di Aldo Cazzullo
Riproponiamo una delle interviste pi lette del 2022, in cui il presidente Mediaset raccontava le sue pi grandi passioni: Sono milanese, filoleghista, bossiano. Ogni mattina suono Beethoven, Schumann, Bach, Debussy: il momento pi bello della giornata
Riproponiamo qui una delle interviste pi lette del 2022, quella di Aldo Cazzullo a Fedele Confalonieri, uscita sul Corriere della Sera del 18 luglio.
Fedele Confalonieri nel suo ufficio di presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo. La data di fondazione 1387. Qui, tra le guglie, trovo lo spirito di Milano. La citt: le arti e i mestieri, le corporazioni medievali e gli industriali del Novecento, la Chiesa e il lavoro.
Qual il vero spirito di Milano, secondo lei?
Chi ha un mestiere venga a Milano, diceva mille anni fa Ariberto d’Intimiano, il primo a tener testa all’imperatore. Oggi potremmo tradurre: chi volta el cu a Milan, volta el cu al pan.
Chi volta le spalle a Milano, volta le spalle al pane.
Fisicamente non una metropoli; ma della metropoli ha l’anima. Come Parigi, Londra, New York. Generazioni di persone sono arrivate qui dal resto d’Italia e del mondo; e sono diventate milanesi.
A chi pensa?
Le faccio solo due nomi. Joe Nissim: ebreo di Salonicco, eroe di guerra, finito a Milano nel 1947, morto nel 2019 a cent’anni; l’uomo di Simmenthal, Rio Mare, Manetti&Roberts, un gruppo da 250 milioni di utili; siamo diventati amici da adulti, cosa rara; ha pure adottato una guglia del Duomo. E Indro Montanelli. Grande toscano, divenuto milanese. Gli piaceva tutto della citt, anche il clima, propizio alla sua natura un po’ depressa. Apprezzava quel grigino di Milano, che ora non c’ pi. Negli anni 70 per avevamo ancora la nebbia….
Lei stato amministratore del Giornale, e Montanelli non l’avete trattato bene.
Noi abbiamo salvato il Giornale, che aveva perso i tre miliardi di pubblicit garantiti da Montedison. Quello il momento in cui Berlusconi comincia a fare politica, a modo suo, negli anni bui del terrorismo.
Cio?
A Montanelli davano del fascista; in realt sul Giornale scriveva il meglio della cultura liberale europea, Bettiza, Frane Barbieri, Aron, Borges, Ionesco, Fejto. E Silvio lo aiuta, all’inizio lasciando le azioni ai fondatori. Aiuta don Giussani e i giovani ciellini, che all’universit prendevano un sacco di botte dagli estremisti di sinistra. Su richiesta di Tognoli, Berlusconi rilancia il teatro Manzoni, comincia con l’Amleto di Lavia nella versione lunga quattro ore, dice ai milanesi: basta coprifuoco, ricominciate a uscire la sera. E poi le tv. E il Milan.
Montanelli per nel 1994 l’avete mandato via.
il mio cruccio. Lui e Silvio erano due primattori. Se li avessi riuniti attorno a un tavolo, forse sarei riuscito a trattenere Indro. Anche su Craxi c’era stata una discussione dentro il Giornale: Bettiza voleva appoggiarlo; Montanelli invit a votare Dc.
Lei come ricorda Craxi?
Un grande politico. Uno che si era fatto le ossa sulla strada, sulla “calle” come diceva Gianni Brera. Era stato assessore a Sant’Angelo Lodigiano. Si era battuto per salvare Moro, contro la linea di Andreotti e Berlinguer. Aveva fermato gli americani a Sigonella. Magari avessimo oggi un governo in grado di tener testa agli americani….
Draghi deve andarsene o restare?
Meglio che resti. Certo, non bello che un Paese sia commissariato; ma il destino di chi ha troppi debiti. Per non mi piace la linea di Draghi sulla guerra, sulle armi. Noi siamo un popolo di santi e di navigatori; non di guerrieri.
Putin ha aggredito l’Ucraina.
E io lo condanno. Chi spara per primo sempre da condannare. Piango per i bambini uccisi. Ma non mi convince neppure l’attore, Zelensky. La guerra va fermata; anche perch il conto della guerra lo sta pagando l’Europa. E l’Italia per prima. Le sanzioni indeboliscono noi. La crisi del gas rischia di avere conseguenze gravissime: ci sono aziende che in autunno dovranno licenziare.
Penser mica anche lei che la guerra sia colpa dell’Occidente?
L’Occidente avrebbe dovuto fare di tutto per evitarla. Un Kissinger l’avrebbe evitata; Biden non all’altezza. Johnson pareva la caricatura di Churchill. Avremmo bisogno di grandi diplomatici, che non ci sono. Portare la Nato fin quasi alle frontiere russe stato un errore. Tutto mi sarei atteso dalla vita, tranne che dar ragione a Santoro….
