Covid, l’epidemiologo Greco: «I non vaccinati frenano il ritorno alla normalità»

di Margherita De Bac

L’epidemiologo: «L’obbligo agli ultra 50 enni un fallimento. La ricomparsa tardiva dell’influenza è dovuta anche all’indebolimento del virus pandemico»

«Timori di una nuova alzata di testa del virus? Al momento non ce ne sono», caccia via il fantasma di un’altra fase difficile Donato Greco, l’epidemiologo che ha vissuto l’ultimo anno di pandemia nel comitato tecnico scientifico dell’era Draghi, sciolto il 31 marzo.

Dove stiamo andando?

«Il nostro sistema immunitario ha come imparato la lezione e si sta attrezzando per confrontarsi nel futuro con questo virus».

Quindi si può dire che per il nostro sistema di difesa il Sars-CoV-2 non è più un perfetto sconosciuto?

«Il virus si sta riposizionando, sta entrando nella affollata famiglia dei virus respiratori autunno-invernali. Sarà oggetto di una sorveglianza mondiale attiva, come avviene per i ceppi influenzali che vengono costantemente monitorati. La ricetta è un richiamo vaccinale annuale adeguato alle varianti presenti nella stagione».

Uno scenario ottimistico, il suo.

«Sì e ne sarei ancora più convinto se non fosse limitato da quei sette milioni di italiani non ancora vaccinati ed altrettanti che lo sono solo parzialmente».

I casi aumentano, i ricoveri in ospedale hanno qualche unità in più ma non preoccupano. Significa che una popolazione in larga parte immunizzata può rintuzzare i pericoli che derivano dal virus ancora insidioso e circolante?

«L’evidenza è indiscutibile. Le tre dosi di vaccino proteggono per il 70% dalle infezioni asintomatiche Covid-19 e per il 91% dalla malattia grave. È proprio quello cui punta la sanità pubblica. Convivere con un’infezione benigna, che al massimo può dare febbre e tosse, senza che gli ospedali si riempiano. In fondo i nuovi contagi agiscono come dosi booster, di rinforzo (leggi qui l’ultimo bollettino)».

Come spiega lo stop delle vaccinazioni? L’affluenza ai centri di somministrazione è sempre più tiepida (leggi qui l’andamento delle vaccinazioni).

«Posso parlare liberamente e esternare pensieri spiacevoli? Alla base c’è un analfabetismo scientifico di massa. A questo si aggiunge l’incapacità di offrire attivamente il vaccino da parte dei medici di famiglia. In più non sono stati fatti controlli, come accade in altri campi. Le faccio un esempio: il bonus ristrutturazioni. Se c’è una via di fuga in tanti la imboccano. Purtroppo questa ampia popolazione di non vaccinati o non completamente vaccinati ci mantengono in una situazione impegnativa che ci impedisce un completo ritorno alla vita normale».

«Certo l’effetto boom verrà a mancare. Qui si apre la sfida alla sostenibilità del sistema vaccinale da parte del servizio sanitario nazionale e dei medici di famiglia».

Da quando è scattato l’obbligo, almeno il 70% dei 2,5 milioni di ultra 50enni che ancora mancava all’appello non si è messo in regola. È il fallimento delle politiche impositive?

«Purtroppo il fallimento dell’obbligo è storico e non ci ha favoriti. È stato applicato tante volte e non ha mai portato risultati migliori delle strategie di offerta attiva e gentile. Significa cercare le persone, parlarci, convincerle, tornare a incontrarle. Tuttavia l’obbligo è stata una scelta necessaria per garantire la ripresa delle attività lavorative e sociali. È triste poi prendere atto che circo due milioni di ultra cinquantenni hanno fatto i furbi. Cito lo storico Carlo Maria Cipolla che ha scritto un libello sulle leggi della stupidità umana: chi danneggia se stesso e gli altri fa parte di questa categoria (leggi qui l’invio di multe ai non vaccinati)».

Dopo aver trascorso l’inverno senza farsi vedere, l’influenza ha rialzato la testa, tardivamente. Perché?

«Nel 2021 l’influenza è stata completamente annullata dalla pandemia sia per le misure intraprese sia per una competitività ecologica tra i virus influenzali e il Sars-CoV-2. Quest’anno lo scenario sembrava simile fino alla scorsa settimana. Un po’ di influenza si è affacciata nel nostro continente, fuori stagione (abitualmente finiva a marzo), in coincidenza con l’attenuata patogenicità delle varianti Covid. Morale: i virus competono tra loro ma non spariscono. Un segnale importante per ricordarci di fare l’antinfuenzale a ottobre».

2 aprile 2022 (modifica il 2 aprile 2022 | 22:57)

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, 2022-04-02 21:22:00, L’epidemiologo: «L’obbligo agli ultra 50 enni un fallimento. La ricomparsa tardiva dell’influenza è dovuta anche all’indebolimento del virus pandemico», Margherita De Bac

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