Da New York a Salemi e ritorno: lOdissea dei film di Kim

di Viviana Mazza

Una collezione unica nata da una lavanderia (e dalla passione di un immigrato sudcoreano). Nel 2009 fu trasferita in Sicilia, oggi tornata (in parte) nella Grande Mela

DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
NEW YORK — Se andate a vedere un film al cinema Alamo Drafthouse, nel cuore di Wall Street, vi imbatterete in qualcosa di insolito: 1 5mila videocassette e Dvd in esposizione nella lobby. Sembra una videoteca anni ’90 ma non solo un’operazione nostalgica e anti-capitalista (il noleggio gratuito), l’ultimo capitolo di una storia epica: l’odissea di una collezione di film partiti dall’East Village, arrivati in Sicilia e tornati a casa l’anno scorso dopo 12 anni.

A questa storia dedicato anche un documentario in uscita il 20 gennaio al Sundance Film Festival: si intitola Kim’s video come la leggendaria videoteca di Yongman Kim a St. Marks Place. A 8 anni, a Kunsan, in Sud Corea, Kim fu folgorato da Tempi moderni di Charlie Chaplin. Da grande, immigrato a New York, non sarebbe riuscito a realizzare il sogno di diventare un grande regista, ma ha contribuito a formare una generazione di cinefili. Per vivere apr una lavanderia nel 1984 e cominci a offrire un film a noleggio a chi andava a fare il bucato tra una scelta di 2 mila titoli; 24 anni dopo ne aveva 55 mila, 4 sedi e 300 impiegati (tra cui futuri registi e il chitarrista degli Strokes Albert Hammond Jr.). Divenne la Mecca di Quentin Tarantino, che lo ringrazia in Kill Bill, e tappa obbligata per Scorsese e i fratelli Coen. Film di Hollywood, europei, underground, B-movies, cinema muto, porno… Non poteva esserci tutto — ci dice Kim davanti a un caff a Williamsburg — ma cercavo di includere quanto possibile artisti sconosciuti al pubblico americano.

Ma nel 2008, l’era dei video a noleggio era ormai finita e Kim chiuse i battenti. Pubblic per un annuncio sul Village Voice: avrebbe donato la collezione a un’istituzione pubblica o privata a tre condizioni: 1) che i film restassero insieme, 2) accessibili al pubblico e 3) aggiornati con nuove uscite. Giunsero 60 proposte (anche da Columbia University e Nyu) ma nessuno rispettava tutte e tre le richieste. Fu allora che ricevetti un’offerta molto interessante dalla Sicilia. Ero scioccato e sorpreso. Erano molto insistenti. Chiesi di inviarmi l’offerta scritta e il giorno dopo spedirono un documento con l’approvazione del consiglio e del sindaco Sgarbi, racconta Kim. Pensai che la mia collezione in Sicilia poteva essere pi utile che a New York dove ci sono tante opportunit….

Nel 2009 un container colmo di scatoloni arriv a Salemi, in provincia di Trapani, dove Sgarbi era sindaco. Mi present Oliviero Toscani, assessore alla Creativit, feci ricerche: un grande fotografo, ero grato che si occupasse della collezione. Kim si innamor del tocco umano di Salemi, delle somiglianze tra il Sud della Corea e il Sud dell’Italia. Forse la sua collezione poteva dare un’opportunit a questo paesino che pativa l’esodo dei suoi giovani.

Ma anno dopo anno, non c’era nessun progresso. Non so cosa sia successo tra Sgarbi e Toscani, ma Toscani se ne and e il progetto non fu pi gestito. Per Kim era doloroso vedere i suoi video abbandonati in luoghi umidi d’inverno e troppo caldi d’estate, che avrebbero finito per danneggiarli. Ma non c’ risentimento nel suo racconto. Oggi cittadino onorario di Salemi e padrino di un festival, CineKim, che vedr la sua prima edizione a luglio, gestito in convenzione con il comune da Marco Bagarella, Silvio Spisso e Fabrizio Internicola, tre salemitani diventati suoi amici. L’amministrazione si dimise dopo l’accusa senza condanna di condizionamenti mafiosi che non c’erano, racconta Internicola e nel frattempo ci sono stati 10 anni di depressione e di tonfo nel passato. Solo nel 2016 i tre sono stati autorizzati a occuparsi della collezione: hanno scoperto che nonostante i fondi pubblici, la digitalizzazione era avvenuta poco e male; hanno contato 37mila video (diversi sarebbero scomparsi).

Il regista David Redmon, che ha girato il documentario, ha organizzato il ritorno della collezione a New York (copie digitali restano a Salemi). Per certi versi una sconfitta per noi, ma anche un nuovo impulso, dice Bagarella. CineKim avviciner la gente al cinema e sar un laboratorio per cineasti europei, invitati a girare lavori nel territorio sul tema dell’Odissea. Kim’s Video non mai stato qualcosa di fisico — dice il suo fondatore — quel che conta il flusso della cultura.

17 gennaio 2023 (modifica il 17 gennaio 2023 | 22:18)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Exit mobile version