Cutro, la protesta a oltranza dei parenti delle vittime: Sepolte a Bologna? No, vanno rimpatriate

This is another unbelievable component!, di Giusi FasanoDavanti al palasport arrivano decine di afghani, nazionalit di gran parte delle vittime. I pugni battuti sui vetri, poi si arriva a una sofferta mediazione DALLA NOSTRA INVIATACROTONE – Imbacuccata in una coperta grigia, seduta per terra in mezzo alla strada. Il cielo sopra Mina prima nuvoloso, con squarci di azzurro, poi rosso fuoco. Un tramonto cos spettacolare da essere quasi offensivo, per il dolore che lei e tutti gli altri sentono addosso, pesante dieci, cento, mille delle coperte che avvolgono le loro spalle. Mina ha perduto sua sorella, la giornalista afghana Torpekai Amarkhel. Alauddin non rivedr pi sua zia e i suoi tre bambini. Basir piange la nipote e il marito di lei… Sono qui, i parenti dei migranti morti. Eccoli. Alle dieci del mattino sono arrivati a protestare davanti al Palasport che ospita le bare e non se ne sono pi andati. O meglio: a tarda sera hanno deciso che le donne e i bambini sarebbero tornati in albergo e che invece una delegazione di uomini avrebbe dormito l dentro, in quello scrigno di morte. Per fare la guardia alle bare, dicono. Perch non si fidano. Perch temono che qualcuno — la prefettura, il sindaco, il governo, poco importa — decida di portar via quei morti in posti dove loro non vorrebbero che andassero. La protesta nata dal tam tam della mattina presto. Trasferiscono tutte le bare, stata la prima notizia ancora incerta, rimbalzata dall’una all’altra delle famiglie in attesa di avere risposte sulla destinazione chieste per i loro morti. Ma, sorpresa: ad uno ad uno, i familiari vengono avvisati dalla prefettura che le salme andranno tutte a Borgo Panigale (Bologna), dove si trova un grande cimitero islamico. il panico. Scoppia la rabbia, c’ tensione. Davanti al Palamilone arrivano a decine, soprattutto afghani perch la gran parte dei naufraghi morti nella strage di Cutro era afghana. Si siedono per terra, qualcuno si sdraia. Striscioni, fotografie, cartelli. Il traffico si paralizza, intervengono i vigili urbani e la polizia ma loro non mollano. Da qui non ce ne andiamo se non ci mettete per i scritto che porterete i nostri morti dove chiediamo di mandarli, a spese vostre la richiesta. Ce l’avevate promesso. Un funzionario della prefettura prova a mediare, spiega che i rapporti con l’Afghanistan sono difficili, per non dire impossibili, ma inutile. Il sit in continua. E quando arriva il primo carro funebre gli afghani cominciano a battere i pugni sui vetri, diventa chiaro che forse meglio rinunciare al piano Bologna. La figlia di Mina traduce in inglese la rabbia di tutti: Da 12 giorni ci dicono “domani, domani” ma il tempo passa e non succede nulla. Il vostro presidente della Repubblica ci ha detto che non ci avrebbe abbandonati e oggi ci dicono di Bologna…Noi vogliamo che tornino in Afghanistan. Nel pomeriggio il sindaco di Crotone Vincenzo Voce viene a parlare ai manifestanti: stata trovata una soluzione. A Bologna andranno solo le salme i cui familiari hanno dato consenso. Per gli altri stata contattata un’agenzia funebre tedesca che le porter in Afghanistan. Non un problema di soldi, aggiunge, pregandoli di sciogliere il sit in. A fine giornata la situazione questa: due privati stanno portando i loro morti in Germania grazie a una raccolta fondi; altri cinque sono gi stati trasferiti; entro oggi 25 salme andranno a Bologna. Delle altre 40 si sta decidendo in queste ore. 8 marzo 2023 (modifica il 8 marzo 2023 | 22:30) © RIPRODUZIONE RISERVATA , https://www.corriere.it/politica/23_marzo_08/cutro-protesta-oltranza-parenti-vittime-sepolte-bologna-no-vanno-rimpatriate-d6d3cc7c-bdf5-11ed-b743-21e74a13bd9b.shtml, Politica,

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