Alfonso D’Ambrosio, che dal 2019 dirige l’istituto comprensivo di Lozzo Atestino, Cinto Euganeo e Vò, 9 plessi, 33 classi, su tre comuni dei colli Euganei, in provincia di Padova, ci racconta in un’intervista appassionata e ricca di suggestioni l’ultimo anno scolastico e ci anticipa altre iniziative che sicuramente faranno riflettere e discutere.
Il dirigente, fisico e formatore su tinkering, il making, la robotica educativa e le organizzazioni scolastiche, ha iniziato la sua carriera nell’ambiente di ricerca, per diventare poi docente, con un interesse particolare sulle metodologie didattiche innovative.
Professor D’Ambrosio come è andato l’anno scolastico che si sta concludendo, rispetto alle tante idee innovative messe in campo nell’istituto comprensivo che lei dirige?
L’anno scolastico è iniziato con il Collegio docenti nel bosco, iniziativa che ha fatto discutere, ma che nasceva da un cammino svolto nel corso del precedente anno e che voleva essere l’inizio di un percorso. Effettivamente, insieme ai collaboratori e ai docenti e alle docenti della scuola, ci siamo resi conto man mano che ogni passo compiuto poteva essere considerato praticamente e metaforicamente come una serie di tappe di un viaggio. Mi spiego: il collegio docenti nel bosco è stato come l’inizio, l’infanzia, il momento a contatto con la natura, seguito dalla fase della vita che corrisponde all’adolescenza, così ci siamo ritrovati in un contesto territoriale, il castello di Valbona, una struttura protettiva, che garantiva il bisogno quasi adolescenziale di sicurezza. E poi, lasciatemela definire la fase “anarchica”, il collegio in formato TedEd, dove i docenti hanno sperimentato una modalità del tutto innovativa di interagire, di presentare le proprie ragioni e motivazioni. E per concludere, l’iniziativa che si è svolta alla fine dell’anno scolastico, in collaborazione con esperti di Pizza School, ha visto la sfida per realizzare la pizza migliore. Si è trattato di un evento laboratoriale per comprendere in modo pratico il senso del fare squadra, del collaborare, la fase adulta e costruttiva del percorso.
Quali sono le prossime iniziative che partiranno dall’IC di Lozzo Atestino?
Ho da poco incontrato i docenti che si sono trasferiti nell’istituto e proprio da loro è emersa un’importante esigenza, che ha già fatto da sfondo all’anno scolastico appena trascorso e che sicuramente illuminerà il cammino del prossimo. La parola chiave è “motivazione”, senza la quale non si svolge in modo efficace il nostro lavoro, senza la quale non si collabora, non si fa squadra. Spesso, consentitemi di affermarlo con forza, lo stesso CNNL si sofferma maggiormente sulla formalità, su prestazioni e orario, ma nella scuola ciò che conta è molto altro. Penso, per esempio, che i collegi docenti di tutto l’anno sono durati – secondo le modalità innovative che abbiamo concordato all’unanimità nell’istituto – ben più delle canoniche ore previste, e questo senza alcun problema, tutt’altro! Così, partendo dal bilancio dell’anno appena passato, guardando ad un futuro realizzabile, l’idea è nuovamente quella di cominciare in modo coinvolgente. Il Collegio Docenti iniziale, proprio perché sarà il primo dei tanti passi di un percorso, si svolgerà in una fattoria didattica il prossimo 4 settembre. Ce ne sono molte in Italia, e speriamo di fare da esempio. I docenti saranno coinvolti nuovamente nel territorio, dal quale gran parte del nostro agire parte e sulla collaborazione con il quale si fonda la qualità dell’offerta formativa.
Al centro, inoltre, anche numerose sfide: cercheremo insieme di scoprire quanto sia alla portata dei docenti e della comunità educante, per cambiare nel concreto, per andare oltre il fatidico “si è sempre fatto così”, facendo nostro per esempio quanto abbiamo imparato da modalità differenti di fare scuola, uscendo da vincoli precostituiti. Durante il primo collegio del nuovo anno scolastico, ci tengo a sottolinearlo, ci affideremo alla pratica del Lego serious game, per costruire dapprima in modo simulato, nuovi scenari, nuove confort zone.
Qual è il suo sogno professor D’Ambrosio?
Pensando al prossimo anno scolastico il mio sogno, ma soprattutto il mio augurio è che fare comunità diventi il motto di ogni scuola.
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