Dal ritorno in Appennino del grifone allaumento delle berte nelle isole pontine: il report di Legambiente sulla fauna selvatica in Italia

Alla vigilia del World Wildlife Day, Legambiente fa il punto sulla fauna selvatica in Italia: dal ritorno in Appennino del grifone all’aumento delle berte nelle isole pontine per arrivare alla grande sfida della convivenza tra uomo e grandi predatori

Torna a crescere in Appennino la popolazione del Grifone, con ben 64 coppie nidificanti contate nel 2022, cos come quella del lupo che raggiunge in tutta la Penisola quota 3.300 esemplari. Buone notizie arrivano anche dalle isole pontine dove si registra un successo riproduttivo delle berte nidificanti, berta maggiore e berta minore, anche se restano tra le specie in pericolo insieme all’uccello della tempesta. Preoccupa, per, nel Mar Mediterraneo la situazione dei pesci cartilaginei, come la norma sulla fauna selvatica che favorisce nella Penisola la caccia libera nelle aree urbane e in quelle protette. Sono questi alcuni degli allarmi contenuti nel report Natura Selvatica a rischio in Italia, che Legambiente ha diffuso alla vigilia del World Wildlife Day, dedicato alla “Partneship for Wildlife Conservation”.

Se da un lato — infatti — alcune specie a rischio estinzione o in pericolo, grazie a numerosi progetti di tutela avviati negli ultimi 30 anni, stanno ripopolando lentamente la Penisola, dall’altra parte non mancano le difficolt. Tra queste la convivenza tra uomo e grandi predatori, come lupo e orso. Il triste epilogo dell’orso Juan Carrito ha posto nuovamente in primo piano il problema. Di fronte a questo quadro, per Legambiente sono tre le parole chiave su cui l’Italia, il Paese che ospita una fauna tra le pi ricche d’Europa, con il 10% di specie endemiche, deve lavorare puntando su:

1) una maggiore tutela centrando gli obiettivi 2030, a partire dall’aumento delle aree protette, dato che mancano solo 7 anni alla scadenza

2) una migliore collaborazione tra le diverse istituzioni per garantire la conservazione di fauna e flora selvatiche

3) una corretta convivenza tra uomo e animali anche attraverso un nuovo patto di collaborazione tra aree naturali protette e comunit locali.

A tal riguardo nel report l’associazione ambientalista sintetizza anche un vademecum, composto da 20 regole-consigli, per rispettare gli animali selvatici. Infine, uno sguardo sul territorio, con il racconto di nove buone pratiche: si va, ad esempio, dalle squadre di primo soccorso nell’ambito del progetto Life DELFI per aiutare i delfini impigliati nelle reti, alla winter school sulle Prealpi Giulie dell’Universit di Udine, alle azioni di prevenzione realizzate su alcune strade di Umbria e Abruzzo, per limitare il rischio di attraversamenti della fauna e possibili incidenti. La crisi climatica – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – sta contribuendo alla perdita di biodiversit e alcuni fattori indotti dal cambiamento climatico, come ad esempio la riduzione e la disponibilit di acqua o l’aumento della siccit e il rischio incendi, influiscono sempre di pi sulla vita di animali e piante. L’Italia che, che in questi anni ha raggiunto diversi risultati positivi, deve ora accelerare il passo aggiornando, attraverso un percorso di partecipazione e condivisione tra le istituzioni, il sistema della ricerca e i vari portatori di interesse, le strategie e le norme per tutelare meglio le specie a rischio e ridurre i conflitti che si possono creare nella convivenza tra l’uomo e le specie selvatiche, ha concluso.

Rafforzare la tutela di specie a rischio e ridurre i tanti conflitti sociali aperti che rischiano di implodere nell’interesse di tutti aggiunge Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversit di Legambiente. In primis delle aree protette, che sono gli enti pi esposti e pi sollecitati sulle problematiche gestionali della fauna selvatica. Consideriamo un grave errore la norma che affida ai cacciatori il contenimento della fauna selvatica nelle citt e nelle aree protette approvata nella legge di stabilit. Deve essere, invece, la scienza e la conoscenza delle specie a indicare la soluzione ai problemi di convivenza che in molti casi sono bene evidenti, e non affidarsi agli estremisti venatori che vogliono trasformare le citt ed i parchi in luoghi della mattanza per la fauna, aggiunge Nicoletti.

2 marzo 2023 (modifica il 2 marzo 2023 | 10:47)

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