Il corteo di Roma: «Siamo in 100 mila per la pace». Ma la piazza divide l’opposizione

di Rinaldo Frignani

M5S in testa al corteo, Pd in coda Conte: il governo non si azzardi a inviare armi senza confronto. Applausi a Landini: noi contro Putin non ci rassegniamo però alla guerra. In piazza tutto il volontariato da Acli a Libera, da Sant’Egidio a Emergency e i sindacati

Gli scout e i pensionati. Gli studenti e i lavoratori. Le bandiere arcobaleno, accompagnate da un paio di enormi striscioni con gli stessi colori, insieme con quelle rosse. Gli slogan per la pace e contro Putin — ma qualcuno anche contro la Nato — dei 100 mila, secondo gli organizzatori (per la Questura erano invece 40 mila), arrivati a piazza San Giovanni da tutta Italia per chiedere la fine del conflitto che devasta l’Ucraina e l’inizio di una trattativa con la Russia.

All’evento «Europe for peace» c’erano le anime del volontariato, dalle Acli a Libera fino alla Comunità di Sant’Egidio ed Emergency, i sindacati Cgil, Cisl e Uil, insieme con molte altre sigle (erano 600), in prima linea dal febbraio scorso nell’accoglienza di migliaia di profughi ucraini. Tanti i politici al corteo partito all’ora di pranzo da piazza della Repubblica: i leader di Pd e M5S Enrico Letta e Giuseppe Conte, con una nutrita rappresentanza di dem e pentastellati. Un confronto a distanza fra ex alleati ora all’opposizione — il Pd quasi in coda, i 5 Stelle in apertura —, con visioni opposte sul nuovo invio di armi a Kiev.

«A Crosetto (il ministro della Difesa, ndr) dico che, visto che è stata votata una risoluzione in Parlamento, non si azzardi a decidere un nuovo invio armi senza un confronto in quella sede», attacca il presidente del M5S, che aggiunge: «Siamo stanchi dell’escalation militare, vogliamo un negoziato e lo avremo solo chiedendolo con forza nelle piazze». «Valuteremo il decreto legge quando arriverà — replica Letta —. Noi siamo in tutte le piazze che chiedono la pace purché non siano equidistanti: c’è un invasore, la Russia, e un invaso, l’Ucraina. Noi dobbiamo difendere chi è stato invaso, e fare di tutto perché si fermi l’invasione. La resistenza ucraina va aiutata». Presa di posizione che in serata, al Tg1, innesca la controreplica di Conte: «Era importante essere qui, però non si può stare solo in piazza e poi in Parlamento non essere conseguenti».

In via Merulana la contestazione a Letta di un gruppo di pacifisti: attimi di tensione stigmatizzati dai vertici dem per i quali comunque «ci siamo sentiti a casa. Pochi estremisti non possono sporcare una bellissima manifestazione». Solidarietà al segretario del Pd dalla deputata di Iv Maria Elena Boschi e dal vice presidente della Camera Fabio Rampelli (FdI). Poco dopo un boato accoglie l’intervento del segretario della Cgil Maurizio Landini, che con Andrea Riccardi, fondatore di Sant’Egidio e don Luigi Ciotti di Libera aveva appena incontrato Conte. «Siamo contro Putin e in sostegno del popolo ucraino — dice —. Ma non possiamo rassegnarci alla guerra, perché il rischio di un conflitto nucleare è concreto». Poi l’attacco al governo sui migranti: «Chi scappa dalla guerra e dalla fame è un nostro fratello e non c’è colore di pelle che tenga. È inqualificabile che non si aiutino quei ragazzi e quei bambini, quelle persone che sono sulle navi nel Mediterraneo. È inaccettabile».

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5 novembre 2022 (modifica il 5 novembre 2022 | 22:00)

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, 2022-11-05 21:37:00, M5S in testa al corteo, Pd in coda Conte: il governo non si azzardi a inviare armi senza confronto. Applausi a Landini: noi contro Putin non ci rassegniamo però alla guerra. In piazza tutto il volontariato da Acli a Libera, da Sant’Egidio a Emergency e i sindacati, Rinaldo Frignani

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