Come dare «scacco matto» alla povertà educativa. Giocare è una cosa seria

di Paola D’Amico

Tre zone sociali della provincia di Terni protagoniste di «New generation community». Il progetto selezionato da Con i Bambini per il contrasto della povertà educativa minorile. Capofila è il Cesvol Umbria che ha coinvolto e coordinato 45 associazioni del territorio

Il gioco, dal latino iocum ovvero scherzo, è una cosa seria. Stimola la memoria, il linguaggio, l’attenzione, la concentrazione, favorisce la capacità di confrontarsi e relazionarsi, in una parola l’empatia. Tutto questo e molto altro si comprende con chiarezza entrando in punta di piedi nel grande cortile della scuola Don Milani di Vocabolo Casali di Papigno, un imponente edificio di inizi Novecento alla periferia di Terni. Qui si possono trovare dipinti per terra in formato gigante una scacchiera, il gioco del filetto (o tris), quello dei quattro cantoni, la campana africana e quella italiana. Per ogni gioco, gli alunni hanno realizzato un libriccino illustrato che ne spiega storia e regole. Rita Quaglietti, responsabile del progetto «Giochiamo in cortile» e del «Laboratorio di inclusione sociale e potenziamento dei talenti», ci accompagna in un tour virtuale e spiega: «I nostri bambini hanno imparato come si può realizzare un sogno, passare da un’idea alla sua realizzazione». La trasformazione del cortile grigio in un laboratorio vivo e colorato è frutto di un lavoro collettivo: «Sono stati coinvolti i nonni e i bimbi delle elementari hanno fatto da tutor ai più piccoli della scuola materna».

Realizzare un sogno

Le maestre avevano in testa il progetto da tempo: «Alcuni dei nostri bambini non conoscevano i giochi della tradizione e tanti a causa della pandemia si sono trovati a giocare soli, in casa, davanti a un tablet. Volevamo restituire loro quel segmento di spazio di cui sono stati deprivati». Essenziale, per centrare l’obiettivo e trovare i fondi necessari ad acquistare le vernici e i materiali per cambiare volto al cortile, è stata la collaborazione con il Cesvol Umbria (www.cesvolumbria.org) che ha coordinato il progetto sulla povertà educativa New Generation Community mettendo in rete 45 organizzazioni del territorio, poi selezionato e finanziato dall’impresa sociale Con i Bambini.

Tra queste c’è la Casa del Sole, ad Amelia, che fa parte della rete Prendiamoci Per Mano. Sandro Romildo è l’anima della prima e il coordinatore della seconda: «Casa del Sole ha compiuto trent’anni. I bambini di allora oggi sono mamme e papà e noi che all’epoca abbiamo messo le nostre energie per questo centro educativo autocostruito e autogestito siamo nonni». Il centro nell’82 è nato in un terreno abbandonato di proprietà comunale che si trovava proprio accanto all’asilo. «Anno dopo anno – aggiunge Romildo – abbiamo realizzato il campo gioco polivalente, la sala di comunità e quest’anno con i bambini abbiamo ridipinto il tunnel del gioco con i colori dell’arcobaleno. Essere parte del progetto di Cesvol- conclude – oltre ad averci permesso di fare formazione, apprendere un metodo, ha legittimato il nostro impegno ed è la spinta a farcela, dopo due anni che hanno assestato un duro colpo al lavoro dei volontari».

Nella rete di New Generation Community associazioni, cooperative sociali, fondazioni, istituti scolastici, enti locali e l’Università degli studi di Perugia. Tutti al lavoro per costruire e sperimentare un modello innovativo di welfare comunitario in contesti territoriali fortemente svantaggiati. Con l’obiettivo di promuovere il benessere e la crescita degli under 14, in particolare di quelli a rischio o in situazione di vulnerabilità, cosi da prevenire la dispersione scolastica, ma anche aumentare la motivazione allo studio.

Tra i testimoni del percorso anche Eleonora Castellani, 36 anni, musicista e volontaria Arci: «Da sempre considero la musica un valore collettivo e quest’anno siamo riusciti a tornare in presenza con lezioni di musica gratuite, ospiti del circolo Arci nel quartiere più multietnico di Terni». Giancarlo Billi presidente Cesvol Umbria conclude: «Il progetto ha tentato di offrire una risposta a quelle pratiche educative definite spontanee, affermando l’intenzionalità come motore dell’agire educativo per costruire un programma di interventi e di attività condiviso fortemente orientato alla riscoperta dell’identità, della motivazione e all’educazione alle emozioni e ai sentimenti collaborando con istituzioni scolastiche, enti locali, famiglie e organizzazioni del Terzo settore».

8 luglio 2022 (modifica il 17 luglio 2022 | 02:28)

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, 2022-07-17 00:31:00, Tre zone sociali della provincia di Terni protagoniste di «New generation community». Il progetto selezionato da Con i Bambini per il contrasto della povertà educativa minorile. Capofila è il Cesvol Umbria che ha coinvolto e coordinato 45 associazioni del territorio, Paola D’Amico

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