di JESSICA CHIA
Il 10 novembre esperti a confronto sulle problematiche legate al virus. Con un focus su adolescenti e pandemia. Il pediatra Marseglia: «I giovani affrontano un buco legato al lockdown che si dovrà colmare»
Quando è arrivata la pandemia abbiamo percepito subito che il mondo come lo avevamo conosciuto fino a quel momento sarebbe cambiato. Due anni e mezzo dopo, quei cambiamenti sono davanti ai nostri occhi. Quale lezione ci ha insegnato il Covid, quali problematiche ci ha lasciato e cosa ci attende in futuro: sono alcune delle domande al centro del convegno che si terrà giovedì 10 novembre all’Università di Pavia, intitolato Verso una nuova quotidianità: la lezione del Covid, evento realizzato con il contributo non condizionato di Dompé, in cui interverranno professionisti che hanno combattuto il virus in prima linea (coordina Simona Ravizza del «Corriere»).
«Il convegno nasce dalla nostra esperienza con il Covid — spiega al “Corriere” Gian Luigi Marseglia, ordinario di Pediatria, direttore della Clinica pediatrica e Scuola di specializzazione in Pediatria dell’Università di Pavia —, che ha insegnato una certa educazione civica non solo ai medici, ma a tutta la popolazione». Il virus ha lasciato dietro di sé molti problemi: «I più giovani devono affrontare un buco culturale e scolastico, causato dal lockdown , che dovrà essere colmato. E poi ci sono altri due aspetti, dal punto di vista pediatrico, su cui ha influito il Covid: la denatalità e l’aumento di alcuni problemi fisici, come l’obesità infantile».
Sempre a scopo di sensibilizzazione, al convegno sarà presentato un breve decalogo comportamentale in linea con le norme del nuovo governo. Aggiunge Marseglia: «A Pavia abbiamo avuto il caso numero uno, siamo stati in prima fila contro il Covid, e vogliamo rimarcare che la pandemia non è ancora conclusa, e far riflettere sulle altre problematiche che possono esistere, sempre in campo infettivologico, e sui problemi nati come conseguenza del virus. E infine sul ritorno alla normalità».
«Il convegno vuole fare un bilancio sul Covid, con una riflessione anche sociale — dice Alessandro Venturi, presidente della Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia —. Occorre favorire comportamenti responsabili perché abbiamo imparato che altrimenti si interviene con misure di tipo restrittivo che però hanno conseguenze negative sulla società e in particolare sui ragazzi, che sono stati isolati dalla vita sociale e dalla scuola». Gap da recuperare perché «può avere effetti più devastanti dell’intera pandemia». Si tratta del futuro del Paese: «Se non interveniamo, rischiamo di creare un buco nella nostra società che durerà decenni, anche in termini di disgregazione sociale».
Tra i temi del 10 novembre, quello della denatalità sarà trattato da Fabio Mosca, ordinario di Pediatria (Università di Milano), direttore Uoc di Neonatologia e Terapia intensiva neonatale, Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico – Clinica Mangiagalli di Milano. «Tra i vari temi, parlerò di come la denatalità sia peggiorata dopo il virus: l’incertezza, la paura, le difficoltà economiche sono driver che tengono lontano dall’idea di fare dei figli. Il numero delle donne in età fertile si è ridotto marcatamente — prosegue Mosca —: dal 2008 al 2020 ne abbiamo perse 1 milione e 300 mila. Ci sono così meno donne che hanno un potenziale per fare figli. E queste ne fanno pochi: la media per la donna italiana è di 1,17 figli a testa e nel 2022 si prevedono 385-90 mila nati». Conclude Mosca: «Analizzeremo anche la situazione attuale, frutto dei 48 milioni di vaccinati contro il Covid. Lo scorso 3 novembre sono morte 87 persone e ci sono stati 38.996 nuovi casi: il problema c’è, è sotto controllo, ma non abituiamoci ai morti da Covid».
Fausto Baldanti, direttore Uoc di Microbiologia e Virologia Fondazione Irccs Policlinico San Matteo (Pavia) e direttore Scuola di specializzazione in Microbiologia e Virologia a Pavia, interverrà sul tema Covid, questo sconosciuto: «Tratterò di quello che ancora poco si conosce del virus, cioè l’evoluzione genetica, le varianti e la risposta immunologica nei confronti delle diverse varianti. E di cosa ci si può aspettare nel futuro». E poi: «Non dimentichiamo che il virus non andrà mai via, che è emerso nella popolazione ed è arrivato per restare, a differenza di altri suoi parenti. È stato un evento maggiore nella storia dell’umanità».
Infine Davide Polimeni, chief business unit officer, primary & specialty care presso Dompé, spiega il supporto dato al convegno: «Come azienda farmaceutica sentiamo la responsabilità di promuovere un dibattito di alto profilo scientifico all’interno della comunità e della popolazione».
7 novembre 2022 (modifica il 7 novembre 2022 | 11:36)
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, 2022-11-07 10:37:00, Il 10 novembre esperti a confronto sulle problematiche legate al virus. Con un focus su adolescenti e pandemia. Il pediatra Marseglia: «I giovani affrontano un buco legato al lockdown che si dovrà colmare», JESSICA CHIA