Cosa sono e quali sono le abilità non cognitive?

Circoscrivere le abilità non cognitive è impegnativo quanto saperle identificare, saperle classificare, conoscere come misurarle e, principalmente come quantificarle. la prima grossa difficoltà risiede nel come definire queste abilità. L’elenco di definizioni sarebbe molto lungo e include termini come abilità comportamentali, abilità trasversali, tratti della personalità, abilità non cognitive, carattere, abilità socio-emotive e abilità non cognitive. Di rilevanza è, in aggiunta, il dibattito in corso sulle delimitazioni talvolta controverse tra abilità cognitive e abilità non cognitive, o, ancor di più, tra tratti personali e abilità non cognitive apprendibili.

Abilità non cognitive come rappresentanti dei “modelli di pensiero”

Potremmo definire le abilità non cognitive come rappresentanti i “modelli di pensiero, sentimenti e comportamento” (come asserito da Borghans) di individui che possono continuare a svilupparsi per tutta la vita (concetto su cui si era soffermato Bloom già dal 1964) e che giocano un ruolo nel processo educativo. “In generale, queste abilità comprendono quei tratti che non sono direttamente rappresentati dalle abilità cognitive o dalla comprensione concettuale formale, ma invece da caratteristiche socio-emotive o comportamentali che non sono tratti fissi della personalità e che sono legati al processo educativo, sia da essere nutriti negli anni scolastici o contribuendo allo sviluppo delle capacità cognitive in quegli anni (o entrambi)” come giustamente ha affermato E. Garcia, economista di primo piano.

Abilità non cognitive rilevanti per il processo educativo

Un approccio più concreto o tangibile per acquisire abilità non cognitive richiederebbe che esse fossero elencate. Tuttavia, un elenco non esiste ancora e, in effetti, ciò rappresenta, indubbiamente, una delle principali sfide per far progredire questo campo. La mancanza di una tale classificazione, sottolinea Garcia, rallenta di molto quello che può considerarsi lo sviluppo di processi e programmi metodologici e didattico-operativi per misurare e valutare le competenze e la progettazione di strategie necessari e utili per coltivare proprio le abilità non cognitive sulle quali, il nostro parlamento, sta ragionando da qualche anno, con un positivo impegno. Il tentativo di delineare un insieme concreto di competenze si basa sia sui contributi dei ricercatori (basati su prove e/o teorie) sia sulla nostra comprensione degli obiettivi dell’istruzione pubblica.

Un’idea di elenco di “Abilità non cognitive”

L’elenco potrebbe includere:

  • capacità di pensiero critico
  • autocontrollo e autoregolamentazione
  • tenacia
  • abilità sociali
  • etica del lavoro e responsabilità della comunità
  • fattori che influenzano le relazioni personali tra studenti e insegnanti (vicinanza, affetto e comunicazione aperta)
  • capacità di problem solving
  • capacità organizzative
  • creatività
  • salute emotiva
  • fiducia scolastica e, successivamente, accademica
  • lavoro di squadra
  • capacità comunicative.

È rilevante considerare che è possibile che questo elenco cresca (o addirittura diventi più stringato) man mano che emergono ulteriori prove sul campo, nelle nostre scuole. Inoltre, è opportuno sottolineare che le definizioni di ciascuna di queste abilità possono variare, talvolta anche considerevolmente, in base all’età dei nostri alunni e ad altri fattori collegati all’area in cui insiste la scuola o alla tipologia della scuola (per la secondaria di II grado, ad esempio).

Perché le abilità non cognitive sono rilevanti

Stabilito quali sono le abilità non cognitive importanti, sarebbe utile disquisire perché esse contano davvero nel percorso formativo ed educativo dei nostri ragazzi e dei nostri bambini . Come spiegato di seguito, le abilità non cognitive contano per sé stesse e contano indirettamente (cioè, sono correlate con altri risultati individuali e sociali, come il rendimento scolastico, la produttività del lavoro ei guadagni).

Le abilità non cognitive contano di per sé stesse

Le abilità non cognitive sono uniche e importanti di per sé; cioè contano in modo diretto. L’importanza delle abilità di cittadinanza emotiva, sociale e democratica – o, per citare alcune abilità specifiche all’interno di queste categorie, fiducia in se stessi, rispetto per gli altri, capacità di creare consenso e disponibilità a tollerare punti di vista alternativi – dovrebbe essere fuori discussione. Coltivare queste abilità – sostengono Stein, Jacobsen e Wilder – è davvero un obiettivo implicito, a volte esplicito, dell’istruzione, dal punto di vista delle scuole. Un esempio banale: abilità non cognitive come perseveranza, abilità comunicativa, creatività e lavoro di squadra, tra molti altri, dovrebbero essere considerati importanti in se stessi. In quanto tale, la promozione di questi tratti dovrebbe essere inserita nella mission di tutte le scuole.

Le abilità “non cognitive” contano indirettamente

L’importanza delle abilità non cognitive sono dimensioni della formazione. James Heckman afferma che “[…] queste dimensioni svolgono un ruolo nella formazione di un carattere sano e contribuiscono a relazioni produttive nei luoghi di lavoro, nelle comunità, nelle famiglie e nella politica”. È importante notare, dunque, che in contrasto con l’ampia evidenza che documenta la relazione tra livello di istruzione e abilità cognitive e altri rilevanti risultati, la letteratura empirica sui collegamenti tra abilità non cognitive e tali risultati sono moderatamente modesti.

La correlazione tra abilità non cognitive e rendimento scolastico

Gli studiosi hanno da tempo notato l’associazione positiva tra abilità non cognitive e risultati scolastici. Binet e Simon, già nel 1916, osservavano che il rendimento scolastico “ammette cose diverse dall’intelligenza; per avere successo negli studi bisogna avere qualità che riconosciuti dall’attenzione, dalla volontà e dal carattere”. Olson ha fornito una spiegazione più dettagliata di come le abilità non cognitive siano correlate al rendimento scolastico. Le abilità sociali – la capacità dei bambini di andare d’accordo e interagire con i coetanei – e l’assenza di comportamenti aggressivi o dirompenti predicono e facilitano l’apprendimento.

, L’articolo originale è stato pubblicato da, https://www.orizzontescuola.it/cosa-sono-e-quali-sono-le-abilita-non-cognitive/, Didattica, https://www.orizzontescuola.it/feed/, Antonio Fundarò,

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