Concorso DS: il Milleproroghe salva-bocciati censurato da Mattarella,

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La legge 14/2023 di conversione del decreto-legge 198/2022 “Milleproroghe” – che comprende anche l’emendamento che ha rimesso in pista i bocciati dell’ultimo concorso DS – si porta dietro una serie di critiche di merito e di metodo come da tempo non succedeva. Le osservazioni e le riserve del Presidente della Repubblica che hanno accompagnato la promulgazione della legge è sperabile possano segnare una svolta sia nell’abuso della decretazione d’urgenza sia nel frequente stravolgimento dei decreti-legge che il Parlamento trasforma con disinvoltura in provvedimenti omnibus che quasi sempre non hanno la natura di urgenza e straordinarietà richiesti dalla Costituzione. Il caso del salva-bocciati al concorso DS ne è una prova eloquente.

Mattarella ha stigmatizzato “l’abuso della decretazione di urgenza e la circostanza che i decreti-legge da tempo divenuti lo strumento di gran lunga prevalente attraverso i quali i governi esercitano l’iniziativa legislativa”, ma bacchetta anche il Parlamento evidenziando “il carattere frammentario, confuso e precario della normativa prodotta attraverso gli emendamenti ai decreti-legge e come questa produca difficoltà interpretative e applicative”.

Il Presidente ha segnalato che ai 149 commi contenuti nel DL iniziale “Milleproroghe” il Parlamento ne ha aggiunti altri 205 (!) in sede di conversione.

A proposito del DL “Milleproroghe”, diventato da troppo tempo l’appuntamento di fine anno (forse unico caso in Europa, se non nel mondo) con il quale molti parlamentari della maggioranza di turno attraverso gli emendamenti cercano visibilità per i loro elettori, va detto con franchezza che rappresenta, da una parte, una specie di ammissione (inconsapevole) di colpa del Parlamento stesso per avere varato norme troppo complesse e/o di non facile e immediata applicazione che hanno bisogno di extra-time per essere varate e, dall’altra, una sorta di ciambella di salvataggio per la Pubblica Amministrazione che, però, suona anche come sollecitazione e accusa per la sua scarsa efficienza.   

Sempre a proposito di efficienza, in tutta fretta – comunque entro due mesi – il ministero dell’istruzione e del merito dovrà predisporre il corso intensivo di formazione dei candidati che avevano impugnato la loro bocciatura al concorso DS (infatti la maggioranza parlamentare ha voluto premiare di fatto solo chi ha presentato ricorso, creando le premesse per una “istigazione” a fare ricorso sempre e comunque in qualsiasi concorso pubblico, per la gioia degli studi legali e a danno della Pubblica Amministrazione che li dovrà gestire).

Su quell’emendamento (comma 11-quinquies) di salvataggio dei candidati bocciati sembra che il ministero, chiamato ad esprimere parere, non abbia avanzato riserve, anche se quel recupero, oltre a non avere indubbiamente natura di necessità e urgenza, non poteva essere considerato come valorizzazione del merito.    

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