Crepet: Non so chi potrebbe insegnare educazione sentimentale in classe. In base a quale percorso? Mi pare un progetto troppo ambizioso

Nell’era dei social media e della comunicazione digitale, l’educazione sentimentale nelle scuole è diventata un tema sempre più discusso.

Lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet ha condiviso le sue riflessioni sull’argomento con Art Tribune, esprimendo dubbi sulla fattibilità di un’iniziativa così ambiziosa.

Secondo Crepet, i social media sono solamente un mezzo di comunicazione e non dovrebbero essere demonizzati. Lo psichiatra li paragona ai cassoni di risonanza usati dai greci nei teatri antichi: amplificano il messaggio, ma il contenuto rimane responsabilità di chi lo emette. “I social restano unicamente un mezzo di comunicazione, ed è auspicabile che continuino a esserci,” afferma.

Crepet vede l’inserimento dell’educazione sentimentale nelle scuole come un progetto particolarmente ambizioso, mettendo in discussione chi potrebbe effettivamente impartire tale materia e su quali basi. “Abbiamo capito che c’è un vuoto, è evidente, ma al solito non lo copriamo,” sottolinea.

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