di Carlo Macrì
I due si erano lasciati tre mesi fa. Lui, Antonio Russo, la seguiva, lei non aveva mai presentato una denuncia
Tre mesi fa si erano lasciati, senza drammi, dopo diversi anni di convivenza. Un’unione, quella tra Ilaria Sollazzo, 31 anni, e Antonio Russo, 25, lei insegnante di sostegno, lui guardia giurata, titolare della Metropol, entrambi di Scalea (Cosenza), vissuta tra alti e bassi, nonostante la nascita, due anni fa, di una bambina (che viveva con la madre). Sabato notte la tragedia che nessuno si aspettava, perché a quanto pare non c’era stata alcuna avvisaglia. Intorno alle due Antonio Russo, dopo aver seguito Ilaria con la sua Audi, l’ha raggiunta sotto casa, è sceso dall’auto e le ha scaricato addosso sei colpi di pistola mentre lei si trovava ancora al posto di guida della sua Lancia Y. Poi ha rivolto l’arma contro di sé e, con l’ultimo proiettile rimastogli, si è ucciso.
Il parroco
Don Cono Araujo, parroco della chiesa di San Giuseppe Lavoratore di Scalea, conosceva entrambi. «Conoscevo i ragazzi e le loro famiglie. Spesso venivano in parrocchia, insieme alla bambina». Erano una coppia affiatata, si volevano bene. «Anche dopo la separazione il clima tra i due era normale. Qualcosa, però, si è rotto», ragiona don Cono. Ilaria aveva vinto il concorso nella scuola e preso servizio, lo scorso settembre, al liceo Metastasio di Scalea. Il parroco racconta poi una storia che, a proposito delle dinamiche che scatenerebbero i femminicidi, si sente purtroppo ancora spesso: «Credo che Antonio non vedesse di buon occhio l’autonomia economica della compagna. Penso che la sua indipendenza lo avesse fatto infuriare». Sabato sera Ilaria è andata in parrocchia a far visita ai catechisti. «Lei adorava stare con i bambini, per anni ha insegnato catechismo. Come al solito ci siamo messi a chiacchierare. Era abbastanza serena, sorridente, mi aveva detto che sarebbe andata a un compleanno di amici. Ilaria amava la vita e aveva tantissimi amici», ricorda don Cono.
La figlia
La fine della relazione con Antonio, però, Ilaria l’ha vissuta con sofferenza, soprattutto per sua figlia. Lui, nel frattempo, con la morte del padre, aveva ereditato l’azienda di famiglia, la Metropol, insieme alla madre e al fratello. «Forte» anche di questo aveva cercato di riconquistare Ilaria, ma senza successo. Ilaria, riferisce chi li conosceva, respingeva con garbo i suoi tentativi di riavvicinamento. Ma lui la seguiva. Ilaria si sarebbe confidata con le sorelle e con il fratello, ma non ha presentato nessuna denuncia per stalking o per minacce. Sabato, Ilaria ha passato la serata con degli amici. Verso le due è rientrata sotto casa dei suoi genitori, in via Paolo Borsellino. Qui, ha incrociato la sagoma del suo ex che, dopo essersi avvicinato all’auto, ha tentato di aprire lo sportello lato guida per farla scendere. Alla scena non ha assistito alcun testimone, ma è presumibile che Ilaria, spaventata, si sia chiusa dentro l’abitacolo. Un gesto che, però, non le ha salvato la vita. La guardia giurata ha premuto sei volte il grilletto della sua pistola, puntandola contro la madre della sua bambina. Ha sparato attraverso il finestrino e l’ha uccisa all’istante. Poi, ha poggiato la rivoltella alla tempia e ha esploso l’ultimo colpo.
2 ottobre 2022 (modifica il 2 ottobre 2022 | 21:55)
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, 2022-10-03 05:21:00, I due si erano lasciati tre mesi fa. Lui, Antonio Russo, la seguiva, lei non aveva mai presentato una denuncia, Carlo Macrì