Venerdì 15 dicembre, alle ore 12, nuovo confronto fra amministrazione e organizzazioni sindacali sul concorso di religione cattolica previsto nei primi mesi del 2024.
Al centro del dibattito quei temi risultati ancora non del tutto risolti nel corso dell’incontro dell’11 dicembre scorso.
Il confronto, riferisce la FGU/Snadir, servirà per portare a compimento il dialogo già avviato sulle procedure straordinarie per gli insegnanti di religione cattolica di cui all’art.1bis, comma 2 della legge 159/2019, in vista di una formulazione definitiva che vada a vantaggio dei precari con servizio ultradecennale e che assicuri a tutti gli idr precari una stabilizzazione e un consolidamento della vita professionale.
“Siamo convinti che questa sia la strada giusta per restituire credibilità e dignità alla nostra professione – ha dichiarato Orazio Ruscica, segretario nazionale Snadir e presidente Fgu. La priorità resta quella del diritto al lavoro e alla qualità del lavoro per tutti, come hanno compreso meglio di noi gli altri paesi d’Europa”.
Il Ministero ha già riferito di voler procedere con il concorso attraverso una prova orale, a carattere didattico metodologico, che non prevede un punteggio minimo di superamento.
La prova avrà una votazione che, sommata ai titoli culturali e professionali, determinerà la posizione finale alla graduatoria di merito da utilizzare, a scorrimento, fino a totale esaurimento.
La prova orale dovrebbe avere una durata massima complessiva di 30 minuti per la prova orale didattico-metodologica.
Ci sarà inoltre l’estrazione della traccia su cui si svolgerà l’esame 24 ore prima della prova stessa.
Proprio nell’ottica di stabilizzare il precariato, è prevista un peso considerevole alla valorizzazione dell’esperienza maturata, alla quale potranno essere assegnati fino a 100 dei 250 punti complessivamente previsti per la valutazione.
Durante la prova orale sono esclusi i contenuti riguardanti in modo specifico l’insegnamento della religione cattolica.
Ricordiamo, che il decreto proroghe, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ha spostato la pubblicazione del bando al 2024: “2-ter. All’articolo 1-bis, comma 1, del decreto-legge 29 ottobre 2019, n. 126, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 dicembre 2019, n. 159, le parole: «entro l’anno 2023» sono sostituite dalle seguenti: «entro l’anno 2024»“.
L’amministrazione ha assicurato alle organizzazioni sindacali che la procedura sarà bandita nei primi mesi del 2024.
Nel frattempo, è di pochi giorni fa la conferma, da parte del Ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, della pubblicazione imminente di un DPCM che autorizza le 6.442 assunzioni di insegnanti di religione.
I concorsi: 70% per lo straordinario e 30% per l’ordinario
Risulta propriamente corretto parlare di concorsi di religione cattolica, dato che in verità le procedure saranno due: una ordinaria e una straordinaria.
Le regole sono state definite dal decreto PA bis, che ha definito la quota percentuale alle assunzioni, che saranno realizzate con una quota del 70% per la procedura straordinaria, rispetto a quelle previste con concorso ordinario, che invece avrà una quota del 30%.
Per quanto riguarda il concorso per insegnanti di religione cattolica, il 14 dicembre 2020 è stata siglata l’intesa fra il Ministero dell’Istruzione e la CEI per far partire il nuovo concorso di religione cattolica,previsto dall’articolo 1-bis della legge 159/19.
Il requisito principale di accesso al concorso è il possesso per i candidati della certificazione dell’idoneità diocesana: “è prevista la certificazione dell’idoneità diocesana di cui all’articolo 3, comma 4, della legge 18 luglio 2003, n. 186, rilasciata dal Responsabile dell’Ufficio diocesano competente nei novanta giorni antecedenti alla data di presentazione della domanda di concorso”.
Stabilizzazione dei precari
Tuttavia, il testo dell’intesa ricorda che i posti messi a bando nella singola Regione per il “personale docente di religione cattolica, in possesso del riconoscimento di idoneità rilasciato dall’Ordinario diocesano, che abbia svolto almeno tre annualità di servizio, anche non consecutive, nelle scuole del sistema nazionale di istruzione” corrispondano a quanto stabilito dall’articolo 1-bis, comma 2, del decreto-legge n. 126 del 2019“.
Pertanto, dei posti messi a concorso il 70 per% dei posti potrà essere riservata al personale docente di religione cattolica, sempre in possesso del riconoscimento di idoneità diocesana, che abbia svolto almeno tre annualità di servizio, anche non consecutive, nelle scuole del sistema nazionale di istruzione.
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