di Monica Ricci Sargentini
La «bomba sporca» è costituita da esplosivo tradizionale associato a materiale radioattivo; non innesca una reazione nucleare. Mosca sostiene che Kiev la possa usare; Nato e Ucraina accusano invece la Russia di preparare una operazione «false flag» per poi accusare Kiev
Una «bomba sporca» (in inglese «dirty bomb») è costituita da esplosivo tradizionale, come la dinamite, al quale viene aggiunto materiale radioattivo come i radionuclidi Uranio-235, Cesio-137, Cobalto-60, Americio-241 Californio-252, Iridio-192, Plutonio-239, Stronzio-90 o Radio-226. Viene anche chiamata «arma radiologica» e colpisce sia attraverso l’esplosione iniziale dell’esplosivo convenzionale che per le radiazioni e le contaminazioni che avvengono attraverso l’aria (da qui l’attributo «sporca»).
Le dimensioni
Bombe del genere possono essere sia di dimensioni minuscole che grandi come furgoni. Per realizzarle non serve una competenza molto superiore a quella necessaria per una bomba convenzionale. La parte più difficile — spiega uno studio dell’Ufficio federale della protezione della popolazione (Ufpp) svizzero — è «proprio venire in possesso del materiale radioattivo».
Le differenze con una bomba nucleare
Questo tipo di ordigno non innesca una reazione nucleare. La sua potenzialità di contaminazione dipende dalla quantità di materiale radioattivo utilizzato. A una bomba sporca mancano quindi l’onda d’urto, le radiazioni ionizzanti al momento dell’esposizione e il lampo di calore. Una grande differenza sta sicuramente nella grandezza dell’esplosione e nell’impatto che questa può avere sulle persone.
Le potenzialità
Secondo l’Ufpp una bomba nucleare uccide più persone in un raggio d’azione più ampio, mentre è stato calcolato che una bomba sporca in un luogo molto frequentato può causare la morte istantanea di circa 20 persone e diverse altri feriti.
Sino ad oggi non sono noti attentati commessi con una bomba sporca. Sussistono però degli eventi che illustrano le conseguenze di una bomba sporca. Si sono verificati anche numerosi eventi con sostanze nucleari e altre sostanze radioattive (commercio illegale, furto o smarrimento) che dimostrano la disponibilità del materiale per costruire «bombe sporche». Per esempio, sempre per citare lo studio di Ufpp, nell’aprile 2002, nella città boliviana di Cochabamba si è verificato un incidente causato da un apparecchio radiografico industriale contenente iridio 192 radioattivo. Una sorgente di radiazioni staccatasi dal suo supporto non era stata rimessa nel suo involucro. Per questo motivo, durante il trasporto dell’apparecchio in autobus, i passeggeri sono stati esposti a elevate dosi di radiazioni. I lavoratori entrati in contatto con l’apparecchio difettoso sono stati esposti ad una dose di circa 200-900 mSv, i passeggeri dell’autobus a 20-500 mSv (in media, l’esposizione della popolazione svizzera in un anno è pari a ~ 5 mSv). I passeggeri esaminati non hanno però manifestato sintomi di una malattia da radiazioni».
Non mancherebbe comunque l’esposizione alle radiazioni, ma le emissioni sono più basse e non dovrebbero causare patologie acute o morte.
Proprio per via del basso impatto di una tale bomba, anche in un centro abitato, non la fa classificare come «arma di distruzione di massa».
Al contrario però una esplosione può innescare una serie di altre conseguenze a catena: dall’ansia di contaminazione, a una risposta tramite conflitto ampio.
L’entità della contaminazione può dipendere da una serie di fattori, tra cui la dimensione dell’esplosivo, la quantità e il tipo di materiale radioattivo utilizzato, i mezzi di dispersione e le condizioni meteorologiche intervenute. Gli effetti immediati sulla salute sarebbero determinati dalla quantità di radiazioni assorbite dal corpo, dal loro tipo e dalla distanza dall’esplosione degli individui coinvolti.
Secondo uno studio di Stefano Felician pubblicato sul sito del ministero della Difesa: «La bomba sporca ha come fine quello di interdire un area, più o meno vasta, cospargendola di materiale radioattivo. Ciò, come ovvio, comporterebbe l’immediata evacuazione dell’area, ed i conseguenti costi di bonifica. In caso poi di utilizzo di materiali radioattivi piuttosto pericolosi, a questi costi si dovrebbero aggiungere quelli della cura dei colpiti dalle radiazioni. Da qui l’origine di un’altra dizione, usata più nella letteratura scientifica americana, di RDD, o Radiological Dispersion Device, che sottolinea proprio al dispersione di materiale radioattivo conseguente l’esplosione».
I timori di Ucraina e Nato
La Russia ha accusato l’Ucraina di stare preparando «una bomba sporca» da usare «sul proprio territorio» per poi incolpare Mosca. Ma, in una nota congiunta, gli Stati Uniti, la Francia e il Regno Unito hanno respinto quest’ipotesi: «Si tratta di accuse palesemente false».
Gli ucraini e l’Occidente sospettano che la Russia sia pronta a far esplodere essa stessa una «bomba sporca» per giustificare un’escalation militare.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha replicato che «la minaccia è reale» e, riferendosi alle potenze occidentali, ha aggiunto: «La loro sfiducia nei confronti delle informazioni trasmesse dalla parte russa, non significa che la minaccia di utilizzo di una tale “bomba sporca” cessi di esistere».
24 ottobre 2022 (modifica il 24 ottobre 2022 | 14:37)
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, 2022-10-24 13:17:00, La «bomba sporca» è costituita da esplosivo tradizionale associato a materiale radioattivo; non innesca una reazione nucleare. Mosca sostiene che Kiev la possa usare; Nato e Ucraina accusano invece la Russia di preparare una operazione «false flag» per poi accusare Kiev, Monica Ricci Sargentini