vittoria finale e secondo il Ministero degli Esteri di Pechino non avr alcun bisogno di aiuto internazionale (offerto forse anche per propaganda da Washington) perch la Cina ha un vantaggio istituzionale. Il problema che il coronavirus Covid-19 sfugge alle logiche della politica, a Pechino come nel resto del mondo.
15 dicembre 2022 (modifica il 15 dicembre 2022 | 12:31)
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, 2022-12-15 11:32:00, La Commissione sanitaria centrale non registra decessi: il numero dei morti in tre anni di pandemia sarebbe fermo a 5.235. In realtà, tutte le proiezioni pubblicate in queste giorni da istituti scientifici cinesi o internazionali indicano che i decessi potrebbero essere tra i 600 mila e i 2,1 milioni, Guido Santevecchi