di Claudio Bozza Tutti contro tutti all’assemblea del partito, pronta un’altra scissione. Il capogruppo Crippa chiama la conta alla Camera. La scelta sul governo potrebbe essere sottoposta al voto online L’ammutinamento nei Cinque Stelle scatta di prima mattina. Il leader Giuseppe Conte avanza ai tre ministri la richiesta di dimettersi dal governo prima che Draghi arrivi in Parlamento mercoledì . Stefano Patuanelli, capodelegazione M5S nell’esecutivo, fedelissimo di Conte pur sostenitore del no alla fiducia, risponde picche. A ruota, anche se più scontato, arriva il rifiuto di Federico D’Incà, titolare dei Rapporti con il Parlamento: contrario perché significherebbe il tramonto definitivo dell’idea di un nuovo sostegno a Draghi , scenario a suo dire preoccupante per il Paese, per le sorti del Pnrr e per i rapporti con la Ue. Infine, il terzo gran rifiuto è quello di Fabiana Dadone, titolare delle Politiche giovanili. Conte si ritrova plasticamente spalle al muro. E smentisce di aver avanzato una richiesta così forte. Il vertice, tra i (pochi) presenti nel quartier generale grillino di via Campo Marzio e i (tanti) collegati via Zoom, diventa subito ancora più drammatico di quello di giovedì. È uno scontro politico all’arma bianca. Praticamente un tutti contro tutti, secondo quanto raccontano alcuni partecipanti. C’è pure Rocco Casalino che prova a mediare tra il suo «comandante» e l’«equipaggio» in rivolta, ma ogni tentativo è vano. Volano parole grosse: «Giuseppe basta con la linea Taverna, ci stiamo autodistruggendo», tuonano i ribelli. Conte continua a procedere con la convinzione che i numeri siano dalla sua, rafforzato anche dall’appoggio di Beppe Grillo. Ma le dimissioni con Draghi che sbatte la porta e il rischio concreto di elezioni immediate ha messo i deputati davanti alla verità nuda e cruda: addio posto (e stipendio) in Parlamento . Probabilmente i grillini pensavano di non votare la fiducia, ma di rimanere in qualche modo in sella. Alla Camera, dove il gruppo dei ribelli è molto ampio, tanti vanno contro l’idea di far cadere il governo. Davide Crippa, taciturno capogruppo a Montecitorio diventato piuttosto scaltro, capisce che è il momento di affondare il colpo e ha convocato per oggi un’assemblea di tutti i deputati. È un colpo a sorpresa per bypassare a sorpresa Conte. Una mossa per affermare: «Caro Giuseppe, i numeri non li hai» e poi «basta con le decisioni prese dal tuo cerchio magico: ora vediamo tutti assieme come stanno le cose». Il rischio che prima di mercoledì si inneschi una nuova scissione si fa sempre più concreto. In cima alla lista c’è Federica Dieni, vicepresidente del Copasir, che però non passerebbe con Di Maio. Forte è il malessere dell’ex viceministro «nordista» Stefano Buffagni, dell’ex sottosegretario Angelo Tofalo, della deputata Mirella Liuzzi e pure dell’ex Guardasigilli Alfonso Bonafede. Tra gli attendisti c’è invece l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino. Al Senato potrebbe invece lasciare Giuseppe Auddino, mentre sempre a Palazzo Madama l’ex capo politico reggente Vito Crimi ha messo il silenziatore, confidando in una deroga per potersi ricandidare per un terzo mandato. Spingono invece per uscire dal governo i vicepresidenti Riccardo Ricciardi, Michele Gubitosa, Mario Turco e Paola Taverna, che vogliono presentarsi già come opposizione quando mercoledì Draghi parlerà alle Camere. I pasdaran sono convinti che la loro linea sia sostenuta dal 70% degli eletti, in netta contrapposizione con i calcoli del capogruppo Crippa. E allora come risolvere questa drammatica impasse? Riprende corpo l’idea di sottoporre la scelta di uscire o meno dal governo a una votazione online degli iscritti. Urge anche una soluzione per gestire i rapporti con gli alleati del Pd. Il 23 luglio sono fissate le primarie del campo largo per la scelta del candidato governatore in Sicilia. Ma il rischio che l’alleanza sia al capolinea è sempre più concreta. 15 luglio 2022 (modifica il 15 luglio 2022 | 22:22) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-07-15 20:44:00, «Tutti contro tutti» all’assemblea del partito, pronta un’altra scissione. Il capogruppo Crippa chiama la conta alla Camera. La scelta sul governo potrebbe essere sottoposta al voto online, Claudio Bozza