Covid, Meloni allontana nuove restrizioni: “Non replicheremo modello del precedente Governo”

Fra i punti del discorso programmatico di Governo presentato da Giorgia Meloni sia alla Camera che al Senato, c’è quello della gestione della pandemia covid. Secondo il nuovo premier, il modello adottato dal precedente Governo non dovrà essere replicato in caso di nuove ondate.

Purtroppo, si legge sul testo delle dichiarazioni programmatiche, non possiamo escludere una nuova ondata di COVID o l’insorgere, in futuro, di una nuova pandemia, ma possiamo imparare dal passato, per farci trovare pronti. L’Italia ha adottato le misure più restrittive dell’intero Occidente, arrivando a limitare fortemente le libertà fondamentali di persone e attività economiche, ma, nonostante questo, è tra gli Stati che hanno registrato i peggiori dati in termini di mortalità e contagi. Qualcosa decisamente non ha funzionato e, dunque, voglio dire, fin d’ora, che non replicheremo, in nessun caso, quel modello“.

E ancora: “L’informazione corretta, la prevenzione e la responsabilizzazione sono più efficaci della coercizione, in tutti gli ambiti, e l’ascolto dei medici sul campo è più prezioso delle linee guida scritte da qualche burocrate, quando si ha a che fare con pazienti in carne ed ossa. Soprattutto, se si chiede responsabilità ai cittadini, i primi a doverla dimostrare sono coloro che la chiedono. Occorrerà fare chiarezza su quanto avvenuto durante la gestione della crisi pandemica: lo si deve a chi ha perso la vita e a chi non si è risparmiato nelle corsie degli ospedali, mentre altri facevano affari milionari con la compravendita di mascherine e respiratori“.

Sul tema il neo presidente del Consiglio ha rincarato la dose nel corso della replica in Senato, nel pomeriggio del 26 ottobre:  “Riconosciamo il valore della scienza, certo, per questo non la scambiamo con la religione. Quel che contestavamo delle scelte prese da precedenti governi è che non ci fossero evidenze scientifiche alla base di alcuni provvedimenti“.

Meloni prosegue: “Non c’erano certezze che i vaccini facessero bene ai ragazzi di 12 anni ma li abbiamo vaccinati, quando tutti erano d’accordo che a loro facesse bene lo sport ma gli abbiamo impedito di farlo. Abbiamo impedito una cosa sulla quale c’erano certezze e obbligato un’altra in cui non c’erano evidenze“.

Anche la scuola attende eventuali nuove indicazioni

Dunque, si tratta di una posizione molto chiara quella del Governo e di Giorgia Meloni: nel caso dovesse esserci un peggioramento della situazione, si proverà a studiare un piano meno strong ma ugualmente efficace.

Chiaramente, dovessero esserci nuove ondate anche la scuola dovrà fare i conti con i contagi e dunque il Governo dovrà assumere delle decisioni ad hoc.

Al momento, sappiamo, che nelle scuole non esiste più il distanziamento e l’obbligo di mascherina in classe, esclusi i casi di studenti e personale in condizioni di fragilità. In quel caso bisogna indossare la mascherina Ffp2.

Quest’anno scolastico non è stato prorogato nemmeno l’obbligo di vaccinazione di docenti e Ata, uno fra i temi più controversi del passato anno scolastico.

A commentare positivamente la posizione del nuovo esecutivo targato Meloni Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “A questo punto aspettiamo con serenità l’esito del giudizio della Corte costituzionale, presso la quale ci siamo costituiti, oltre che della Corte di Giustizia europea a cui ci siamo rivolti per avere giustizia: il nostro obiettivo è provare quella verità che sulla gestione del Covid e delle vaccinazioni obbligatorie ci è stata preclusa“.

I tre governi italiani che si sono succeduti in tempo di Covid  – prosegue Pacifico – hanno discriminato tantissimi cittadini e dipendenti andando a violare diversi articoli della Costituzione a partire dall’1 e 2 – dice ancora Marcello Pacifico -, perché, grazie anche all’ufficio legale Anief, la Corte Costituzionale, oltre a dare parere favorevole alle sentenze n. 101 e 202 del Tribunale di Brescia, ha chiesto spiegazioni e indotto alcuni ordini professionali a revocare le sospensioni precedentemente ordinate.”

Per questo, sull’obbligo vaccinale il nuovo Esecutivo non deve assolutamente commettere l’errore dei passati governi”, conclude il sindacalista.

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