di Cesare Giuzzi e Ilaria SacchettoniDue feriti nella Capitale. Lanci di sassi fuori dal carcere a Milano. Il legale del detenuto al 41 bis ha diffidato il ministero della Giustizia dal sottoporlo a trattamenti forzati Un corteo con qualche tafferuglio a Roma (tre fermati e due feriti) e lancio di sassi contro gli agenti della penitenziaria davanti al carcere di Opera, a Milano. Le manifestazioni a favore di Alfredo Cospito sono andate in scena, anche ieri, mentre all’orizzonte si profila per l’anarchico del Fai un ricovero in ospedale. Il corteo romano si snoda tra piazza Vittorio e via Prenestina con alcuni slogan storici (La nostra passione per la libert pi forte di ogni autorit) e altri che incitano alla violenza (Le carceri di Stato si chiudono col fuoco, ma con le guardie dentro, se no troppo poco). Qui si marcia dietro un grande striscione che chiede di liberare Cospito dal 41 bis, ricorda i detenuti suicidi e bolla come stragi di Stato i maggiori episodi di violenza dal dopoguerra ad oggi, da piazza Fontana all’Italicus, passando per le tragedie dei migranti nel Mediterraneo. Verso la conclusione alcuni lanci di bottiglie e rovesciamento dei cassonetti spinge gli agenti della Digos a intervenire con una carica. A Milano insulti ai giornalisti, spintonati via dal presidio degli anarchici, e sassaiola contro la polizia penitenziaria del carcere di Opera. Alla manifestazione organizzata all’esterno del penitenziario che da luned ospita il 55enne esponente della Federazione anarchica informale partecipano 350 militanti arrivati da mezzo Nord Italia. Ci sono piccoli gruppi da Torino, Rovereto (Trento), Genova, Bologna, Lecco, Como e Varese. Ma anche una delegazione arrivata dalla Svizzera. Segno che la campagna internazionale contro il 41 bis e per chiedere la liberazione di Cospito sta trovando terreno fertile anche fuori dai confini nazionali. Non ancora la grande adunata anarchica che gli investigatori temono possa svolgersi a Milano nelle prossime settimane, ma il segnale che il fronte delle piazze sempre pi compatto. E anche i temi della protesta stanno aumentando: alla questione carceraria si aggiungono adesso le tensioni sociali, il tema del carovita, migranti e lavoro. In presidio fuori da Opera anche il sindacato di base Si Cobas e, a titolo individuale, il militante ambientalista di Ultima generazione Simone Ficicchia per il quale la questura di Pavia aveva chiesto la sorveglianza speciale, poi negata dai giudici. Fuori dal carcere slogan contro la polizia e per l’abolizione del 41 bis a tutti i detenuti. Tensione quando un gruppo di 250 militanti attraverso i campi ha raggiunto la recinzione esterna del lato ovest di Opera e ha iniziato a scuotere la rete: lancio di sassi, petardi e fumogeni contro Digos e penitenziaria, ma nessun contatto con gli agenti. Oggi si replica davanti al carcere minorile Beccaria, ma il presidio era gi stato convocato prima del trasferimento di Cospito a Milano. Proprio sulle condizioni di salute del detenuto si gioca ora la partita che potrebbe sbloccare l’impasse sul 41 bis. Una terza via rispetto alla soluzione politica o giudiziaria. Nel caso di un aggravamento delle condizioni di salute di Cospito (per ora definite ancora compatibili con la detenzione nel centro clinico), il detenuto potrebbe essere trasferito nel reparto penitenziario dell’ospedale San Paolo. I medici di Opera e il Tribunale di sorveglianza di Milano, presieduto da Giovanna Di Rosa, stanno cominciando a valutare l’ipotesi di un ricovero. Almeno nel caso in cui il 55enne, arrivato al giorno 109 di sciopero della fame, dovesse continuare aggravarsi, visto che il prolungato digiuno potrebbe portare a una crisi cardiaca e alla necessit di trattamenti salva vita. Ipotesi rifiutata per dal legale dell’anarchico, Flavio Rossi Albertini, che ha inoltrato una diffida al ministero della Giustizia e per conoscenza al Garante dei detenuti, affinch non venga sottoposto alla nutrizione o a trattamenti forzati. Su questo punto potrebbe per intervenire un trattamento sanitario obbligatorio (Tso) con l’intervento forzato dei medici. Anche se l’eventuale revoca del 41 bis per le condizioni di salute considerata una via stretta da un punto di vista giuridico. 4 febbraio 2023 (modifica il 4 febbraio 2023 | 21:46) © RIPRODUZIONE RISERVATA