Crisanti, lultimo mohicano dellemergenza che ora riconquista la ribalta. Per Speranza provo dispiacere

Poi parleremo della perizia cimiteriale che ha consegnato alla Procura di Bergamo. Subito, per, un passaggio sulla felicit. La sua. Perch Andrea Crisanti un uomo felice. Di nuovo. Inaspettatamente. Porca miseria, se la vita sa essere pazzesca. Pensava di essere ormai costretto alla routine di un qualsiasi senatore del Pd, per ora senza mezza prospettiva di fomentare una crisi di governo e condannato perci alla noia di Palazzo Madama, sedute ovattate e solitarie passeggiate dentro corridoi con le pareti di velluto e puttini a forma di applique, le luci sempre accese. Ma non quelle che piacciono a lui. Lui adora le lucine delle telecamere, il tecnico che ti applica il microfono sul reverse della giacca, il sottile brivido della diretta: e poi, quando parte la pubblicit, noi dei giornali che lo cerchiamo, che abbiamo ricominciato a cercarlo sul cellulare, adesso solo incerti se chiamarlo ancora prof o senatore, ma tanto lui sempre una vera dolcezza (a 15 mila euro netti al mese, essere dolci il minimo). Cos — ormai a 68 anni suonati — eccolo di nuovo in pista, Crisanti. Personaggio centrale. L’ultimo mohicano di quel mischione furibondo di epidemiologi, virologi, anestesisti, entomologi, tutti diventati famosi dentro il lungo incubo della pandemia, tutti docenti e primari e luminari fino ad allora sconosciuti e di botto diventati oracoli indispensabili: noi con il rosario dei morti, dei contagiati, con lo spavento di uno starnuto, il puro terrore anche solo di sfiorarci e loro collegati da luoghi spesso imprecisati, nella penombra di sagrestie ospedaliere, a indicarci strade incerte e, talvolta, sconosciute persino a loro. Per dire di Crisanti. Il 20 novembre del 2020, con la sua aria un po’ rassegnata e un po’ pedagogica, tipo che io vi avverto, ma poi fate un po’ come vi pare, dice: Per produrre un vaccino, normalmente, ci vogliono dai 5 agli 8 anni. Per questo, senza dati certi, io non farei il primo vaccino a disposizione. Definitivo. E considerate che, all’epoca, Crisanti l’acclamato suggeritore di Luca Zaia, il quale grazie ai suoi consigli ha evitato che alla piccola Vo’ Euganeo dei primi casi Covid-19 toccasse il mortale destino capitato al Lodigiano e alla citt di Bergamo (con Zaia, tempo dopo, lite furibonda: e insulti, e minacce, vabb). Passa qualche settimana: e, il 2 gennaio, in collegamento dall’ospedale di Padova, dov’era ordinario di Microbiologia, le telecamere beccano per Crisanti con la manica della camicia arrotolata e una dottoressa china sul suo braccio. Perch, nel frattempo, il vaccino se lo fa anche lui, mica matto. Matto proprio no — spieg Giorgio Pal, professore ordinario di Microbiologia e Virologia, preside della facolt di Medicina all’Universit di Padova e presidente Aifa — Crisanti un mio allievo, lo conosco bene: solo che non un virologo. un esperto di zanzare. Perch fu un tempo di morte e di paura, si sbagliava in buona fede, tra sospetti battenti e cupe perfidie. Adesso, sembra proprio che Crisanti abbia comunque ricostruito tutto. cos? Il senatore felice, e un filo agitato. Preferirei non parlare. Allora interviene la sua portavoce, lo convince, hai straparlato con chiunque nelle ultime ore, evita di fare un casino proprio con il Corriere e allora lui si tuffa, senza indugi, nel suo brodo preferito: il colloquio con un giornalista. Venti minuti di gentili chiacchiere al cellulare (alla fine si scopre che risponde da un ristorante, ma a lungo stato divertente immaginare che rispondesse dalla villa palladiana comprata l’anno scorso a San Germano dei Berici, nel vicentino). Sensazioni: convinto d’aver fatto un ottimo lavoro. La mia perizia non ha precedenti: mai ne era stata realizzata una che avesse, per oggetto, una pandemia. Precisa: Non un atto di accusa: una ricostruzione tridimensionale di ci che accadde. Ho fornito ai giudici una mappa con cui orientarsi. Per esempio: ho ricostruito l’intera catena di comando del ministero della Sanit. E averla chiara, pu aiutare i giudici a capire chi doveva e poteva fare qualcosa, e chi no. Zero imbarazzi con il ministro dell’epoca, Roberto Speranza, ormai quasi collega di partito. Pi che imbarazzo, dispiacere (la tocca piano, eh). Imbarazzo se fossi in debito con la coscienza. Invece sono stato spinto dal dovere morale che abbiamo con le vittime che potevano essere salvate. Sulla Lombardia, durissimo gi da mesi: Arriv impreparata al disastro. Nient’altro. Ora l’inchiesta che ruota sulla sua perizia. Servir? Nell’incertezza, un pensiero, e chi ci crede una preghiera, per chi — in quei mesi — mor. 4 marzo 2023 (modifica il 4 marzo 2023 | 08:14) © RIPRODUZIONE RISERVATA , , https://www.corriere.it/rss/politica.xml,

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