Consumi di gas, lItalia torna indietro di dieci anni. Crolla la domanda di case e aziende

l’analisi

di Fabio Savelli05 gen 2023

Consumi di gas, l’Italia torna indietro di dieci anni: il crollo del fabbisogno di edifici e imprese

Chiamiamola economia di guerra. In cui i consumi si contraggono, come mai da dieci anni a questa parte, per i prezzi folli di gas ed elettricit. Un 2022 che permette di rispolverare il concetto di sobriet (e di austerity) come negli anni ‘70 quando la guerra del Kippur fece esplodere il prezzo del petrolio per le tensioni in medio Oriente. Quel che per sta accadendo ora un fenomeno nuovo: alla (nuova) Cortina di ferro con Mosca — che impone di ridurre/azzerare i flussi di gas per non finanziare l’invasione in Ucraina — si somma l’emergenza climatica. Nuovi record di temperature (miti) invernali, che rischiano di essere polverizzati l’anno prossimo visto lo smodato utilizzo delle fonti fossili che con buona pace degli ambientalisti (e degli scienziati che ipotizzano sia vicino il momento di non ritorno) tornato ai livelli pre-Covid grazie al rientro a regime del carbone, in Italia come altrove.

Cos scopriamo, dai dati di Snam, che nell’anno appena trascorso il Paese ha bruciato 68 miliardi di metri cubi di gas, 7,6 miliardi in meno del 2021, quando il fabbisogno complessivo tocc i 75,61 miliardi. Spittando il dato per ragione di utilizzo scopriamo che il vero crollo si originato sul fronte della domanda civile e commerciale a causa di queste bollette da capogiro che hanno costretto tutti a risparmiare. Snam certifica che la domanda di tutti i clienti della rete di distribuzione (oltre alla domanda civile vanno ricompresi anche i piccoli utenti industriali e le utenze commerciali) crollata da 33,3 miliardi a 28,85 miliardi di metri cubi in appena dodici mesi, anche se per i mesi di novembre e dicembre 2022 sono stati utilizzati i bilanci mensili provvisori, non essendo ancora disponibili quelli definitivi. andata gi anche la domanda industriale di gas, dei grandi clienti energivori (un caso scuola l’ex Ilva che infatti ha ridotto la produzione di acciaio e ha accumulato debiti con i suoi fornitori, come l’Eni): 11,91 miliardi di metri cubi nel 2022, 14,06 miliardi l’anno prima. Mentre ha tenuto il termoelettrico (25,18 miliardi di metri cubi contro il 25,99 dell’anno prima), cio le centrali alimentate a gas che per erogare elettricit hanno continuato a bruciare metano anche per compensare il pesante calo dell’idroelettrico dovuto all’ennesimo effetto perverso dell’emergenza climatica: cio la siccit.

I dati dei consumi elettrici arrivano ad analoghe considerazioni. Seppur il vero tracollo del fabbisogno si sia verificato solo nel mese di dicembre alimentato dal caro-bollette a cui evidentemente famiglie ed imprese non riescono pi a far fronte. Secondo i dati preliminari estraibili dalla piattaforma Transparency Report del sito terna.it nel mese appena concluso si registra una riduzione dell’8,8% dei consumi elettrici, scendendo da 27,39 Terawattora del 2021 a 24,97. Per il 2022 la flessione pi contenuta: -0,8%, da 318,08 TWh a 315,26. Ma il dato pi interessante un altro. Perch ci permette di capire come le grandi aziende abbiano deciso di tagliare i consumi per non far saltare i margini e il conto economico. Si chiama indice IMCEI e include i consumi dei circa 1.000 clienti energivori direttamente collegati alla rete ad alta tensione di Terna. Ebbene a novembre 2022 si registrata una flessione del 7,6% rispetto a novembre 2021. Un dato che conferma la riduzione dei mesi precedenti. Cos non sorprende la dinamica del prezzo del gas. Ieri sul Ttf il metano scivolato fino a 64,22 euro a megawattora, ai minimi da gennaio 2022. Temperature primaverili, stoccaggi quindi pieni, e il mercato bellezza, che costringe tutti a tornare agli anni ‘70.

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