«Cuore 21» batte ancora,  un Natale di speranza: quel pulmino viaggia con noi Buone Notizie oggi in edicola

di Dall’inviato Elisabetta Rosaspina

Il 17 ottobre lo schianto in A4 e i sette morti. Volevamo chiudere, ma i ragazzi hanno deciso. La ripresa delle attivit, il paese solidale: l’incontro con l’associazione che non si arresa

Sarebbe stato quasi impossibile dirlo meglio di Luca: Cuore 21, non ci ferma nessuno!. Per lui valeva due mesi fa, quando il mondo attorno sembr sbriciolarsi di colpo; e vale pure adesso, mentre mette tutta la sua perizia al servizio della causa: nella fattispecie, la realizzazione di dieci sottopentole di feltro. Luca ritaglia nella stoffa dei tondi giotteschi sui quali, subito dopo, Beatrice incolla con precisione certosina cuori di colori diversi, giallo, azzurro, fucsia, blu, avendo cura di farne combaciare bene i bordi con quelli del cerchio, fino a formare un perfetto quadrifoglio variopinto. Non ce ne sar uno uguale all’altro, alla fine. E anche questa, in fondo, una metafora del carattere e delle storie dei presenti in questa aula a pianterreno di un’ex scuola elementare, nel quartiere di viale Trento e Trieste, zona di giardini e case residenziali, a Riccione.

Preparativi in atelier

Luca, chiacchierone, segue di sottecchi le mosse della silenziosa Bea e, quando lei si alza ed esce un momento dalla stanza, lui ne approfitta per informare l’uditorio di aver gi da parte per la ragazza il regalo di Natale e una lettera dal contenuto top secret. Una sorpresa. Scrivere gli piace tantissimo e gli riesce bene. Ha buttato gi di getto anche un libro quest’estate. Shhht!, zitti!, bisogna cambiare subito argomento: Bea, la sua musa, gi di ritorno. Alle estremit della lunga tavolata, le volontarie Nicole e Rosaria preparano i fiocchi di seta per guarnire i vasetti di sale aromatico e rosmarino. Si lavora e si chiacchiera, come nelle grandi cucine di una volta. Si scherza, si ammicca e ci si confida, come in tutte le famiglie affiatate riunite attorno a un tavolo. Ma il risultato della produzione, sulla quale vigila Simone, deve essere impeccabile perch tutto poi sar messo in vendita nell’ Atelier a 21 mani, un vero negozio sul lungomare, e ormai manca poco al 24 dicembre: Siamo nel laboratorio di Babbo Natale si compiacciono i lavoranti. Gli scaffali traboccano di imballaggi, ritagli di tessuto, palline colorate, cuoricini di feltro, nastri, stelle, pigne. Sar anche materiale di recupero, ma ne scaturiscono superbi cesti natalizi, romantici oggetti per la casa, gnomi e oche di pezza.

Non stato semplice

Cuore 21: davvero non li ha fermati nessuno. Il dolore per la perdita di sette amici, sette componenti del centro, nello scontro tra il furgoncino dell’associazione e un tir sull’A4, il 17 ottobre scorso, c’ ancora, forte e indescrivibile, compresso nei petti, nei pensieri, negli sguardi. Ma le voci dei ragazzi e degli educatori si mescolano ogni pomeriggio alle risate o al suono della chitarra di Marco. Dopo pranzo il laboratorio si trasforma in una sala di danza dove Eleonora dirige le prove dello spettacolo musicale che inaugurer l’anno nuovo, il 6 gennaio. Sar un evento pubblico, a offerta libera, al Palazzo del Turismo, e in scena ci saranno decine di ragazzi con disabilit e non. Sar il gran finale delle feste, dopo il conferimento del premio San Martino d’Oro, al Palacongressi, dopo la caccia al tesoro e il saggio di pattinaggio, programmati per il 17 dicembre, e dopo la festa privata dell’antivigilia che, il 23 dicembre, riunir tutta la famiglia di Cuore 21.

Non stato semplice, n scontato, andare avanti, continuare a sorridere, a confezionare bomboniere dopo lo schianto in autostrada che si portato via Maria Aluigi, figlia della fondatrice e presidente del Centro Cristina Codic, Alfredo Barbieri e Rossella De Luca, Francesca Conti, Valentina Ubaldi, un altro dei fondatori Massimo Pironi, ex sindaco di Riccione, e l’educatrice Romina Bannini. Ce l’abbiamo fatta grazie a loro, accarezza con lo sguardo i suoi allievi Eleonora Gennari, dottoressa in Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni, specialista di Danzaterapia, socia fondatrice della Cooperativa Cuore 21, e responsabile dell’area artistica, cos come Romina lo era per quella educativa. Luca ha la Sindrome di Down, ma basta guardarlo negli occhi e stare ad ascoltarlo per abbattere tutti gli stereotipi culturali attorno alla sua condizione e comprenderne le straordinarie potenzialit. Lui e gli altri ragazzi ci hanno dato la forza per continuare.

Qualche giorno dopo i funerali si sono riuniti e hanno subito cominciato a discutere il futuro, per scongiurare anche soltanto l’idea di una chiusura: Che cosa c’ in programma la prossima settimana? E adesso come facciamo senza il pulmino? Bisogna proprio organizzarsi…. La loro ansia di ripartire stata una scossa per educatori e volontari annichiliti dalla perdita: il cuore che racchiude il 21esimo cromosoma, quello in pi che introduce al mondo Down, doveva continuare a pulsare. Il lutto non poteva essere rimosso, non restava che imparare a elaborarlo.

Il conforto

E poi si moltiplicavano le proposte di collaborazione da tutta Italia. Non dovrebbe essere una tragedia a far capire la grandezza di questi luoghi, osserva ancora Eleonora. Non dovrebbe, ma pu essere di conforto. Pochi giorni dopo stata inaugurata la nuovissima cucina laboratorio progettata da Massimo Pironi per consolidare gli obiettivi dell’organizzazione: abituare i ragazzi con disabilit cognitive a essere autonomi e a integrarsi, come avvenuto per molti di loro, nel mondo del lavoro. Le quattro ragazze scomparse nell’incidente gi abitavano da sole ricorda Simone Fagioli, da due anni educatore di Cuore 21.

Come piattaforma di lancio verso l’indipendenza c’ una vera casa, la Casa di via Limentani, che offre spazi e alloggi per apprendere piano piano a provvedere alle proprie esigenze quotidiane, mettendo in pratica quanto viene insegnato nei pomeriggi di incontri “emozionali” e di educazione professionale: il laboratorio di falegnameria di Mastro Geppetto o gli stages nei ristoranti, bar e pasticcerie di Riccione che aderiscono al progetto. Perch, come spiega Cristina Codic, questo non deve essere un recinto chiuso per disabili, ma un luogo aperto alla citt. Un luogo dove Luca, Bea, Betti e gli altri non si sentano diversi, ma fieramente e giustamente unici.

19 dicembre 2022 (modifica il 19 dicembre 2022 | 23:29)

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, 2022-12-19 22:32:00, Il 17 ottobre lo schianto in A4 e i sette morti. «Volevamo chiudere, ma i ragazzi hanno deciso». La ripresa delle attività, il paese solidale: l’incontro con l’associazione che non si è arresa, Dall’inviato Elisabetta Rosaspina

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