Concorso ordinario: la bocciatura nel test fa sentire inadeguati insegnanti che lavorano con passione a scuola. Lettera

inviata da Maria-Costanza Bagnoli – Sono una docente precaria di 40 anni e da 11 anni insegno con estrema soddisfazione formandomi e aggiornandomi sulle nuove metodologie, l’inclusione, la didattica attiva, le competenze chiave, ecc.

Ricevo manifestazioni di stima da colleghi di ruolo e di indiscutibile valore e di affetto e gratitudine dai ragazzi della scuola secondaria di primo grado; informandomi e aggiornandomi, seguo le indicazioni per il profilo di insegnante che deve prima di tutto includere e aiutare a sviluppare competenze piuttosto che conoscere mnemonicamente nozioni, e modifico le mie modalità di insegnamento piuttosto che far rientrare la didattica in una mera valutazione delle cose che ricordi o meno;

negli ultimi 2 anni della mia vita mi sono formata per affrontare il concorso ordinario e nell’ultimo mese ho letteralmente abbandonato la mia famiglia per arrivare a padroneggiare il programma richiesto per il concorso. Torno ora dopo una mattinata di grande delusione: padroneggio la lingua (a livello certificato c1), la normativa, le strategie didattiche, quanto concerne l’inclusione, il quadro storico, letterario, il quadro di riferimento europeo in struttura e contenuti e tutto quello che sulla carta viene chiesto di essere e possedere a un insegnante competente, eppure ho totalizzato 68 punti in un concorso che dovrebbe filtrare le persone che possiedono una competenza generale per poter accedere alla prova orale per diventare insegnanti.

Mi sono trovata davanti a dover scegliere le 2 parole usate da Shakespeare nella quartina indicata, individuare una frase di uno tra centinaia di descrittori e collegarla al giusto livello con gradazioni tipo A2,A2+,B1,B1+ ecc, definizioni da manuale universitario di un termine, variabili dalle altre solo per 2 parole.

Non ho parole sinceramente. Insegno per creare una scuola che formi i nuovi cittadini al sapere, all’intercultura e al concetto di skills e rimango semplicemente stravolta da come il sistema scolastico continua a far sentire respinte e inadeguate persone che invece danno la loro anima. Si parla di cambiamento, ma oggi mi sento proprio come mi sentivo 35 anni fa in quella scuola che oggi si dovrebbe considerare superata.

, 2022-03-18 14:30:00, inviata da Maria-Costanza Bagnoli – Sono una docente precaria di 40 anni e da 11 anni insegno con estrema soddisfazione formandomi e aggiornandomi sulle nuove metodologie, l’inclusione, la didattica attiva, le competenze chiave, ecc.
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