Concorso ds 2017: sanatoria per i bocciati, disinteresse per i vincitori

Se è vero che a tutto si fa l’abitudine, perfino al veleno, non dovrebbe far gridare allo scandalo l’ennesima sanatoria ‘fiorita’ nel mondo del reclutamento scolastico a beneficio dei  candidati bocciati all’ultimo concorso per dirigenti scolastici, ma, fortunatamente, resiste ancora  la capacità di indignarsi e a questa ci aggrappiamo per raccontare una vicenda che ha riflessi diretti sulla professionalità e sull’immagine dei dirigenti vincitori legittimi del concorso. Già perché in questa ‘faccenda’ tutti hanno detto la loro, bocciati, asteriscati, depennati, aspiranti candidati al prossimo concorso regionale, tutti tranne noi, i vincitori legittimi in servizio.

A beneficiare di questa sanatoria sono gli aspiranti dirigenti scolastici bocciati all’ultimo concorso, quello nazionale del 2017, con un contenzioso aperto con l’Amminstrazione.
Le situazioni per cui i bocciati hanno fatto ricorso sono molteplici, contestazioni sulla legittimità della soglia dei voti, sul funzionamento dei sistemi digitali, sulla  presenza di 3 membri di commissione inidonei. 
Da subito il concorso nazionale del 2017 è stato pesantemente attaccato con una serie di ricorsi che ne pretendevano, addirittura, l’annullamento.
Tutto rispedito al mittente con la pronuncia definitiva del Consiglio di Stato che accerta la piena validità della procedura concorsuale.
A questa poi si sommano altre sentenze esemplari di parere negativo per la stragrande maggioranza di chi ha forzato il regolamento e preteso un trattamento diverso. E allora, diciamolo apertamente, non si capisce la logica di questa sanatoria che è stata presentata come una soluzione salvifica per la Pubblica Amministrazione, con il paventato rischio di una soccombenza nelle aule giudiziali e il risarcimento dei danni, non si capisce perché al contrario, nei fatti, l’Amministrazione ha vinto e vince in quanto le pretese dei ricorrenti sono, nella quasi totalità, vacue e prive di reale fondamento e appartengono alla italica propensione al ‘ricorsificio’ che, come si vede,  conviene sempre.

Con una prova scritta ‘a crocette’ e un corsetto a pagamento di 120 ore i bocciati avranno non una nuova possibilità di far vedere quello che valgono, ma una umiliante semplificazione che fa sospettare il timore di cimentarsi con un vero concorso che forse non avrebbero, di nuovo,  superato e allora meglio correre ai ripari e scongiurare nuovi ricorsi…d’altronde i candidati sono smaliziati ed avvezzi allo strumento! Avanti c’è posto, in fondo sono solo 6 mila!

Noi invece, legittimi vincitori in servizio, abbiamo preso ‘sberle’ da tutti: abbiamo visto i bocciati sputare sentenze sull’intera procedura creando, ad arte, ombre e sospetti sul concorso e su chi lo aveva superato; ci siamo visti scavalcare nelle graduatorie e nei posti assegnati da chi vantava la presunzione di un diritto (gli asteriscati) rispetto alla nostra certezza del diritto; siamo stati penalizzati dallo scorrimento della graduatoria a causa di chi ha rifiutato il posto lontano da casa e ora pretende una nuova possibilità. Noi, legittimi vincitori in servizio, siamo la palese testimonianza dell’inesistenza del merito e di quanto poco valgono il rispetto delle regole e l’assunzione delle responsabilità.

Da quattro anni chiediamo che venga applicata la norma della priorità della mobilità su tutti gli altri movimenti, sul 100% dei posti disponibili, ma siamo inascoltati.
L’intera Pubblica Amministrazione si regge sul riconoscimento dell’anzianità di servizio come precedenza, tanto è importante che perfino la retribuzione si basa su questo principio. Invece se sei di ruolo come dirigente scolastico, hai vinto un concorso nazionale e fai domanda di mobilità interregionale, non puoi contare sul 100% dei posti e a settembre potrai vedere un aspirante dirigente neo immesso che prende il ruolo in una scuola della tua regione di residenza mentre tu, insieme alla tua anzianità di servizio, rimani al palo per altri 3 anni a centinaia di km da casa!

Il concorso nazionale fatto a legislazione invariata, con regole contrattuali che prevedono ancora ruoli regionali e sistemi di equilibrio per ruoli regionali, ha risparmiato sul nostro diritto di scegliere da subito la regione in cui svolgere il concorso e in cui lavorare, diritto riconosciuto a tutti tranne che a noi. Oggi noi, legittimi vincitori in servizio, a differenza degli altri non chiediamo una sanatoria ma una ‘riparatoria’ che stabilisca la restituzione di quel diritto di scelta  ingiustamente sottratto, la precedenza dell’anzianità di servizio, la possibilità dopo il vincolo triennale di chiedere ogni anno la mobilità per rientrare nelle nostre regioni, il riconoscimento del principio che prima degli altri ci siamo noi,  perché oltre il danno non  passi anche la beffa  di vedere bocciati sanati e vincitori abbandonati!

Dirigenti scolastici vincitori e immessi nei ruoli dal concorso nazionale 2017

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