Torniamo a Craxi. I socialisti rubavano.
Craxi non prendeva soldi per s, ma per il partito. Guardi i suoi figli: Bobo non ha una casa di propriet; Stefania sta bene, ma perch senatrice e ha sposato un manager di successo.
vero che lei era contrario alla discesa in campo di Berlusconi?
vero. Anche Craxi era perplesso: pensava che avrebbe preso il 7, al massimo l’8%.
Perch era contrario?
Perch sapevo che ci avrebbero scatenato contro quello che poi accaduto. Una persecuzione giudiziaria senza precedenti.
Forse perch sapeva che avevate i vostri scheletri nell’armadio.
A cosa si riferisce?.
Non c’ forse un lato oscuro nel berlusconismo? Previti condannato per corruzione di magistrati, Dell’Utri per mafia.
Concorso esterno. Ma io sono certo che Dell’Utri sia innocente. Questa storia dei soldi della mafia, poi, una stupidaggine assoluta. Glielo dico perch c’ero. Luigi Berlusconi, entrato alla banca Rasini da ragazzo e uscito direttore, diede a Silvio la sua liquidazione per investire in un terreno. Il primo appartamento lo compr mia madre.
Luigia Borghi, sorella di Giovanni, il fondatore della Ignis.
Mio zio era un genio. Un Berlusconi con la quinta elementare. Suo padre, mio nonno Guido, faceva l’elettricista. Siccome era un po’ fascistino, dopo il 25 luglio andarono a rompergli le vetrine. Cos sfollammo a Comerio, dove prima andavamo in vacanza. Il nonno e lo zio cominciarono a investire nei fornelli elettrici, poi nelle stufette, infine nei frigoriferi… Cos, dal nulla, crearono la Ignis.
Giovanni Borghi aveva fama di essere un uomo duro.
No. Aveva fiuto per gli affari. E divenne uno dei protagonisti dell’Italia del miracolo economico. La periferia di Milano era un’immensa fabbrica. In fondo all’Isola c’era la Brown Boveri, poi la Bicocca, con la Falck e la Pirelli….
Il nonno paterno cosa faceva?
Fedele Confalonieri era un prestinaio. All’Isola, che adesso un quartiere trendy, vicino al Bosco Verticale; ma allora era di operai e di piccola borghesia. Il nonno lavorava tutti i giorni che il Signore mandava in terra, tranne il luned dell’Angelo e Santo Stefano.
Qual il suo primo ricordo?
I bombardamenti. Noi che scappiamo in cantina, e la mamma che corre in casa perch ha dimenticato le finestre aperte.
E l’incontro con Berlusconi?
All’oratorio. Avr avuto dieci o undici anni. Chi portava il pallone faceva le squadre. Silvio port il pallone. Lo ritrovai a scuola dai salesiani, lui era un anno avanti. Andavamo a vedere il Milan di Nordahl, con suo padre: tram fino a Piazzale Lotto; poi una bella scarpinata verso San Siro. Cominciammo a suonare insieme.
vero che lei lo licenzi dalla vostra orchestrina?
Eravamo in cinque. Io al pianoforte, lui contrabbasso e voce. Cantava bene, ma era sempre in mezzo al pubblico a far ballare le ragazze. Aveva gi il vizietto che l’ha poi reso celebre nel mondo. Mi prende ancora in giro: senza di me, sei dovuto andare in Libano….
In Libano?
Suonavo al casin, sino alle due di notte, ci pagavano bene. Poi andavamo a cena a Beirut o a vedere l’alba tra le rovine di Baalbek. Un periodo da mille e una notte. Ma c’erano gi i primi delitti politici, che annunciavano la guerra civile….
Com’era Berlusconi da giovane?
Uno che diceva una palla, e poi faceva di tutto per renderla vera. Un giorno una zingara gli predisse che sarebbe diventato presidente della Repubblica. E lui si mise d’ingegno…”.
Confalonieri, com’ davvero il suo rapporto con Gianni Letta?
Squisito. Letta per dieci anni stato il vero copresidente del Consiglio. Silvio esercitava la sua passione per la politica estera, in cui bravissimo, pensi a Pratica di Mare, o a quando ammans Gheddafi; e Letta governava. Poi certo, Gianni molto Roma: Quirinale, Vaticano, ambasciate… Io sono un milanese.
Ed considerato filoleghista.
Io sono filoleghista. Bossiano. L’unit d’Italia stata un errore. Pensi alle guerre d’indipendenza: nella prima Carlo Alberto parlava francese; la seconda una vittoria di Luigi Napoleone; nella terza ci affondarono la flotta a Lissa… Perch la Marsigliese e God save the Queen emozionano pi dell’inno di Mameli? Perch dietro ci sono i morti.
Anche Mameli mor per la patria italiana.
Ma dietro il suo inno ci sono i quattro gatti della Repubblica romana del 1849. Gloriosi finch vuole; ma sempre quattro. I caduti della Grande Guerra non ascoltavano l’inno di Mameli. I martiri della Resistenza neppure.
