Così la Russia e la Divisione Wagner avanzano in Africa

L’anniversario della guerra ispira bilanci severi sulle capacit di Vladimir Putin e delle sue forze armate. Il capo della Divisione Wagneraccusa di tradimento i vertici dell’esercito regolare. Ma c’ una vasta area del mondo dove la Russia non appare affatto in difficolt, anzi continua ad avanzare. l’Africa. Dalla parte settentrionale del continente – la Libia dove la Divisione Wagner ben insediata, nonch l’Algeria – fino al Sudafrica che proprio in queste ore effettua manovre militari congiunte con le flotte di Russia e Cina, l’influenza di Putin nel continente notevole. Le classi dirigenti dell’emisfero Sud non stanno scommettendo sulla dbacle dello Zar. Le spiegazioni dell’influenza russa in Africa sono molteplici, hanno una storia che risale almeno agli anni Sessanta, e sono collegate alla ritirata dell’Occidente.

Oggi la Libia il primo punto dolente per gli italiani, vista la nostra dipendenza per l’energia e per il controllo dei flussi migratori. All’inizio di questo mese passata inosservata una visita che il capo della Cia William Burns ha compiuto a Tripoli e dintorni. Ha incontrato il generale Khalifa Haftar e gli ha consegnato il seguente messaggio: dovete espellere la Divisione Wagner. Il corpo dei mercenari russi presente in Libia dal 2018 e fu proprio Haftar a chiamarli. Sono insediati vicino alle infrastrutture petrolifere nell’Est del paese. La Cia teme che in questo modo possano attingere ai ricavi del petrolio – anche collegandosi al business del contrabbando – e alimentare le operazioni della propria casa madre in Ucraina. Ma non c’ alcun segnale, per adesso, che Haftar stia spingendo i mercenari russi a fare le valigie.

All’estremo opposto del continente nero, sono in corso le imponenti esercitazioni militari che coinvolgono le forze armate sudafricane, russe, cinesi. Continueranno anche durante l’anniversario dell’invasione in Ucraina. La Russia le usa come una vetrina delle sue tecnologie pi avanzate: a quelle manovre partecipa la fregata Ammiraglio Gorshkov che trasporta missili ipersonici dell’ultima generazione. Il Sudafrica la seconda economia pi importante del continente (dopo la Nigeria) ed l’unica nazione africana nel G20. La sua ministra degli Esteri, Naledi Pandor, ha fatto una sterzata sull’Ucraina, passando da una posizione di neutralit ad una di crescente comprensione verso le posizioni di Putin. La Pandor ha criticato le forniture di tank occidentali a Kiev. Nella memoria storica della classe politica legata all’African National Congress (Anc), il partito del presidente Cyril Ramaphosa, pesa il ricordo dell’apartheid, il sistema di segregazione razziale imposto dalla minoranza bianca. Ci sono delle correnti dell’Anc nostalgiche dell’Unione sovietica – spiega William Gumede della Democracy Works Foundation – e del ruolo che ebbe nell’appoggiare la lotta per la liberazione. La narrazione che presenta la Russia come erede dell’anti-colonialismo e dell’anti-imperialismo continua a riecheggiare. Di sicuro le manovre militari in corso sono un’occasione per Putin di dimostrare che non isolato come l’Occidente vorrebbe descriverlo. In quanto ai cinesi, a parte la conferma della loro stretta alleanza con i russi, interessante notare un’ulteriore motivazione dietro queste esercitazioni militari: le forze dell’Esercito Popolare di Liberazione di Pechino vogliono addestrarsi a intervenire sul continente africano anche nell’evenienza che dei loro concittadini possano subire attentati terroristici, vista la diffusione sempre pi ampia di imprese cinesi. Pi la Cina si espande in Africa pi sente il bisogno di proteggere anche l le propaggini del nuovo impero.

Un altro esperto della situazione africana, Alexander Gabuev del Carnegie Endowment for International Peace, sostiene che alcuni governi africani accolgono i russi a braccia aperte, in previsione che questo costringer l’Occidente a offrire di pi. un gioco in cui i colonizzati mettono i colonizzatori in concorrenza fra loro, per spuntare le condizioni pi vantaggiose.

La storia della presenza russa in Africa antica, l’ha ricordato a un convegno dell’Atlantic Council uno studioso marocchino, Abdelhak Bassou del Policy Center for the New South. Alla fine dell’Ottocento si segnala il primo intervento della Russia zarista: in aiuto all’Etiopia, contro la prima aggressione dell’Italia. La politica africana dell’Urss comincia con Nikita Krusciov dopo il vertice di Bandung che nel 1955 aveva visto la nascita del movimento dei non allineati: in quel caso la priorit per Mosca era fermare l’influenza della Cina in Africa, dove il maoismo faceva proseliti perch era la versione pi contadina della rivoluzione comunista. Infine c’ il rilancio di una strategia africana con Putin. Nel 2006 lui cancella i debiti (per assistenza militare) di Algeria e Libia, in cambio di nuovi accordi che prolungano la presenza delle forze armate russe in quei paesi. Dopo un vertice a Sochi nel 2019 Putin si presenta sempre pi come il campione della lotta al terrorismo, colui che pu fermare i jihadisti e consolidare i leader africani al potere. La Russia ha dei vantaggi sull’Occidente: non pone questioni di diritti umani ai regimi africani; le sue armi costano meno di quelle americane o europee; infine molti leader africani sono gli eredi di movimenti rivoluzionari impregnati di ideologie anti-occidentali. Quando all’Onu votano a favore della Russia, o si astengono dal condannarla, spesso lo fanno per partito preso contro l’Occidente.

Nataliya Bugayova, Russia Fellow dell’Institute for the Study of War, aggiunge che l’Africa una delle aree dove la Russia pu proiettarsi ancora come una superpotenza globale; riesce a ottenere grandi risultati con poche spese; la Divisione Wagner fa pagare i suoi servizi per garantire la sicurezza dei leader locali e mantenere il controllo sociale nei regimi autoritari; sono mercenari ma non free-lance, Mosca li guida.

Un’altra osservazione sulle ragioni per cui la forza russa ha sostituito l’influenza europea in molte regioni d’Africa la offre Petr Tuma dell’Atlantic Council: L’Europa non vende armi. Se vuoi essere un attore influente in Africa devi fornire anche armamenti, e la Russia lo fa. L’ultimo caso di espulsione di una presenza europea riguarda il Burkina Faso, che in seguito all’ennesimo golpe militare (settembre 2022) ha cacciato i soldati francesi per sostituirli con quelli russi. Anche in Burkina Faso secondo Tuma in corso un gioco da parte della dittatura locale: Mettono in concorrenza l’Europa e la Russia e viceversa. Queste analisi contrastano con lo stereotipo di un’Africa passiva, alla merc delle mire altrui. Ma un gioco al quale Putin ha mostrato di segnare parecchi punti.

22 febbraio 2023, 19:49 – modifica il 22 febbraio 2023 | 19:55

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