Così il governo Draghi vuole coinvolgere gli italiani nel Pnrr

di Marco GalluzzoIl premier oggi in Consiglio dei ministri: trasformare piani molto tecnici in un elenco semplice e fruibile di esempi delle trasformazioni pratiche di cui godranno gli italiani Più che una strigliata ai ministri, o ai partiti che rappresentano, sarà un invito a voltare pagina, a cambiare paradigma, a uscire da una rendicontazione algebrica dell’attuazione del Pnrr. Certo, ci sarà un’ultima messa a punto di un fotofinish che ha come traguardo il 30 giugno, scadenza del primo semestre dell’anno, data entro la quale approvare alcuni degli obiettivi del Piano europeo di finanziamenti che ancora mancano all’appello. Ma il Consiglio dei ministri che Mario Draghi ha convocato oggi serve a qualcos’altro. Almeno in primo luogo. Il capo del governo si è convinto che gli italiani devono conoscere meglio e in profondità lo sforzo che l’esecutivo sta facendo nel rispettare le scadenze europee, ma soprattutto devono partecipare al cambiamento, entrare in contatto ed essere informati sulle trasformazioni che l’attuazione del Piano comporterà: dalla Sanità al 5G, dall’Alta velocità ai cambiamenti della pubblica amministrazione. È un’operazione di trasparenza, di comunicazione ma anche politica. Insomma parte oggi una nuova fase, almeno nelle intenzioni del premier: verrà chiesto a ogni ministro coinvolto di trasformare, ognuno per la propria competenza, un piano molto tecnico e molto complesso in un elenco semplice e fruibile di esempi delle trasformazioni pratiche di cui godranno gli italiani nei prossimi anni. Essendo il Piano il core business di questo governo l’esecutivo ne avrà da guadagnare. Il sottosegretario Roberto Garofoli, che coordina sin dall’inizio il dossier e l’attuazione del Piano di ripresa finanziato dall’Unione Europea, farà in ogni caso, come avviene da mesi, una relazione tecnica evidenziando gli ultimi tasselli che mancano per centrare l’obiettivo del primo semestre dell’anno e incassare in estate altri 21 miliardi di euro. L’Italia ha già incassato da Bruxelles 46 miliardi di euro, se tutto andrà come previsto in estate diventeranno 67, praticamente un terzo di quanto previsto dal Piano sino al 2026. Un Piano che ieri il presidente della Repubblica S ergio Mattarella, intervenendo al congresso della Cisl, ha definito «una responsabilità che compete a tutti, istituzioni, società civile, espressione del mondo dell’economia. Una prova di maturità e coesione che non può essere elusa». Lo stato dell’arte è più o meno questo e non desta preoccupazioni a Palazzo Chigi: nel semestre in corso l’Italia era obbligata a raggiungere 45 obiettivi in termini di riforme, novelle legislative, cambiamenti amministrativi. Ne ha conseguiti sin qui 15, ma altri 17 sono in arrivo nei prossimi giorni. In sostanza ne mancano all’appello 13 da agguantare entro la fine di giugno: era successo anche a fine del 2021, una dinamica quasi identica. Una rendicontazione sarà poi sottoposta alla valutazione della Commissione europea che nel giro di un mese o poco più darà la sua valutazione e il via libera (prevedibile) alla terza tranche di finanziamenti. Se il dossier legato alla Concorrenza, con dentro il tema delle concessioni balneari, è uno degli obiettivi del secondo semestre dell’anno, ed è materia politicamente sensibile, la maggior parte dei target che mancano da qui a sino giugno sono invece legati ad argomenti più tecnici, ma non meno importanti per la vita dei cittadini. Alcuni argomenti chiave di questo semestre, cui si agganciano alcuni degli obiettivi da raggiungere entro fino giugno, riguardano norme sugli appalti pubblici, su efficientamento energetico e idrico, sull’assistenza sanitaria territoriale, su ricerca e innovazione, su sistema dei rifiuti, sulle trasformazioni in corso nella pubblica amministrazione. Due esempi su tutti. Il nuovo sistema di assistenza sanitaria territoriale prevede l’adozione di un decreto di riorganizzazione dell’assistenza sanitaria (in tutto, con un unico provvedimento, saranno 5 obiettivi, considerando gli investimenti per contratti istituzionali di sviluppo, case e ospedali di comunità, telemedicina e parco tecnologico ospedaliero). Il codice degli appalti pubblici, anche per la semplificazione delle procedure in ambito Pnrr, prevede norme sulla riduzione delle stazioni appaltanti, la digitalizzazione delle procedure delle centrali di committenza e la riduzione delle restrizioni al subappalto. Ma nelle prossime settimane verranno approvati anche almeno quattro provvedimenti sul 5G (uno sulle connessione delle scuole e degli ospedali). 26 maggio 2022 (modifica il 26 maggio 2022 | 08:12) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-26 06:12:00, Il premier oggi in Consiglio dei ministri: trasformare piani molto tecnici in un elenco semplice e fruibile di esempi delle trasformazioni pratiche di cui godranno gli italiani, Marco Galluzzo

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