Le chat sul Covid Ecco cosa disse Brusaferro sui tamponi E Guerra: Farli a tutti? La caz… del secolo

These components are glamorous!!,

di Armando Di Landro e Giuliana Ubbiali

La Procura ha acquisito centinaia di messaggi dai telefonini degli indagati. Gi il 23 febbraio 2020 Goffredo Zaccardi scriveva a Bersani giudizi sferzanti sulla gestione. Brusaferro e Guerra sui tamponi: Ma a cosa servono?

Le idee sull’utilit dei tamponi non erano affatto chiare, tra le istituzioni e i responsabili della gestione dell’emergenza Covid. N nelle prime fasi n quando la pandemia era gi nel vivo e mieteva migliaia di vittime.

Il tema che tutti pensano che il test serva a qualcosa scriveva per esempio il 22 febbraio, il giorno dopo il Paziente 1, il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro, comunicando con Francesco Curcio, direttore del Dipartimento di Medicina di laboratorio di Udine. In quel periodo la valutazione delle istituzioni italiane, con tanto di circolari, era non procedere con l’uso massiccio dei tamponi, anche se da Londra era stato comunicato che oltre 2/3 dei portatori sani provenienti dalla Cina sono rimasi “undetected” e hanno avuto il tempo di diffondere il virus.E anche se, proprio in quei giorni di febbraio, si stava gi procedendo con i tamponi a tappetto anche a Vo’ Euganeo. Oppure, il 15 marzo, era il direttore vicario dell’Oms, Ranieri Guerra, a scrivere allo stesso Brusaferro: Ma fare tamponi a tutti adesso la cazzata del secolo, commentando l’idea di fare test a tappeto. E il presidente dell’Iss gli rispondeva: No che ognuno va per conto suo. Guerra parlava in particolare di Massimo Galli: Ho parlato con lui, gli ho detto di desistere dal proporre scemenze come tamponi per tutti… ha convenuto, spero….

Le chat emergono dalle centinaia di scambi di messaggi, soprattutto Whatsapp e Telegram, che la Procura di Bergamo ha acquisito dagli smartphone degli indagati nell’ambito dell’inchiesta per epidemia colposa e omicidio colposo, legata alla gestione dell’emergenza Covid soprattutto nella prima fase, che interess il focolaio pi grave, quello di Bergamo appunto.

Gli esempi sulla situazione in cui venne affrontata l’emergenza sono tanti.La mattina del 23 febbraio 2020, una domenica, per esempio il giorno in cui si comprende che il Covid in Italia non un problema limitato a Codogno e Vo’ Euganeo. Spuntano i primi tamponi positivi all’ospedale di Alzano, il presidio sanitario che viene chiuso per poche ore: immagini che rimbalzano ovunque su siti e tv. Ed in quelle ore, a met mattina, che un uomo chiave del ministero della Salute, il capo di gabinetto Goffredo Zaccardi, scrive a Pierluigi Bersani. un suo dirigente di fiducia, ora al servizio del ministro Roberto Speranza. Posso parlarti riservatamente anche per telefono? scrive Zaccardi a Bersani. Ti chiamo io pi tardi la risposta dell’ex leader pd. Puoi parlare? ripete dopo un’oretta il capo di gabinetto, che poi decide di procedere con i messaggi: Penso sia evidente che da Ruocco in gi i nostri non sono stati all’altezza, riferendosi in primis al segretario generale Giuseppe Ruocco.

Zaccardi sta parlando naturalmente dei primi giorni di emergenza, fa un po’ il punto con Bersani, forse proseguendo un ragionamento che tra i due c’era gi stato. E punta subito sui rapporti tra la Cina e il resto del mondo, la Cina e l’Italia: Le persone che rientravano transitando da qualunque aeroporto del mondo dalla Cina andavano messe in quarantena. Questo non ci avrebbe messo totalmente al riparo dal virus, ma dalle responsabilit s. E i voli erano molto pi controllabili. Questo ci che penso….

Gli scambi di messaggi pi significativi sono stati riportati in una lunga informativa degli investigatori della Guardia di finanza che si sono dedicati al caso, in particolare la sezione di polizia giudiziaria della Procura di Bergamo. Perch non riportare nel documento le successive risposte di Bersani? Probabilmente perch agli occhi degli investigatori sono rilevanti solo le frasi che possono avere un senso in chiave giudiziaria, quindi per esempio le parole del dirigente sulle scelte sbagliate (a suo dire) dell’apparato tecnico del ministero. Meno importanti, invece, le parole dell’uomo politico.

Le chat raccontano quei giorni e mostrano come la situazione lombarda e bergamasca fosse degenerata rapidamente con i dirigenti pubblici in difficolt anche per spiegare quale fosse la gravit di ci che si stava vivendo. Il dg del Welfare Lombardo Luigi Cajazzo, per esempio, racconta una telefonata con Angelo Borrelli, allora a capo della protezione civile. Cajazzo racconta la difficolt delle Terapie intensive: Non ti preoccup — mi ha detto — se non ti bastano i letti te li portiamo noi i pazienti in altre regioni. Te manno gli elicotteri!.

5 marzo 2023 (modifica il 5 marzo 2023 | 13:54)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, https://www.corriere.it/cronache/23_marzo_05/covid-chat-nell-inchiesta-l-uomo-fiducia-speranza-dirigenti-ministero-non-all-altezza-7e540faa-bb46-11ed-bd21-1b5b3f6000de.shtml, Cronache,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Exit mobile version