Covid, porte riaperte ai medici no vax Anelli: «Ma in ospedale tanti fragili, sbagliato togliere le mascherine»

L’intervista Mezzogiorno, 30 ottobre 2022 – 09:05 Il presidente nazionale dell’Ordine ricorda che in Puglia sono trecento i camici bianchi non vaccinati: «Fase critica alle spalle, non ci sono le condizioni per imporre l’obbligo» di Lucia del Vecchio BARI — Filippo Anelli, presidente della Federazione italiana degli Ordini dei medici e odontoiatri e dell’Ordine di Bari, è specialista in reumatologia e farmacologia clinica. Ha appena ricevuto il premio internazionale “Scuola Medica sanitaria” 2022 come “Medico dell’Anno”. Un riconoscimento prestigioso che assume un significato particolare nel momento in cui, dopo due anni di pandemia da Covid-19, si cercano soluzioni ordinarie, in Puglia, come in tutta Italia, per gestire la fine dello stato di emergenza. «ma senza abbassare la guardia», dice Anelli. Presidente, tra le motivazioni del premio, leggiamo che le è stato assegnato anche per “la ferma e decisa posizione nel rispetto delle norme di legge sulla vaccinazione degli operatori sanitari”. Il neo ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha appena annunciato che consentirà il reintegro del personale sanitario sospeso per inadempienza dell’obbligo vaccinale antiCovid. Che ne pensa? «Intanto, mi lasci dire che il premio è un riconoscimento ai medici italiani soprattutto per l’impegno profuso durante questa pandemia che non è ancora terminata. Un ringraziamento a tutti i medici italiani che hanno pagato un prezzo altissimo per il sacrificio di 375 colleghi che hanno persola loro vita a causa del Covid». E anche la Puglia ha pagato un tributo molto alto. Ora che si richiamano i no vax negli ospedali non si rischia di dare un cattivo segnale a chi invece ha rispettato le regole e dato anche un buon esempio ai cittadini? «Devo dire che in Puglia la maggioranza dei medici e di tutto il personale sanitario si è vaccinato contro il Covid». Quanti sono i medici no vax pugliesi sospesi che rientrerebbero al lavoro? «Sono meno di 300. Molti di questi sono liberi professionisti. Negli ospedali ce ne sono davvero pochi. Mi pare, comunque, che quella del rientro dei medici sospesi sia una questione di lana caprina. Stiamo parlando di qualche settimana prima della fine dell’obbligo vaccinale previsto e fissato al 31 dicembre prossimo. Non credo che oggi ci siano le condizioni per riproporre un nuovo obbligo di vaccino antiCovid per i sanitari. Pensiamo che sia una fase ormai conclusa. Noi avevamo sostenuto con forza la posizione dell’obbligo vaccinale contro la Sars-Cov-2 in piena pandemia quando registravamo tanti decessi tra le fila sanitarie, oltre a moltissimi contagiati. Problemi risolti con il vaccino, grazie al quale la mortalità tra i sanitari dopo qualche mese, si è quasi azzerata». Come si concilierebbe il provvedimento nazionale con la legge regionale della Puglia che introduce l’obbligo vaccinale? «L’articolo 32 della Costituzione prevede che la posizione no vax possa essere superata da un obbligo di legge. Se l’obbligo di legge è stato introdotto bisogna rispettare la legge. Non è una decisione sanitaria, ma squisitamente politica di bilanciamento fra i diritti di autodeterminazione del singolo e quelli della comunità in cui il singolo vive. Naturalmente, io, da medico, penso che il personale sanitario dovrebbe vaccinarsi». Trova prudente eliminare l’obbligo delle mascherine nelle strutture sanitarie? «Assolutamente no. Si tratta di luoghi dove ci sono persone fragili che vanno tutelate. Come vanno tutelati nel contempo gli operatori sanitari che offrono una prestazione che non può essere esposta a rischi, anche di sguarnire il servizio. Auspichiamo uniformità a livello nazionale». Il governo Meloni vuole una commissione di inchiesta sul Covid. FdI la voleva anche in Puglia. «Credo sia un problema di carattere squisitamente politico che interessa davvero in minima parte l’aspetto sanitario. Anche perché buona parte di questa questione è legata ai problemi di carattere amministrativo». Liste d’attesa. In Puglia è emergenza. «Difficile fare un piano di rientro senza un conteggio preciso delle prestazioni e della loro tipologia. Quello che stiamo chiedendo, anche a livello nazionale, è che il ministro individui nuove risorse». È ciò che chiede anche l’assessore pugliese, Rocco Palese. «Sì, ma le risorse le deve mettere anche la Regione. Magari utilizzando i soldi degli stipendi non pagati a medici che non sono stati più assunti. In puglia ne mancano 1.600, oltre a 5mila infermieri e ad altri professionisti sanitari. Ci sono già i 50 milioni statali nel bilancio dello scorso anno. Se si trovano risorse a carico anche del bilancio regionale, si fa un piano straordinario e si risolve la questione». La newsletter del Corriere del Mezzogiorno – PugliaSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Puglia iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 30 ottobre 2022 | 09:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-10-30 14:12:00, Il presidente nazionale dell’Ordine ricorda che in Puglia sono trecento i camici bianchi non vaccinati: «Fase critica alle spalle, non ci sono le condizioni per imporre l’obbligo»,

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