di Lorenza Cerbini
Il milanese Roberto Peia partirà sabato 17 settembre per raccogliere fondi e far conoscere i cinque centri gestiti dall’organizzazione. Il racconto del viaggio su Facebook
Di certo c’è solo la data della partenza e la destinazione finale: sabato 17 settembre –Freetown, Sierra Leone. C’è chi sogna di andare in pensione per fare l’orto e chi di intraprendere il viaggio della vita, pedalando. Questo è Roberto Peia, un milanese fuori dagli schemi convenzionali, ama lo sport praticato e nella vita ha fatto di tutto: ciclista, allenatore di basket, giornalista e imprenditore. I suoi punti di forza sono la determinazione e l’inventiva. Sull’onda del movimento dei super veloci «facchini» in bicicletta, ha aperto nel capoluogo lombardo la sua azienda e portato i primi bike messenger (Urban Bike Messenger), quindi gli ha dato un luogo dove riunirsi. Upcycle è oggi un punto di ritrovo rinomato in tutta la Penisola, ristorante-bar con sala polifunzionale per parlare di ciclismo e divertirsi tra proiezioni e interviste, protagonista la gente come lui, idealisti, viaggiatori, cicloturisti, scrittori.
«In pensione da tre mesi», dice e già pronto per partire per un viaggio lungo «almeno cinque mesi e tutto in autosufficienza». Obiettivo: raccogliere fondi e far conoscere i cinque centri gestiti dall’organizzazione Medici con Africa Cuamm attiva dal 1950. Tutto è iniziato qualche anno fa, quando Peia si è recato in Tanziana dove il figlio Francesco, pediatra, stava svolgendo attività. Toccare la povertà con mano fa prima impressione, poi fa pensare. Peia non si è fermato e ha iniziato ad agire. «Il viaggio verso la Sierra Leone ha per obiettivo di sostenere tre associazioni che operano in Africa», dice. Elenca: «Cuamm, Senegol e World Byclicle Relief».
Medicina e salute. Pallone e bicicletta. Lo sport come mezzo per dare dignità e un futuro a popolazioni in difficoltà. «Senegol è l’associazione creata da Tommaso Goisis. Organizza tornei di calcio nelle principali città del Senegal per far giocare i bimbi di strada. World Byclicle Relief invece ha sede a Chicago e fornisce le robuste biciclette “Buffalo” alle comunità più povere. Sono destinate soprattutto alle donne, motore dell’economia locale, in particolare infermiere, maestre e studentesse per renderle indipendenti e poter così raggiungere il luogo di lavoro o di studio in sicurezza». Per gran parte del viaggio, Peia pedalerà da solo. «Parto da Milano, mi dirigo verso la costa francese, poi giù lungo i lidi spagnoli. Attraverso lo stretto di Gibilterra. Poi, Marocco, Guinea e Sierra Leone», elenca e sembra tutto facile facile.
«Racconterò il viaggio attraverso la mia pagina Facebook e sul sito dove raccolgo fondi in trasparenza, attraverso l’organizzazione «Rete del dono». E le idee le ha già chiare. «Dormirò in ostelli e camping o dentro alla mia tenda se non trovo nulla. Porterò con me qualche camera d’aria e le toppe per riparare le forature. Ho una piccola telecamera e non mi perderò per strada. Il Gps? Non solo, tante indicazioni le ho ricevute da Filippo Graglia, l’ingegnere che ha pedalato per 615 giorni e 25mila chilometri dalla sua casa a Castelnuovo don Bosco, Piemonte, fino a Cape Town, Sud Africa». Un gioco, quasi: «Ho esperienza e tanti chilometri pedalati negli anni tra la Maratona delle Dolomiti, l’Eroica e le vacanze in bici». Peia inizia una nuova avventura, e l’appuntamento è per la prossima primavera, per i dettagli in quella sua Milano dove sfida le convenzioni a colpi di pedale.
13 settembre 2022 (modifica il 13 settembre 2022 | 16:41)
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, 2022-09-14 05:11:00, Il milanese Roberto Peia partirà sabato 17 settembre per raccogliere fondi e far conoscere i cinque centri gestiti dall’organizzazione. Il racconto del viaggio su Facebook , Lorenza Cerbini