di Carlotta De Leo
A Roma Nord i residenti meditano di rimanere in casa col buio per evitare incontri ravvicinati e il Campidoglio progetta l’installazione dei recinti. In provincia di Padova gli agricoltori pagano la vigilanza privata delle coltivazioni
«Coprifuoco» spontanei, reti, dissuasori specifici e persino ronde notturne con fari potenti e sirene. Sono diverse le strategie anti-cinghiale utilizzate in tutta Italia per proteggere l’incolumità di persone e coltivazioni dai possibili danni provocati degli ungulati.
«Cittadini ostaggio dei cinghiali a Roma»
A Roma nord – nelle zone dove da tempo si susseguono le segnalazioni di cinghiali – la convivenza è difficile. I residenti esasperati meditano una sorta di «coprifuoco» autoimposto. Soprattutto dopo l’ultimo caso di cronaca, sui social e sulle chat di quartiere molte persone confessano di evitare di uscire di notte per scongiurare incontri ravvicinati con gli animali. È proprio col favore del buio, infatti, che gli ungulati si spingono sulle strade alla ricerca dei rifiuti lasciati vicino ai cassonetti. «I cittadini a Roma sono ostaggio dei cinghiali» tuona il presidente della Coldiretti Lazio David Granieri e fornisce qualche dato sul fenomeno che ha origini lontane nel tempo. Coldiretti stima che oltre 20mila i cinghiali che vivono a Roma e provincia, numero che sale a circa 100mila se si prende in considerazione l’intera Regione.
Le reti anti-cinghiale
Il Campidoglio ora promette l’installazione di un sistema di recinzioni anti-cinghiale necessario nella bella stagione che coincide con il periodo di riproduzione dei cinghiali: «È la misura più efficace per evitare l’accesso degli ungulati nelle zone abitate» assicura l’assessora all’ambiente Sabrina Alfonsi. Il Comune che sta ultimando la mappatura del XIV e XV municipio (le zone più verdi in cui si registra la maggiore presenza) per individuare i varchi e i corridoi utilizzati dagli animali e procedere con l’installazione delle recinzioni. Le reti sono già installate da anni nelle Cinque Terre. La Liguria, infatti, è un’altra zona dove la presenza degli ungulati è segnalata da tempo per i problemi causati alle coltivazioni e ai vigneti.
Le ronde pagate dagli agricoltori
In provincia di Padova, invece, si sta sperimentando una strategia diversa: ronde per dissuadere i cinghiali dalle loro attività notturne. Anche qui un’iniziativa è nata spontaneamente dagli agricoltori di Confagricoltura Padova che, stanchi di fare la conta dei danni, hanno organizzato un servizio di sorveglianza notturna per controllare oltre cento ettari di campi nella zona delle Vallette, a Ospedaletto Euganeo. Ogni sera un incaricato, dall’imbrunire all’alba, gira tra le campagne con un mezzo dotato di un faro e una sirena. «Dopo la devastazione subita alla prima semina del mais abbiamo cercato un nuovo sistema di difesa per evitare che gli animali continuassero a fare razzia – spiega Christian Rossi, imprenditore agricolo che ha avuto l’idea – Così ho contattato una ditta specializzata che compie percorsi sempre diversi, per custodire al meglio il territorio. Ovviamente il servizio è a pagamento e le spese sostenute sono completamente a nostro carico».
Dissuasori
Ma oltre alle istituzioni e agli agricoltori, a cercare soluzioni contro la voracità dei cinghiali sono anche i singoli cittadini. Su internet, infatti, si trovano diversi dispositivi da installare in orti e giardini. In vendita dissuasori visivi, sonori e persino olfattivi per evitare che gli animali si avvicinino.
5 maggio 2022 (modifica il 5 maggio 2022 | 13:30)
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, 2022-05-05 11:38:00, A Roma Nord i residenti meditano di rimanere in casa col buio per evitare incontri ravvicinati e il Campidoglio progetta l’installazione dei recinti. In provincia di Padova gli agricoltori pagano la vigilanza privata delle coltivazioni , Carlotta De Leo