Nel leggere le notizie relative all’approvazione sul decreto mille proroghe, mi chiedo se la nuova denominazione del Ministero dell’Istruzione e del Merito sia una presa in giro per tutti quelli che come me, ancorché vincitori dell’ultimo concorso per dirigenti scolastici, per intenderci quello del 2017, hanno dovuto rinunciare e rientrare nel ruolo di docente perché assegnato in una regione distante 2.000 km dal luogo dove vive e lavora e dove risiedono i propri cari.
Si dirà: il bando prevedeva espressamente che il concorso era nazionale e che le sedi potevano essere anche in regioni diverse e lontane da quelle di residenza. Ciò che il bando non prevedeva e, non poteva prevedere, era che bastava ricorrere contro il mancato superamento di una delle prove previste dal bando, mantenere in vita il ricorso fino ad oggi ed essere comodamente reinserito in graduatoria dopo la frequenza di un corso “intensivo” e il superamento di un “esame”.
Chissà, forse se avessero ripescato prima i ricorrenti, se non ci fosse stato lo scorrimento della graduatoria, se non mi avessero chiamato a fare il dirigente in Lombardia a fine settembre del 2020, ad anno scolastico avviato, probabilmente l’anno successivo sarei stato uno dei primi a scegliere la sede e sarei rimasto nella mia amata Sicilia a fare il dirigente scolastico e a prendermi cura dei miei familiari.
Di sicuro se dovessi decidere di partecipare al nuovo concorso per dirigente scolastico, se non dovessi superare una delle prove, presenterò ricorso avverso tale decisione, in attesa di un futuro decreto mille proroghe che mi consentirà, finalmente, di diventare dirigente scolastico.
Nunzio Domina
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