Salvini non le piace?
Mi simpatico. Ha fatto risorgere la Lega. Ma ora d l’impressione di parlare tanto e girare un po’ a vuoto.
La Meloni le piace?
Molto. Da ragazza era pure lei un po’ fascistina; per adesso che le puoi dire? Ci proveranno, la attaccheranno. Ma se dovessi dare un consiglio a Silvio, gli direi di puntare sulla Meloni. lei che pu riportare il centrodestra a Palazzo Chigi.
Berlusconi europeista, la Meloni populista.
Io nel Silvio delle origini vedevo una punta di populismo: quel rifiuto del teatrino della politica, che un po’ stato anche dei Cinque Stelle. Oggi Berlusconi dice tutte cose giuste: l’Europa, l’atlantismo, la moderazione. Ma ai poveri chi pensa? Ai ragazzi che non trovano lavoro e vanno all’estero? Agli italiani impoveriti dall’inflazione? La verit che sarebbe il momento di fondare un grande partito conservatore, che vada da Gianni Letta e dalla Ronzulli, la nostra donna forte, sino a Salvini e alla Meloni.
Lei stato presidente dell’orchestra Filarmonica della Scala. Come trova La Scala oggi?
Per vent’anni abbiamo sostenuto la Filarmonica, comprando i diritti e trasmettendo i concerti su Rete4: ci costava due miliardi di lire l’anno. Alla Scala devono lavorare i grandi direttori: Claudio Abbado, Riccardo Muti, che ha fatto un Verdi straordinario. E devono lavorare i grandi registi, che rispettavano la musica: Strehler, Ronconi.
Invece?
Invece sento dire: il Macbeth di Livermore… Calma: il Macbeth di Verdi, semmai di Shakespeare. Cosa c’entrano gli ascensori? Un po’ di umilt servirebbe a tutti. La mia ora di umilt quella che passo ogni mattina a suonare Beethoven, Schumann, Bach, Debussy, e mi sento una nullit di fronte a quei giganti. il momento pi bello della giornata.
Come sono i figli di Berlusconi?
Piersilvio sa fare la tv popolare; e ha trasformato Rete4 da una rete di soap-opera a un canale all news. Marina ha il senso dell’editoria e pure della politica.
Sar lei l’erede?
Non le consiglio di fare politica, per gli stessi motivi per cui sconsigliavo suo padre.
E gli altri figli?
Tutti bravissimi. Luigi un esperto di finanza. Barbara ed Eleonora tengono alta la curva demografica.
Chi stato il miglior sindaco di Milano?
Albertini.
E la Moratti?
Ottima. Ma che gelida manina….
Sala?
Bravo. Ma il Comune non mette una lira nell’Opera del Duomo. Eppure prima del Covid avevamo quasi tre milioni di visitatori, e ora siamo tornati a 9 mila al giorno, per due terzi stranieri. Tutta gente che viene a Milano anche per il Duomo.
Lei ha passato la vita con la stessa donna, Annick. Quando l’ha incontrata?
Avevo vent’anni, eravamo in vacanza in Grecia, nel golfo di Corinto. Non ci siamo pi lasciati. Adesso si mollano al primo litigio… ma che fai, ti metti con una di trent’anni pi giovane? Io non sono il tipo.
Berlusconi s. Di anni in meno, Marta Fascina ne ha 54.
Vuole una conferma che Silvio un genio? Se lei e io avessimo fatto un quasi-matrimonio, ne avremmo ricavato una figura del cavolo. Lui finito su giornali di tutto il mondo.
Sua moglie se n’ andata nel 2020.
Per il Covid. Che ho portato a casa io. L’ho preso al San Raffaele, dove ero stato ricoverato in uno stanzone, per farmi mettere tre stent. Lei si ammalata, fu ricoverata il primo novembre, il cinque ci ha lasciati. Ho ricordi confusi di quei giorni, come avvolti in una nebbia. Non ho potuto dirle addio, non sono potuto andare al funerale. Mi manca moltissimo.
Lei ha fede?
S. Sono stato educato dai preti, e mi arrabbio quando vogliono farli passare tutti per pedofili: io ho conosciuto sacerdoti meravigliosi, uomini come don Eugenio Bussa che aveva salvato i bambini ebrei dai nazisti, a rischio della sua stessa vita. Ho speranza, e anche qualche dubbio. Sono arrivato all’et in cui fai un bilancio della vita….
Qual il suo?
Contano i dieci comandamenti. Su alcuni son debole. Il sesto, il nono… Il quinto invece facile: non uccidere. Ho sempre detestato la violenza, per me contro natura.
Come immagina l’Aldil?
Shakespeare ammoniva che siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i nostri sogni. Intendeva dire che non siamo nulla. Per sarebbe bellissimo ritrovare le persone care. Lo spero tanto.
3 gennaio 2023 (modifica il 3 gennaio 2023 | 13:35)
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