di Tommaso Labate
Adesso che la certificazione verde non serve più, il leader dei portuali triestini è contrario a tracciamento, mappatura e identità digitale
All’ennesima domanda sulla possibilità di valutare una futura candidatura alle elezioni, che gli era stata rivolta dal giornalista Diego D’Amelio del Piccolo di Trieste, Stefano Puzzer aveva risposto così: «Assolutamente no. Guarda, ve lo posso firmare col sangue. Mi regalate una pagina, una mezza pagina del Piccolo, prendo il mio ditino, lo pungiamo e vi firmo col sangue che io alle elezioni non andrò mai!». Chissà quanto varrebbe quella pagina macchiata del sangue dell’autoproclamatosi capo dei portuali di Trieste, che all’epoca manifestavano contro il vaccino e il green pass, oggi che il diretto interessato è candidato alle elezioni politiche del 25 settembre. L’ha reclutato Gianluigi Paragone per le liste elettorali della sua Italexit e Puzzer, che dice di aver meditato a lungo, gli ha detto sì dopo mezzo minuto.
A tutti quelli che pensano di ritrovarselo col capo cosparso di cenere per la promessa clamorosamente disattesa, l’ex portuale risponde: «Non mi scuso e non mi pento perché quando uno è sincero non deve scusarsi o pentirsi. Non rinnego quelle parole perché quando le ho dette le pensavo per davvero. Solo che dopo sono cambiate molte cose: il movimento antagonista si è diviso, dovevamo portare la protesta a Roma e molti non hanno voluto. Una serie di cose, insomma, che mi hanno convinto della necessità di metterci la faccia candidandomi alle elezioni».
A chiedere a Puzzer del suo programma elettorale, visto che il green pass non esiste più, si scopre che i no-vax si stanno trasformando in no-Spid. Proprio così, il nemico da abbattere oggi è il Sistema pubblico di identità digitale, quello strumento che consente ai cittadini di dialogare con la pubblica amministrazione con due clic ben assestati sulla tastiera dello smartphone, evitando file chilometriche allo sportello. «Sono contrario a tutto quello che è tracciamento, mappatura, identità digitale, controllo delle nostre vite. Sono contro lo Spid e faccio questa battaglia anche a mie spese. Ma lei lo sa che ho preso solo sei giorni di Naspi (l’indennità di disoccupazione, ndr) perché, non avendo lo Spid, non riesco a dialogare con l’Inps? Le pare giusto?», dice lui.
Ma visto che non solo di green pass, vaccino e Spid campa un candidato di quelli che dicono «no» a tutto, ecco che Puzzer si avventura nel dedalo solo all’apparenza inestricabile del diritto internazionale e della geopolitica. «Siamo per la pace perché vedo all’orizzonte, e spero che non accada mai, una guerra mondiale in arrivo. Certe cose le capisco per esperienza: noi triestini facciamo da sempre le vacanze in Croazia e me la ricordo benissimo, nell’estate del ’92, la guerra civile a due passi dal mare». A Taiwan non è mai stato ma l’ex capo dei portuali no vax è sicuro, «che la visita di Nancy Pelosi è stata un’inutile provocazione».
Della guerra in corso in Ucraina manco a parlarne, è chiaro come la pensa. A Paragone, dice Puzzer, «ho chiesto solo una cosa “Gianluigi, devi mandarmi a correre nel covo dei nemici, in Emilia-Romagna”. Lì si addensano tutti quelli che abbiamo combattuto». E il leader di Italexit l’ha accontentato, collegio di Modena. Ma visto che, una volta disattesa la promessa di candidarsi, a questo punto è meglio provare anche a essere eletti, ecco che il nome di Puzzer si troverà in diversi listini del proporzionale. «Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige sicuri, poi vedremo gli altri. Tanto ho fino a cinque possibilità, giusto?». Giusto.
3 agosto 2022 (modifica il 3 agosto 2022 | 21:44)
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, 2022-08-03 19:55:00, Adesso che la certificazione verde non serve più, il leader dei portuali triestini è contrario a tracciamento, mappatura e identità digitale, Tommaso Labate