Daniele Silvestri: «Accetto suggerimenti per il mio nuovo disco»

di Sandra Cesarale

Il cantautore romano in tour: costruisco l’album in diretta con il pubblico. Testi poetici e politici, ho voglia di metterci la faccia

Lucio Dalla, Paolo Pietrangeli, Gigi Proietti e Gino Strada: ruota anche intorno a loro il nuovo tour nei teatri di Daniele Silvestri, partito giovedì 3 novembre da Palermo, che fino al 19 dicembre attraverserà l’Italia. In attesa del nuovo album che doveva uscire in autunno ma è stato posticipato per la fine di gennaio e l’inizio di marzo.

«Le canzoni che avevo scritto non mi sembravano giuste, sincere. Ho buttato tutto e ricominciato da zero. E quando il disco era quasi pronto bisognava pensare al tour. Non me la sentivo di lasciare l’album a casa. Ora faccio ascoltare al pubblico le nuove canzoni e chiedo suggerimenti su ritmi, accordi…». Il palco assomiglia a una sala di registrazione e all’intimo studio di un appartamento, con una panca, una scrivania e la band che trova spazio fra le luci soffuse delle abat-jour. «Apriamo le porte della nostra casa musicale», spiega il cantautore romano che finora tra i nuovi brani ha proposto il singolo Tik Tak, con gli inediti Scrupoli e Il talento dei gabbiani («Parla di chi aspira a diventare una persona straordinaria cercando scorciatoie, anche attraverso i talent»). Si definisce un «divoratore di storie» per questo con un post su Facebook aveva chiesto ai suoi utenti di inviargliene qualcuna. «Sono stato invaso».

In ogni concerto sceglie una storia diversa e la trasforma in una canzone. Silvestri è capace di passare dalla poesia alla politica. «Nel disco in costruzione torno a intrecciarle. A volte veleggio alto, altre metto le mani nel fango. Sono tempi modesti, siamo all’inizio di un percorso ed è facile per chi ha un certo tipo di provenienza politica e culturale vedere delle legnacce pericolose. L’attenzione va tenuta alta». Sul palco, una grande finestra su cui proiettare filmati, immagini e volti. Rivive il ricordo di Paolo Borsellino e l’omaggio a suo fratello Salvatore «che continua a cercare la verità e a lottare per la giustizia».

Poi i tributi a Gino Strada («Sono legato a Emergency, hanno varato una nave che sta per partire per la sua prima missione in un momento in cui le imbarcazioni di soccorso nel Mediterraneo incontrano i nuovi ostracismi del nostro ministero degli Interni»), a Gigi Proietti («Quando canto Testardo penso a lui, volevo dargli il brano… non ho avuto il coraggio»), Paolo Pietrangeli («È stato come uno zio per me, frequentavo casa sua dove ogni cena finiva con lui che suonava»). E a Lucio Dalla. «Ho riascoltato per caso una mia versione di Cara, cantata a Bologna, il giorno dopo la sua morte. L’abbiamo riprovata e non fa effetto pianobar, nonostante io sia un pessimo interprete di brani altrui. Lucio l’ho conosciuto da bimbo, andai a un concerto a Roma. Era amico di mamma, bolognese, cantante jazz per diletto, che da giovane si esibiva nelle band dove lui suonava il clarinetto. Non ha mai smesso per me di essere un faro, soprattutto in questo disco».

Un commento è per il progetto di Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura, che vorrebbe affidare a Morgan un dipartimento della musica. «Conosco Morgan da tantissimo tempo. Ho incontrato poche persone con così tanto talento e così tanta preparazione culturale. Ma allo stesso tempo è poco abile nel gestire se stesso, figuriamoci gli altri. Ben venga un dipartimento della musica, che magari interpelli Morgan su tante questioni ma… non gli chiederei mai di gestire qualcosa, gli farei un torto».

4 novembre 2022 (modifica il 4 novembre 2022 | 19:21)

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, 2022-11-04 19:39:00, Il cantautore romano in tour: costruisco l’album in diretta con il pubblico. Testi poetici e politici, ho voglia di metterci la faccia , Sandra Cesarale

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