“La scuola italiana sta scomparendo, come i ghiacciai”. Così l’autorevole quotidiano inglese The Guardian (il giornale britannico tra i più diffusi al mondo, pluripremiato per il suo giornalismo investigativo, incluso il prestigioso premio Pulitzer) sempre attento ai problemi della scuola, titola un servizio della sua corrispondente da Roma, Angela Giuffrida, che riprende ampiamente le analisi e le cifre fornite da Tuttoscuola sul decremento demografico che sta svuotando le scuole italiane.
L’articolo si apre con un flash sulla scuola materna di Champorcher, un comune aostano che l’anno scorso ha dovuto chiudere perché aveva ricevuto solo due iscrizioni. “Quando una scuola chiude, un paese muore, perché il futuro di un villaggio dipende dalle nascite”, è stata la sconsolata considerazione di Stefania Girodo Grant, dirigente scolastica del gruppo di scuole che comprende anche la sede di Champorcher.
Ma il caso del piccolo comune aostano non è isolato, nota la corrispondente del Guardian citando i dati di Tuttoscuola, perché l’Italia ha raggiunto nel 2022 il minimo storico di nascite, solo 393.000, mentre negli ultimi 10 anni le scuole dell’infanzia hanno perso 456.408 iscrizioni, pari a quasi il 30% degli alunni. Se il trend prosegue allo stesso ritmo entro il 2034 ci saranno 1,4 milioni di studenti in meno dai tre ai 18 anni, e molte scuole dovranno chiudere.
“Le scuole italiane stanno scomparendo come i ghiacciai che si sciolgono”, ha detto Giovanni Vinciguerra, direttore di Tuttoscuola, intervistato dalla giornalista. “L’acqua è fonte di vita e le scuole sono essenziali per la società. Le cifre sono davvero impressionanti. Questo fenomeno è iniziato con le scuole dell’infanzia, e inevitabilmente si estenderà alle scuole primarie e secondarie”.
Molte sono le ragioni di questa crisi demografica, osserva Giuffrida, dalla difficoltà per i giovani di trovare un lavoro stabile alla mancanza di asili nido. Ma accanto alle questioni economiche e sociali c’è anche una minore propensione dei giovani ad avere figli perché “gli standard di cura sono aumentati e quindi c’è una grande attenzione per l’investimento necessario per crescere un bambino, e anche la paura di esporre tuo figlio a un futuro incerto”, scrive la giornalista riferendo la considerazione di Giorgia Serughetti, sociologa dell’Università di Milano-Bicocca.
L’articolo si conclude con un accenno alle polemiche sollevate dall’accenno del ministro Lollobrigida, “cognato della presidente Meloni”, al rischio di sostituzione etnica (“ethnic replacement”), e alla immediata correzione di rotta della premier, che ha detto che il problema non si risolve solo con l’immigrazione, “ma con la grande riserva inutilizzata di manodopera femminile e puntando sulla ripresa demografica, con incentivi alle famiglie per mettere al mondo i figli”.
L’articolo è stato ripreso anche dalla testata vietnamita “Thời sự”, con sede ad Hanoi (https://giaoducthudo.giaoducthoidai.vn/truong-hoc-bi-de-doa-o-noi-co-ty-le-sinh-thuoc-hang-thap-nhat-eu-48493.html).
Temi tutti importanti, quelli indicati nel puntuale servizio della corrispondente del The Guardian da Roma, sui quali Tuttoscuola tornerà con ampiezza, oltre che nella newsletter, nei prossimi numeri della rivista mensile.
Per approfondimenti:
– La scuola italiana sta scomparendo sotto i nostri occhi: in 10 anni persa la popolazione scolastica della Campania
– Calo di alunni: le scuole dell’infanzia ne hanno perso oltre 456mila, di cui il 54% nelle paritarie
– Calo alunni: 530 mila in meno nel Mezzogiorno nel decennio
– Trend demografico 2030: il boom della Svezia, il crollo dell’Italia
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