Claudia: «Furti e incidenti in casa, così il mio compagno voleva farmi impazzire» Guarda il video

di Alfio Sciacca

Una 54enne vittima di continui abusi psicologici come nel film con Ingrid Bergman. «Mi capitava di tutto, voleva rendermi insicura per dimostrare che dipendevo da lui». Tranne poi scoprire che i furti erano opera sua: un 48enne per il quale è scattato il divieto di avvicinamento alla donna. Indagato anche per furto e maltrattamenti

«Voleva dimostrare che era indispensabile per la mia esistenza. Che in casa c’era bisogno di lui, di un uomo, un maschio in grado di proteggermi. E per questo ha cercato di rendermi sempre più insicura, indifesa, impaurita. Mi ha quasi fatto impazzire». Una martellante violenza psicologica fatta di episodi apparentemente casuali: continui furti in casa, auto in panne, telefonini e portafogli smarriti, badge rovinati. Vittima Claudia (nome di fantasia), vedova di 54 anni che vive in Brianza ma lavora in banca a Milano, finita nella spirale dell’ex compagno 48enne, come Ingrid Bergman nel film “Gaslight” dove la protagonista è vittima di un serie di violenze psicologiche che miravano a convincerla di essere uscita di senno. Proprio da quella pellicola del 1944 questo genere di violenze viene definito Gaslighting. I carabinieri della compagnia di Seregno guidati dal maggiore Emanuele Amorosi, dopo aver raccolto le denunce della donna sono riusciti a chiudere il cerchio e la Procura di Monza ha imposto all’uomo il divieto di avvicinamento a meno di 300 metri dalla casa della compagna, ora ex. In più è indagato per furto e maltrattamenti materiali e psicologici e rischia fino a sei anni di carcere.

«Per mesi – racconta la donna — mi è capitato di tutto: mi sono stati rubati due computer, ho perso due volte il telefono, ho fuso il motore della macchina, trovato le ruote bucate, mi mancavano sempre soldi dal portafogli e anche gioielli. Mi ha graffiato fino a rovinarlo per due volte il badge aziendale. Ogni giorno un guaio e non capivo come potesse capitare tutto a me». Un vortice aggravato dagli apprezzamenti del compagno: «sei una donna di merda», «non vali nulla». Offese che alternava alla sua disponibilità a porre rimedio ad ogni imprevisto, ad intervenire per aiutarla. Conditi da parole consolatorie ed effusioni. Una vera e propria doccia scozzese che aveva portato la donna sull’orlo dell’esaurimento nervoso. Fino a quando, grazie all’intuizione dei suoi tre figli avuti dal precedente matrimonio, non è saltato fuori che il regista di questa sofisticata manipolazione era proprio il compagno. Ad incastrarlo una telecamera nascosta che lo ha ripreso mentre ruba il computer della donna e poi, di fronte alle sua urla di disperazione, replica serafico: «ma che vuoi da me? Perché non stai più attenta alle tue cose».

«Si tratta di un tipo di reato difficile da individuare — spiega il maggiore Amorosi — ma siamo riusciti a mettere insieme i vari tasselli ed inserirli in unico disegno criminoso. E ciò ha portato la Procura ad emettere tempestivamente la misura preventiva del divieto di avvicinamento». Una relazione cominciata tre anni fa quando Claudia conosce l’uomo, commesso in un supermercato, ad una festa da ballo. «Abbiamo avuto una relazione apparentemente come tante. I miei tre figli vivono ancora con me, per questo lui veniva spesso a casa mia e ci stava anche per settimane. Ma non in modo stabile e quindi aveva necessità di continuare ad avere una casa sua». Di recente però lui si sarebbe fatto più insistente. «Voleva a tutti i costi venire a vivere in casa mia in pianta stabile. Cominciava ad avere problemi economici, mi pare avesse anche dei debiti. Per questo ha pensato che la soluzione migliore per lui era venire a piazzarsi in casa mia e risparmiare sulle spese. E così, da un momento all’altro, sono cominciati tutti quei furti e quegli episodi strani».

Ma come fa ad essere sicura che sia stato lui? «E chi altro poteva essere?» replica la donna. «Una volta siamo andati assieme in auto a Milano. Al rientro l’auto ha cominciato a fare fumo. Mi fermo e chiamo il meccanico. Mentre lo aspetto sparisce il mio cellulare. Chi poteva essere stato visto che in auto eravamo solo noi due? E poi il meccanico mi dice che nel serbatoio c’era dell’olio esausto tanto che ho dovuto rottamare l’auto. Chi può avercelo messo? Un’altra volta invece ho perso il telefono mentre ero al ristorante a Milano, ma misteriosamente l’ho ritrovato davanti alla mia casa in Brianza. Come ci è arrivato? Come sapevano che abito lì? È stato dopo quest’ultimo episodio che i miei figli si sono insospettiti e hanno deciso di mettere una telecamera nascosta in soggiorno. E il video lo ha smascherato definitivamente. Si vede lui che ruba il mio portatile e poi dice di non saperne nulla».

Claudia racconta di mesi da incubo. «Mi faceva sentire in imbarazzo, come una sbadata, esaurita, e io mi colpevolizzavo da morire. Il mio ultimo pensiero era che potesse essere lui. Pensavo che qualcuno ce l’avesse con me. Lui anzi alimentava questi sospetti, diceva che poteva essere stato un mio ex e veniva con me dai carabinieri a fare le denunce per i furti. Sono stati mesi di inferno. Anche dopo il provvedimento che lo obbliga a non avvicinarsi a casa mia lui ha cercato di chiamarmi, ha contatto anche delle mie amiche. Ma io non gli ho mai risposto. Non ho più nulla da dirgli. E spero che esca definitivamente dalla mia vita».

16 maggio 2022 (modifica il 16 maggio 2022 | 14:18)

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, 2022-05-16 12:18:00, Una 54enne vittima di continui abusi psicologici come nel film con Ingrid Bergman. «Mi capitava di tutto, voleva rendermi insicura per dimostrare che dipendevo da lui». Tranne poi scoprire che i furti erano opera sua: un 48enne per il quale è scattato il divieto di avvicinamento alla donna. Indagato anche per furto e maltrattamenti , Alfio Sciacca

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