Dopo l’approvazione in Commissione lo scorso 8 febbraio, approda in Aula la legge di conversione al decreto Milleproroghe con l’emendamento che rimette in carreggiata un folto numero di candidati al concorso per dirigente scolastico 2017.
Al riguardo abbiamo sentito Carmela Bucalo, senatrice di Fratelli d’Italia, componente della 7ª Commissione permanente (Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica) del Senato che, da anni ormai, si è battuta per dare una risposta a quanti sono rimasti fuori da un concorso che ha presentato diversi punti oscuri, su alcuni dei quali sta tentando di far luce anche la magistratura penale.
Cosa prevede l’emendamento
L’emendamento prevede, in particolare, un corso-concorso destinato ai candidati che abbiano pendente un contenzioso giurisdizionale per mancato superamento della prova scritta o della prova orale del concorso, nonché a quei candidati che, ammessi con riserva al concorso in virtù di un provvedimento giurisdizionale, dopo aver superato le prove concorsuali sono stati nominati dirigenti scolastici, salvo poi essere restituiti al ruolo docente per via dell’esito negativo del ricorso.
L’obiettivo era rendere giustizia agli esclusi dal concorso
Più che i rischi cui si trovava esposta l’Amministrazione scolastica dalla pendenza di numerosi contenziosi, per la senatrice Bucalo è stata la necessità di rendere giustizia a quanti si sono sentiti ingiustamente esclusi dal concorso, a far si che si trovasse una soluzione condivisa al problema.
Critiche ingiustificate?
Seppur numerose critiche stiano pervenendo in questi giorni avverso la soluzione proposta, per la senatrice Bucalo nessun timore devono avere gli idonei al concorso in attesa di nomina, in quanto i destinatari del corso-concorso saranno inseriti in coda alla graduatoria e, quindi, nominati solo successivamente; nemmeno i candidati al concorso 2011, anch’essi in attesa di giustizia, sono stati dimenticati, dovendo tuttavia la loro questione essere affrontata con separato provvedimento, viste le differenze oggettive tra il concorso del 2011, espletato su base regionale, e quello del 2017 su base nazionale.
Neppure può parlarsi di disparità di trattamento, ha proseguito la senatrice, rispetto ai candidati che non hanno superato la prova preselettiva, trattandosi di situazioni differenti.
Non è una sanatoria, si salvaguarda il merito
Non si tratta peraltro di una sanatoria, ci ha tenuto a ribadire la Bucalo, in quanto la procedura prevede per le categorie di candidati interessate una prova – scritta o orale – di ammissione al corso intensivo di formazione, che garantirà quindi una selezione degli aspiranti in base al merito.
Quindi nessun salvataggio automatico, ma una selezione dei più meritevoli.
Prove di accesso al corso di formazione
Le prove di accesso al corso intensivo, in particolare, consisteranno un una prova scritta a quiz, destinata a chi non ha superato la prova scritta del concorso e chi era stato ammesso con provvedimento giurisdizionale poi caducato, ed una prova orale per chi non aveva superato la prova orale del concorso; in entrambi i casi l’emendamento prevede la necessità di conseguire la votazione minima della sufficienza.
La previsione del voto minimo di 6/10 anziché, come in tutti i concorsi pubblici, ivi compreso quello per dirigente scolastico, la votazione minima di 7/10 prevista per il superamento delle prove concorsuali, ha proseguito la senatrice Bucalo, è stata frutto di una precisa scelta concordata con i tecnici del Ministero, che non potrà in alcun modo costituire un punto debole della procedura.
In ogni caso, fino all’ultimo momento sono possibili ritocchi al testo prima dell’approvazione finale.
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