Il corpo di Mattia trovato in un campo Il papà: «Ci speravo, ma adesso è finita»

di Fabrizio Caccia e Alfio Sciacca

Ancona, il bimbo trascinato dal fiume per 13 chilometri. Ieri pomeriggio è stato ritrovato per caso in una zona non ancora battuta dalle squadre di ricerca

Per una settimana oltre un centinaio tra vigili del fuoco, carabinieri, uomini del Soccorso Alpino lo ha cercato setacciando palmo a palmo il corso del fiume Nevola. Sono stati impiegati droni e cani molecolari, ma di Mattia nessuna traccia. Ieri pomeriggio, come capita spesso, è stato ritrovato per caso in una zona non ancora battuta dalle squadre di ricerca.

Il fango

Il corpo, ormai irriconoscibile, era parzialmente coperto dal fango in un podere a 150 metri dal corso del fiume Nevola, in territorio di Trecastelli. La dipendente di un piccolo asilo di campagna lo ha notato e ha avvertito il proprietario del terreno, Alessandro Bedetta, che a sua volta ha telefonato ai carabinieri. « Ho capito subito che era il bambino che tutti stavano cercando — racconta —. In questi giorni ho sentito più volte gli elicotteri sorvolare. Mi aspettavo che lo cercassero anche in questa zona, ma non di trovarlo proprio qui». Crollano così tutte le speranze dei genitori, e in particolare del papà Tiziano Luconi che fino all’ultimo ha voluto credere che il piccolo potesse essere ancora vivo, «magari nascosto da qualche parte». «Ho sperato fino all’ultimo — ha detto dopo aver saputo del ritrovamento —. Ma a un certo punto ho cominciato a sperare che non lo trovassero più». Poi si attacca ai momenti felici trascorsi con il figlio e sul suo profilo Facebook pubblica la foto di loro due in vespa. «Torneremo a girare in vespa e a tirare baci — scrive il papà—. Mattia saluta tutti. Vi vogliamo bene». Chiusa nel dolore la mamma, Silvia Mereu. Giovedì sera, dopo essere uscita dall’ospedale, si era fatta accompagnare lungo il corso del Nevola per tornare sul luogo della tragedia e guardare da vicino le squadre impegnate nelle ricerche, chiedendo loro di non fermarsi per alcuna ragione. Ma con la consapevolezza di dover recuperare solo un corpicino da piangere. «So che trovarlo in vita è impossibile — aveva detto—, ma almeno voglio una tomba sulla quale piangere».

Il Dna

Ancora manca il riconoscimento ufficiale di Mattia, che probabilmente avverrà questa mattina ad Ancona con la comparazione del Dna. Sul fatto che sia proprio lui ci sono pochi dubbi. Il particolare che porta a confermarne l’identità è la maglietta, ben visibile nonostante fosse coperta di fango. È gialla e verde, come quella che indossava quella tragica sera quando è sfuggito alla presa della madre ed è stato trascinato dalla furia del fiume Nevola. Il punto in cui è stato recuperato il corpo è quasi 14 chilometri più a valle. Ieri mattina, quando era ritornata sulle sponde del Nevola, la mamma di Mattia aveva rivissuto quella tragica sera. «Ricordo l’auto piena d’acqua e io col braccio fuori dal finestrino per tentare di telefonare e prendere il segnale — ha raccontato—. Ho slacciato la cintura di Mattia e sono uscita dal finestrino, tenendo stretto a me». Poi tutto diventa confuso. «C’erano lampi, tuoni. Ho solo dei flash. L’ultima immagine che ho è di Mattia attaccato a un tronco che tende la mano, urla, piange. Poi ho perso i sensi e non l’ho più visto. Ricordo di essermi attaccata a una pianta. Mi sono arrampicata, urlavo, piangevo, mi sbracciavo, e qualcuno ha sentito da una casa poco distante. Dopo circa una o due ore sono arrivati i soccorsi e non capisco ancora come sia riuscita a salvarmi». Grande il dolore anche nel paese del piccolo, San Lorenzo in Campo. «Ciao Mattia, ora potrai giocare in cielo, assieme agli altri angeli», scrive il sindaco Davide Dellonti. Con Mattia sono 12 le vittime dell’alluvione. Ancora dispersa Brunella Chiù, 56 anni, di cui è stata recuperata l’auto accartocciata su cui viaggiava.

24 settembre 2022 (modifica il 24 settembre 2022 | 07:04)

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, 2022-09-24 05:20:00, Ancona, il bimbo trascinato dal fiume per 13 chilometri. Ieri pomeriggio è stato ritrovato per caso in una zona non ancora battuta dalle squadre di ricerca, Fabrizio Caccia e Alfio Sciacca

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