di Stefano Montefiori
In quello che fu l’atelier dello scultore fino al 9 aprile aperta la mostra Jardins de rves (Giardini da sogno) dedicata alla collaborazione, effimera ma interessante, tra i due artisti. Che all’inizio degli anni Trenta erano amici e decisero di associarsi
Un viaggio in otto tappe, per scoprire 8 citt e 8 musei, i loro tesori d’arte, ma anche la storia e la cultura di otto mete che il numero di 7 in edicola il 10 febbraio propone ai suoi lettori: Gedda, Parigi, Manchester, Vienna, Firenze, Napoli, Torino e Roma, per un viaggio sorprendente. Proponiamo online alcune di queste puntate per iu lettori di Corriere.it. Buona lettura
Al numero 5 di rue Victor Schœlcher, nel quartiere di Montparnasse dove Alberto Giacometti visse e lavor per oltre quarant’anni, in un bellissimo edificio art dco si trova l’Institut Giacometti dedicato all’opera dell’artista svizzero. un piccolo e affascinante museo dove stato ricreato nei minimi dettagli, mozzicone di sigaretta compreso, l’atelier di Giacometti, e dove fino al 9 aprile aperta la mostra Jardins de rves (Giardini da sogno) dedicata alla collaborazione – effimera ma interessante – con Salvador Dal. All’inizio degli anni Trenta Dali e Giacometti erano amici e decisero di associarsi per proporre ai mecenati Marie-Laure e Charles de Noailles di ripensare il giardino della loro villa di Hyres, sul Mediterraneo.
I Noailles e quell’idea troppo audace
L’Institut Giacometti presenta i lavori preparatori di un progetto mai portato a termine ma unico, una specie di parco di divertimenti erotici basato sulla realizzazione dei desideri scrive Dal con l’inchiostro rosso e sulle fantasie e le rappresentazioni incoscienti. Giacometti era pronto a fornire le sue sculture, Dali era entusiasta ma i Noailles trovarono l’idea troppo audace e il parco erotico venne accantonato. Restano gli straordinari disegni di Dali, e le sculture proposte da Giacometti. La mostra all’Institut Giacometti pu essere il pretesto per visitare un angolo di Parigi relativamente poco conosciuto, a qualche minuto a piedi da boulevard de Montparnasse verso place Denfert-Rochereau, con la grande statua del leone di Belfort in omaggio agli alsaziani durante la sfortunata guerra franco-prussiana del 1870.
E la pausa di Simone de Beauvoir
Accanto all’Institut Giacometti, al numero 11 di rue Schœlcher, c’ la casa dove Simone de Beauvoir visse la sua storia d’amore con Claude Lanzmann prendendosi una pausa da Jean-Paul Sartre. I tre riposano poco lontano, al di l del muro, nel cimitero di Montparnasse, tra la Fondation Cartier progettata da Jean Nouvel e rue Daguerre, una piccola e incantevole strada pedonale. Una Parigi romantica, un po’ malinconica, meno caotica del solito.
DA NON PERDERE
ARFVIDSON E FORMAGGI – Vicino ai soliti immobili haussmaniani, al 31 di rue Campagne- Premire c’ l’inusuale e bellissimo edificio (tra art nouveau e dco) dell’architetto Andr Arfvidson. Maison Pret un bistrot con tante bottiglie e piatti della tradizione a prezzi meno folli che altrove (6 rue Daguerre). La Fromagerie Vacroux (5 rue Daguerre) soddisfa ogni richiesta (o quasi) di un appassionato di formaggi francesi.
BISTROT E CINEMA – Maison Pret un bistrot con tante bottiglie e piatti della tradizione a prezzi meno folli che altrove (6 rue Daguerre). Al 24 di place Denfert-Rochereau c’ il Chaplin Denfert (nella foto), uno degli storici cinema parigini che resistono ai multisala, per film d’autore e classici del cinema francese.
11 febbraio 2023 (modifica il 11 febbraio 2023 | 07:59)
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