Un concorso “pieno di irregolarità”, ha detto l’ex Sottosegretario Sasso in relazione alle vicissitudini che hanno riguardato il concorso a dirigente del 2017. Tra ricorsi, denunce, indagati, si ricorderà come il concorso più tribolato della scuola. Sarà ricordato anche come il concorso in cui un Ministro, in questo caso l’Azzolina, vi partecipò vincendolo.
In particolare, la Lega ha presentato un emendamento al Decreto Milleproroghe con il quale si interviene su quanti hanno partecipato al concorso ma che, pur non avendo superato le prove, erano stati inseriti in graduatoria con un provvedimento cautelare. L’emendamento, dopo una sentenza del CdS che ha rigettato i provvedimenti cautelari, prevede che questi aspiranti possano accedere ad un corso riservato di 150 ore. Il provvedimento ha scatenato uno scontro politico tra maggioranza e opposizione che vi riportiamo di seguito.
Si umilia chi studia
Con una prima nota, alcuni esponenti del Movimento 5 stelle della commissione Istruzione al Senato, Luca Pirondini, Vincenza Aloisio e Francesco Castiello, hanno attaccato l’emendamento accusando la Lega di premiare chi non studia. ” Ci sono cascati di nuovo. – scrivono – Dopo aver cercato nel decreto Aiuti IV di spalancare le porte delle nostre scuole a futuri dirigenti scolastici bocciati al concorso del 2017, ora la destra ci riprova con il Milleproroghe. Si, perché un emendamento presentato dalla Lega prova nuovamente a fare una sanatoria indegna a favore di coloro il cui unico ‘merito’ è aver partecipato al concorso e frequentare un mini corso riservato di 120 ore con prova finale. Tanto basta alla maggioranza per farli diventare presidi delle nostre scuole. Ma con che faccia continuano a parlare di ‘merito’ quando continuano a presentare proposte del genere, che umiliano chi studia per far passare avanti chi è stato bocciato, svalutando la scuola pubblica a parcheggio retribuito per pochi fortunati? Sarebbe interessante capire cosa ne pensa il ministro Valditara, che della parola ‘merito’ ha fatto un vessillo buono per la propaganda ma senza alcun senso alla prova dei fatti“.
Lega, bocciature ingiuste
Così il deputato della Lega, Rossano Sasso rispondendo ai 5Stelle
“Dai 5 stelle ennesimo attacco ai lavoratori della scuola. Non contenti dei danni alla categoria perpetrati durante il Conte II dal Ministro Azzolina, continuano ad attaccare la categoria dei docenti. Questa volta ad essere presi di mira sono gli insegnanti che hanno partecipato all’ultimo concorso da dirigente scolastico nel 2017“.
“Un concorso, lo ricordiamo, denso di irregolarità e di denunce penali che hanno portato anche a numerosi indagati e al quale incredibilmente partecipò anche l’ex Ministro Azzolina, passando alla storia come il ministro che si auto-assunse come dirigente scolastico. Tutto con il benestare di Giuseppe Conte che fece finta di non vedere il pauroso conflitto di interessi. Non è vero – come scrivono i pentastellati – che un emendamento della Lega vorrebbe proporre una sanatoria a questa situazione. Vorremmo solo dare a chi è stato bocciato ingiustamente la possibilità di poter essere nuovamente valutato con una regolare selezione e delle regolari prove scritte e orali. Ai parlamentari grillini suggerisco di studiare meglio l’emendamento e soprattutto di andare a ripassare la storia di quel concorso che ha lacerato migliaia di lavoratori. Il M5S, alla luce delle passate polemiche, farebbe meglio a tacere”, conclude la nota.
M5S si divende: “Non attacchiamo i lavoratori”
Così il capogruppo M5S in commissione istruzione al Senato Luca Pirondini.“Il leghista Sasso gioca con le parole accusando il Movimento 5 Stelle di attaccare i lavoratori della scuola. Anzitutto si sostituisce ai magistrati che hanno rigettato i ricorsi e alle commissioni di valutazione definendo “ingiuste” le bocciature. Ma soprattutto fa finta di non sapere, ma in realtà lo sa benissimo, che il vero attacco è il loro, perché umilia chi è diventato dirigente scolastico grazie allo studio e al superamento di un concorso, mentre lui vorrebbe dare il posto a chi fa un semplice corso, riservato a una ristretta cerchia di candidati. Il concetto che proprio i leghisti faticano a comprendere è uno: per fare il dirigente scolastico, così come l’insegnante e in generale per accedere al pubblico impiego, serve un concorso, che è lo strumento idoneo a valutare il merito dei candidati. Se invece a chi è stato bocciato fai fare un corso riservato, la prova finale non è uno strumento di valutazione del merito ma solo un escamotage per realizzare una via preferenziale a danno degli altri”.