di Marzio BredaDal 13 insediamento delle Camere, formazione dei gruppi delle varie forze politiche, elezione dei capigruppo e degli stessi presidenti di Montecitorio e Palazzo Madama. Quindi il probabile incarico a Giorgia Meloni I numeri sono così eclatanti che nessuno tenta, come si è talvolta visto nella storia repubblicana, di far pressione su Sergio Mattarella perché aggiri in qualche modo il risultato elettorale con qualche ostacolo imprevisto, magari per recuperare dal baratro i partiti sconfitti. Non lo farebbe mai. I giochi ambigui non gli appartengono e non rientrano nella sua visione di come va interpretato il ruolo da arbitro di chi è al Quirinale. Oltretutto, il responso delle urne di domenica è indiscutibile e sarebbe dunque fuori luogo in questo caso la sentenza del costituzionalista Giuseppe Guarino, già maestro di Francesco Cossiga all’Università di Sassari, quando lamentava che «il presidente della Repubblica è stato assunto come un freno al potere della maggioranza e caricato di aspettative improprie», da parte dell’opposizione. Il capo dello Stato, insomma, farà i conti prima di decidere. Controllerà come i voti si tradurranno in seggi. E, nell’annunciata alleanza del centrodestra, ne verificherà l’autosufficienza e la coesione in entrambe le Camere. Soltanto dopo comincerà a tirare le somme. Succederà con l’apertura delle consultazioni, che dovrebbe avvenire intorno alla metà di ottobre. Forse già il 17. Un termine che può apparire distante ma che è vincolato agli adempimenti necessari per insediare il nuovo Parlamento, il giorno 13, formare i gruppi delle varie forze politiche, eleggere i capigruppo e gli stessi presidenti di Montecitorio e Palazzo Madama. Se non ci saranno ritardi, che il Colle non si augura, o sorprese dell’ultima ora nella coalizione, l’incarico a Giorgia Meloni sembra l’esito più probabile. Del resto, dal 2018 lassù sono stati tenuti a battesimo esecutivi di ogni colore, dal gialloverde al giallorosso, fino alla formula omnibus. Tutte novità inaspettate. Il Corriere ha una newsletter dedicata alle elezioni: si intitola Diario Politico, è gratuita, e ci si iscrive qui Nel confronto con il presidente, le difficoltà per la leader di Fratelli d’Italia potrebbero venire unicamente dalla composizione del suo governo e dalle scelte su alcuni ministeri, sui quali la vigilanza del Colle è un dovere d’ufficio. Per esempio, per quanto riguarda gli Esteri, essendo il capo dello Stato garante dei Trattati internazionali. E ciò vale anche per i delicati dicasteri della Difesa, dell’Economia e dell’Interno, perché pure su questi si misura la nostra coerenza di membri dell’Ue e della Nato, su cui la Meloni si è espressa con toni espliciti. Materie non negoziabili, per Mattarella, al pari dei valori della Costituzione. In più, a ulteriore conferma di certi ancoraggi, incombono alcune decisioni sul conflitto in Ucraina, il Pnrr e la legge di Bilancio. Ecco perché al Quirinale si confida che la «pratica» del governo possa essere messa in sicurezza rapidamente e senza incidenti di percorso. 27 settembre 2022 (modifica il 27 settembre 2022 | 08:42) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-27 07:10:00, Dal 13 insediamento delle Camere, formazione dei gruppi delle varie forze politiche, elezione dei capigruppo e degli stessi presidenti di Montecitorio e Palazzo Madama. Quindi il probabile incarico a Giorgia Meloni, Marzio Breda