inviato da Enrico Maranzano – L’intelligenza artificiale è oggetto di studio e di valutazione. In questo scritto si scandaglierà il suo impatto in campo educativo: la storia dell’evoluzione tecnologica consentirà di delimitare l’ambito del problema dell’informatica nella scuola.
Inizialmente si rifletta sul passaggio dalla calcolatrice al computer: alla base dell’evoluzione c’è l’idea che la memoria della calcolatrice possa ospitare non solo numeri, ma anche regole e le applichi per risolvere specifiche questioni.
Capacità di sistematizzare, di modellare, di algoritmizzare e di controllare sono alcune delle qualità necessarie per dominare il cambiamento indotto dal nuovo scenario.
Consideriamo ora gli effetti della comunicazione in rete, che fino agli anni 90 apparteneva esclusivamente all’ambito militare: il mondo è diventato un villaggio globale, i motori di ricerca facilitano l’accesso alle informazioni, le relazioni interpersonali sono facilitate, la velocità del cambiamento accelera, la realtà virtuale diventa parte integrante del nostro ambiente … Inoltre, le risposte agli interventi sono immediate.
Ecco alcuni comportamenti utili per l’interazione con internet: dominare il cambiamento sviluppando nuove competenze, percepire e definire problemi, formulare domande, individuare le parole chiave, distinguere i dati dalle informazioni, valutare la credibilità delle fonti …
Siamo giunti all’ultimo sviluppo: tratteremo ChatGPT come modello dell’intelligenza artificiale.
Il rapporto uomo/macchina cambia radicalmente. Le richieste rivolte ai siti della rete contengono gli elementi caratterizzanti il risultato atteso; nel nuovo ambiente, invece, il colloquio con il calcolatore è del tutto simile a quello umano; le risposte derivano dall’analisi del testo introdotto e sono ottenute seguendo procedimenti probabilistici.
I motori di ricerca, Google ad esempio, restituiscono risultati estratti da documenti, da archivi o da pagine web mentre ChatGPT li ottiene tracciando percorsi nei propri archivi: sono cammini determinati in base al contesto della questione posta dall’utente. Gli esiti possono essere più di uno, differenti.
Le risposte dell’intelligenza artificiale possono assumere forma descrittiva o narrativa, seguite da eventuali approfondimenti.
Le relative conversazioni possono riguardare la generazione di testi, di poesie e attività che richiedono l’elaborazione del linguaggio naturale come la correzione di uno scritto, lo sviluppo alternativo di avvenimenti storici, la spiegazione di concetti o argomenti specifici, il chiarimento di questioni tecnologiche, i consigli sulla salute personalizzati e altro ancora.
ChatGPT non determina le risposte con processi algoritmici ma le elabora in base alle sue conoscenze e a modelli statistici dei linguaggi; itinerari che, traslati in campo umano, sarebbero definiti esperienziali.
La sintassi determina le sue azioni, non la semantica.
Chiediamoci infine: come cambieranno le attività scolastiche con l’avvento dell’intelligenza artificiale? Per rispondere è necessario condividere il significato di educazione, da intendere come individuazione, crescita e maturazione delle capacità individuali. Per poter osservare tali capacità, i docenti predispongono occasioni di lavoro finalizzate.
Ecco emergere l’attualità dell’insegnamento del pedagogista Francesco De Bartolomeis, il quale proponeva un approccio flessibile all’educazione, coinvolgendo attivamente gli studenti nella scoperta e nella costruzione del sapere mediante indagine e ricerca. Si tratta di una didattica che presuppone il possesso, da parte di ogni studente, dell’origine e del senso del proprio agire.
La pratica dei metodi d’indagine, propri delle diverse discipline, è diventata la finalità delle attività di laboratorio.
Finiti i lavori, gli studenti ne presentano gli esiti.
Segue il confronto, la sintesi e la sistematizzazione del docente, anche col supporto dell’intelligenza artificiale.
Come conclusione s’indica la via per attivare l’attività descritta: il Consiglio di Istituto ne ha la facoltà. Uno degli oggetti del suo mandato costitutivo è la delibera dei “criteri generali della programmazione educativa”.
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Autore dell’articolo redazione