Covid: i richiami dei vaccini impediranno le prossime ondate?

di Silvia Turin

La quarta dose (o booster) rafforza le difese. È meno efficace nel bloccare il contagio ma protegge da malattia o morte ed è importante per anziani e fragili. L’importante è farla: le differenze tra vaccini sono minime

I richiami dei vaccini Covid possono impedire un innalzamento dei casi? Non del tutto, ma proteggono chi è a rischio (e anche gli altri) dal contrarre malattia severa e il Long Covid.

Il contagio

Come viene confermato da tutti gli studi che si sono susseguiti nel tempo, ogni variante nuova del virus SARS-CoV-2 scalza la precedente, soprattutto in termini di capacità di trasmissione (contagio). Si chiama capacità di immuno-evasione: ogni volta le varianti «fanno un pochino meglio» e superano alcune barriere costruite dai vaccini e dalle precedenti infezioni. Non del tutto, si è scritto: la diffusione non è bloccata, ma comunque viene limitata dall’essersi vaccinati. E soprattutto, sono limitati i rischi gravi.

Le nuove varianti

Nella settimana in corso, negli Stati Uniti, la sotto-variante BQ.1 (soprannominata Cerberus) e il suo sotto-lignaggio BQ.1.1, sono stati responsabili del 49,7% dei casi di Covid-19. Hanno superato, in prevalenza, la variante BA.5.
Succede anche in Europa, dove le tipologie BQ sono prevalenti ormai in Francia e Gran Bretagna.
In Italia
, l’ultima flash survey sulle varianti effettuata dall’Istituto superiore di sanità (ISS) relativa allo scorso 8 novembre, mostra ancora la predominanza di BA.5 (pari al 91,5%), ma le sequenze BQ.1 e BQ.1.1 sono in significativo aumento, con una prevalenza pari al 30.7%.
Come scrive il New York Times, Dan Barouch, capo del Centro per la virologia e la ricerca sui vaccini di Beth Israel Deaconess, ha scoperto che la nuova variante BQ.1.1 è circa sette volte più resistente alle difese immunitarie di BA.5 e 175 volte di più rispetto al coronavirus originale (Wuhan).

L’efficacia vaccinale in Italia

Ecco perché l’efficacia vaccinale, anche dei vaccini aggiornati (quindi dei booster, o dei richiami) scende. I contagi sono possibili e le reinfezioni pure, ma la barriera vaccinale (o creata da precedenti infezioni) resiste comunque. Il dato sulle reinfezioni nell’ultima settimana monitorata in Italia è pari al 7,2% (secondo il report esteso ISS dell’11 novembre). Il vaccino rimane fortemente protettivo nel prevenire le ospedalizzazioni e la morte: anche modesti miglioramenti nella risposta vaccinale ai richiami possono avere importanti conseguenze positive sulla salute pubblica.
Nel periodo di prevalenza Omicron (a partire dal 3 gennaio 2022) l’efficacia del vaccino nel prevenire i casi di malattia severa in Italia è stata pari al 69% nei vaccinati con ciclo incompleto o completo e pari all’82% nei vaccinati con dose aggiuntiva o booster.
Nelle fasce più a rischio (gli ultra 80enni) il tasso di ricovero in terapia intensiva per i non vaccinati è attualmente 4 volte più alto di quello dei vaccinati con booster e 7 volte più alto rispetto a chi ha fatto la quarta dose.

Per le difese va bene qualsiasi richiamo

I vaccini si aggiornano e le varianti si susseguono, sembra una corsa contro il tempo, ma non è persa: qualsiasi richiamo potenzia le difese. Per questo il ministero della Salute in Italia non ha indicato per il richiamo un tipo di vaccino piuttosto che un altro. I vaccini sono stati aggiornati sulle varianti Omicron e sono diventati bivalenti . Pfizer-BioNTech e Moderna hanno riferito che i loro booster hanno prodotto livelli di anticorpi da quattro a sei volte superiori rispetto a quelli prodotti dal vaccino originale (su BA.4 e BA.5 e non su BQ.1 e BQ.1.1). Una serie di altre ricerche (preliminari) suggerisce, però, che i richiami aggiornati sono solo marginalmente migliori dei vaccini originali.
Che fare? Gli anziani, le persone immunocompromesse e le donne incinte dovrebbero fare un richiamo perché dopo 4-6 mesi da qualsiasi ultima dose l’efficacia vaccinale scende e questo incide soprattutto sui fragili. In Italia però la campagna per la quarta dose non ha avuto gli effetti sperati, ha aderito l’8,2% della popolazione.

Long Covid ed epilessia

Il vaccino protegge anche dal Long Covid: oltre a tutte le spiacevoli conseguenze note (tra cui la nebbia nel cervello, la stanchezza, l’affanno) se ne sta monitorando una poco nota, i pazienti Covid hanno il 55% di probabilità in più di sviluppare epilessia o convulsioni nei sei mesi successivi all’infezione e tale aumento del rischio è stato più evidente nei bambini rispetto agli adulti. Lo ha scoperto uno studio dell’Università di Oxford, nel Regno Unito.
Intanto Pfizer e BioNTech hanno annunciato l’avvio dei test clinici di Fase 1 su un candidato vaccino anti-Covid a mRna di nuova generazione, potenzialmente efficace contro diverse varianti del coronavirus pandemico. Il prodotto «jolly» si chiama BNT162b4 ed è stato disegnato per amplificare la risposta delle cellule T della memoria immunitaria e allungare la durata della protezione contro Covid-19.

18 novembre 2022 (modifica il 18 novembre 2022 | 21:12)

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, 2022-11-18 21:55:00, La quarta dose (o booster) rafforza le difese. È meno efficace nel bloccare il contagio ma protegge da malattia o morte ed è importante per anziani e fragili. L’importante è farla: le differenze tra vaccini sono minime , Silvia Turin

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